Sono 4 i Distretti agricoli biologici lombardi. Obiettivo: sostenere la filiera bio, formare gli operatori e promuovere la coltivazione biologica
Con decreto del 16 ottobre 2024 la Regione Lombardia ha accordato ufficialmente al Bio-Distretto dell’Agricoltura Biologica e Sociale Bergamasca il riconoscimento quale “distretto biologico” regionale ai sensi della legge nazionale sull’agricoltura biologica. Questo è stato un passaggio fondamentale poiché per ottenere la definizione di “distretto biologico” ora è necessario conformarsi alle disposizioni della legge nazionale che segue i criteri stabiliti dal Ministero dell’Agricoltura, approvati lo scorso dicembre dalla giunta regionale. Le nuove disposizioni hanno richiesto ai distretti biologici di intraprendere un iter presso la propria regione al fine di ottenere il riconoscimento ed essere iscritti nel registro nazionale dei distretti biologici.
Quattro i distretti bio lombardi
Sono 52 i distretti biologici attualmente compresi nel registro nazionale di cui quattro lombardi: il Bio-distretto Valle Camonica, il Distretto Agricolo Biologico Casalasco Viadanese, il Distretto Biologico della Valtellina Aps e il locale Distretto biologico – Biodistretto dell’agricoltura biologica e sociale bergamasca. Quest’ultimo ha organizzato un incontro il 28 novembre 2024 presso il Parco dei Colli, proprio per presentare i 4 distretti ufficiali e dialogare con vari esperti del settore circa il ruolo e la funzione dei distretti in Lombardia.
Il Bio-Distretto bergamasco ha ottenuto l’importante riconoscimento attraverso un percorso durato circa un anno che ha comportato modifiche statutarie e una condivisione anche con soggetti esterni, come le associazioni di categoria e gli altri distretti bergamaschi. Infatti nel territorio bergamasco, oltre al Distretto Biologico, operano altri due distretti già riconosciuti in passato e suddivisi su base geografica: il Distretto del cibo Bergamo Valli e Laghi e il Distretto Agricolo della Bassa Bergamasca (Dabb). L’esistenza di ben tre distretti provinciali è importante ai fini del presidio agro-ambientale della bergamasca. Ogni tipologia di distretto ha proprie caratteristiche e obiettivi; il ruolo chiave del Distretto Biologico si identifica principalmente nel diffondere il modello biologico, affinché diventi una base solida dello sviluppo agricolo, verso una sempre maggiore sostenibilità dei modelli di produzione e consumo di cibo locale.
Bio e sociale Cibo buono per tutti
Il Distretto biologico si pone come obiettivo principale l'aumento della superficie agricola biologica di almeno il 10% nei prossimi anni, attraverso vari strumenti quali ad esempio la promozione della produzione biologica, la formazione degli operatori agricoli, lo sportello di assistenza per ottenere la certificazione bio. Una bella sfida considerato che il distretto si estende su una superficie di circa 61.000 ettari, di cui solo 2.300 con certificazione biologica. E’ un impegno importante che si inserisce nell’obiettivo nazionale ed europeo di arrivare al 25% di superficie biologica entro il 2030, partendo dalla media nazionale odierna del 17% circa. Vari i progetti in atto o previsti, tra cui la rete dei produttori vitivinicoli biologici, le iniziative per ridurre e recuperare lo spreco alimentare, il sostegno alla piccola filiera locale della farina e del pane.
Il nuovo nome del distretto biologico, leggermente modificato rispetto a prima, contiene però ancora al suo interno il rimando ad un altro pilastro che ha caratterizzato il Bio-Distretto fin dalla sua costituzione avvenuta nel 2016: l’agricoltura sociale. All’associazione aderiscono infatti aziende e cooperative agricole biologiche, una cooperativa di consumo, operatori della filiera, istituti scolastici e Comuni, tra cui parecchi soggetti impegnati in progetti di inclusione di persone fragili ed ex detenuti. Una sostenibilità a tutto tondo, quindi, che permette di far arrivare ai consumatori cibo sano e giusto, a filiera corta e km zero, buono per la salute, per la società e per l’ambiente.