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Ora tocca a noi! Seminare valore lascia il segno

Il progetto triennale della cooperativa Gasparina di Sopra si chiude rilanciando una comunità che fa rete attorno alla cura dell'ambiente e delle persone

Si è scelta l’aula magna di una scuola e il confronto con i più giovani per la tappa finale dell’intenso e ricco percorso del progetto “Seminare Valore, Coltivare Comunità”, che ha messo in rete una biodiversità di soggetti attorno ad un grande e impegnativo obiettivo: promuovere la riconnessione tra comunità e ambiente, tra cura del territorio e cura delle persone che lo abitano, all’insegna di una società inclusiva e in sintonia con l’ecosistema locale.

La freschezza della mattinata di martedì 14 novembre si è unita alla freschezza delle studentesse e studenti del liceo don Milani di Romano L.do che con entusiasmo hanno aderito alla proposta di condivisione e lavoro sulle tematiche sviluppate nel corso di questi mesi dai partner di progetto: il Parco Regionale del Serio, la Cooperativa Sociale Agricola Moobaa e Mestieri Lombardia (sede di Treviglio), con il coordinamento dalla Cooperativa Sociale Gasparina di Sopra, in collegamento con una serie di ben 23 realtà intervenute con specifiche competenze e apporti. Quattro le materie principali trattate, che hanno ispirato altrettanti gruppi di lavoro nei quali il numeroso pubblico è stato coinvolto: inserimento lavorativo, sviluppo della filiera agricola, educazione ambientale e infine valorizzazione dell’ecosistema e fruibilità eco turistica del territorio.

Dopo i saluti istituzionali, sono stati introdotti argomenti e risultati delle attività del progetto con l'ausilio di un breve video e due interventi, rispettivamente di Stefano Maistrello, responsabile della comunità terapeutica per il Reinserimento e l’Autonomia della Gasparina di Sopra, e di Ivan Bonfanti responsabile del settore ecologia e ambiente del Parco del Serio.

Da progetto sociale a progetto di vita

“Lavoro, autonomia, socializzazione: in campo con le persone” è stato il primo dei due focus che ha unito e ripercorso le azioni riguardanti l’inserimento lavorativo e quelle relative allo sviluppo della filiera agricola. Stefano Maistrello ha centrato il proprio intervento sul concetto di salute, intesa non solo come assenza di malessere o di malattia bensì come promozione di un benessere generale, sottolineando quali e quanti sono i determinanti sociali della salute: dai fattori psicofisici, agli stili di vita, alle reti sociali, alle condizioni socio-economiche e culturali. Collegato a questo è il concetto di fragilità, che indica una condizione insita in tutti noi e che a volte provoca delle crepe e delle fratture non sempre facili da ricomporre: questo è ciò di cui si occupa proprio una cooperativa come la Gasparina, che si vuole prendere cura delle persone e dell’ambiente in cui si vive. Inserimento lavorativo ma anche gestione delle relazioni e del tempo libero, in un tutt’uno che deve portare a una crescita di fiducia in se stessi e negli altri e ad una maturazione del livello di responsabilità verso di sé e verso il contesto sociale. Un progetto che da sociale diventa progetto di vita, con al centro le persone che da destinatarie divengono protagoniste del proprio percorso.

L’agricoltura in particolare è un settore nel quale alcuni valori necessari all’acquisizione di autostima sono insiti nelle stesse attività pratiche: l’attesa, la programmazione, il prendersi cura, il fare insieme, la gestione dell’imprevisto sono aspetti connaturati al lavoro nei campi, con cui occorre confrontarsi quotidianamente. Per questo motivo lo sviluppo della filiera agricola è così congegnale a valorizzare la connessione tra lavoro e ambiente, tra cura e attenzione alle persone e cura e attenzione all’ambiente.

A questo proposito, gli altri due filoni riguardanti l’educazione ambientale e la valorizzazione paesaggistica sono stati introdotti da Ivan Bonfanti attraverso un gioco svolto in diretta, con una serie di domande e quiz che hanno coinvolto tecnologicamente studenti e non, interrogandoli in modo divertente su aspetti relativi a ecologia e sostenibilità ambientale, con il fine di sensibilizzare verso la conservazione della biodiversità e la fruizione responsabile di spazi naturali.

Spazio poi ai lavori suddivisi in quattro gruppi coordinati ciascuno da due facilitatori, organizzati in modo da rendere ciascuno coinvolto e partecipe alla discussione. Non c’era bisogno di conferma, ma quando si passa la palla ai più giovani e si aprono i dibattiti entrando nel merito e nel concreto delle questioni, la ricchezza di vedute e di considerazioni emerge sempre come un ulteriore valore e i semi lanciati anche in questa occasione sono stati colti e raccolti con intelligenza e compartecipazione, affrontando e approfondendo temi non semplici: dall’inclusione lavorativa di soggetti fragili all’agricoltura a filiera corta e km zero, dall’educazione ambientale alla valorizzazione eco turistica del territorio. Dagli stessi ragazzi e ragazze è emersa la richiesta di poter conoscere e approfondire maggiormente queste tematiche, che spesso non sono trattate nelle materie scolastiche e con cui non hanno l’occasione di venire a contatto nella maggioranza delle loro attività.

Una comunità per coltivare futuro

Dopo la stimolante condivisione delle riflessioni emerse all’interno di ciascun gruppo, il presidente del Distretto di economia sociale solidale della bergamasca, Matteo Rossi, ha tracciato alcune considerazioni finali collegando i lavori della mattinata al più ampio contesto dell’attualità: creare “coscienza di luogo”, ovvero domandarsi cosa accade nel territorio attorno a noi e quale impatto hanno l’economia e i nuovi flussi sui territori e sulle persone, e capire come poter rispondere a queste sfide. A volte occorre resistere, a volte cercare di preservare o quanto meno “governare” questi processi, altre magari provare a indirizzarli. Se non proviamo a reagire, l’impatto sulla società può creare fratture e comunità chiuse, che di conseguenza non sono in grado di affrontare le sfide presenti e future. Curare le fratture sociali e le persone più fragili implica però applicare un modello di sviluppo diverso da quello che ci ha portati fin qui, più responsabile, più inclusivo, meno competitivo ed estrattivo di risorse.

Proprio verso questo obiettivo il lungo percorso di “Seminare Valore Coltivare Comunità” ha mosso i suoi passi, come conferma Sara Merelli, la responsabile scientifica del progetto per conto della cooperativa Gasparina, che vede nella rete, nel lavoro di squadra e nella comunità di soggetti biodiversi che si è andata creando attorno a questo progetto il suo maggior valore aggiunto. Relazioni di cura e di riconnessione tra la comunità e l’ambiente, tra il lavoro e le persone, tra i luoghi e chi li abita: “ora tocca a noi” pertanto non è solo il titolo di un convegno conclusivo, bensì un passaggio di consegne, un’esortazione alla comunità tutta di rendersi protagonista del proprio ambiente di vita, del proprio territorio, del proprio futuro.

Diego Moratti

Dicembre 2023

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