Il Distretto Agricolo verso progetti d’area che prevedono ambiziosi obiettivi. Tra questi l’apertura al biologico
Uno degli obiettivi del Distretto Agricolo della Bassa Bergamasca è di valorizzare al meglio le attività dei soci e consentire loro di poter concorrere più efficacemente ai bandi e contributi attraverso progetti legati al territorio.
Il progetto integrato d’area
«Stiamo studiando un progetto integrato d’area, che come prevede Regione Lombardia dev’essere finalizzato a favorire percorsi di sviluppo dei sistemi rurali locali, attraverso l’integrazione degli attori pubblici e privati. Deve quindi coinvolgere una pluralità di soggetti – spiega Bortolo Ghislotti, referente del Tavolo del latte -. L’obiettivo è costituire un gruppo di aziende agricole, comprendenti anche produttori di latte, che decidano di investire sul biologico, producendo per esempio taleggio da latte biologico del distretto agricolo o formaggi DOP biologici, a cui va ad aggiungersi la certificazione col marchio del distretto stesso».
Dai dati dell’AIAB, l’associazione nazionale agricoltura biologica, si evince che quello delle coltivazioni biologiche è un settore in crescita: la domanda interna di cibo biologico è aumentata del 24% e la superficie agricola di biologico in Italia, nel giro di un solo anno, è passata da un 10% scarso al 14%.
È questo - in effetti - un settore trainante, un trend da considerare e che non si può ignorare se si guarda al futuro. Dopotutto sono i consumatori a chiederlo, anche se sulle motivazioni che spingono la gente a scegliere cibo biologico si potrebbe discutere: spesso infatti più che una scelta consapevole è una moda salutista che non implica una consapevolezza di come tutela ambientale e sviluppo rurale più equilibrato e naturale passino attraverso questa scelta.
Qualche dato sul latte nella bassa
Entriamo ora più nel merito del settore lattiero-caseario, che Ghislotti conosce bene. All’interno del Distretto Agricolo della Bassa Bergamasca gli allevamenti sono oltre 300. Ogni allevamento produce in media quotidianamente 25 quintali di latte (la maggioranza di essi ne produce tra i 14 e i 30 quintali al giorno).
Circa 30 allevatori producono il 30% del latte del distretto, mentre 200 allevatori ne producono il 55% del totale. «Questo sta a dimostrare che la produzione media del distretto non è elevata, non siamo aziende gigantesche. La particolarità dei nostri allevamenti è che sono in gran parte a conduzione familiare».
Il compartimento caseario è comunque ben rappresentato; si producono infatti grana padano, provolone valpadana, gorgonzola, taleggio, quartirolo lombardo e salva cremasco, vale a dire ben 6 DOP su 9 in Bergamo. Mancano all’appello nella Bassa lo Strachitund, il Formai da mut e il Bitto. La bassa presenta dunque un comparto lattiero caseario di tutto rispetto, con una varietà, quantità e qualità che deve ancora essere conosciuta e valorizzata per il suo vero potenziale dagli stessi abitanti: anche per questo il distretto ha molto lavoro da fare.
Lorenzo Dell’Onore
Provincia di Bergamo
> DOP presenti nel distretto bassa pianura bergamasca
• 1. Grana Padano
• 2. Provolone valpadana
• 3. Gorgonzola
• 4. Taleggio
• 5. Quartirolo lombardo
• 6. Salva cremasco
> Altre DOP bergamasche (presenti in montagna)
• 7. Strachitund
• 8. Formai da mut
• 9. Bitto
> Produzione di latte degli allevamenti nel distretto bassa pianura bergamasca
• Circa 30 allevatori producono il 30% del latte del distretto
• Circa 130 allevatori producono il 15%
• Circa 200 allevatori producono il 55%
(dati del 2015)