Portare l’esempio dei Distretti Agricoli territoriali come buona pratica per il G7 agricoltura di Bergamo
Come ormai tutti sanno, nel mese di ottobre si terrà nella città di Bergamo il G7 agricolo, un evento che vedrà riunirsi i grandi della Terra per trattare temi di assoluto rilievo, tra cui le politiche agricole del futuro. Il DABB – Distretto Agricolo della Bassa Bergamasca, nonostante si inserisca in un contesto molto più ristretto rispetto alla scena mondiale e nazionale, ha però molto da dire in merito, grazie all’esperienza che sta maturando in campo tecnico, teorico e sperimentale, dai suoi esordi nel 2010 a oggi.
Il DABB è una realtà eterogenea formata da aziende agricole, produttori, cooperative agricole, amministrazioni comunali e istituzioni pubbliche e territoriali. Questa struttura allargata è uno degli elementi distintivi del distretto agricolo, che rappresenta l’unico esempio della Regione Lombardia a essere composto sia dalle aziende agricole produttrici che dalle istituzioni (con una consulta dei Comuni aderenti), diversamente da come avviene in altri distretti che vedono la partecipazione dei soli produttori.
Territorio e istituzione
Un tema, quello della sinergia tra territorio e istituzione che è un principio fondante del DABB che per bocca del suo promotore e ideatore, Giovanni Malanchini, sindaco di Spirano (Bg), si ritrova in assoluta sintonia con la sollecitazione del direttore di questa testata, Diego Moratti, che nell’editoriale di luglio proponeva di “riannodare il legame perso tra comunità ed economie locali” attraverso l’avvio di un percorso istituzionale centrato sui distretti territoriali, quali strumenti più adatti per una governance locale del cibo e dell’agricoltura.
Il DABB da tempo lavora su queste logiche: «L’intento del Distretto Agricolo della Bassa Bergamasca è proprio quello di costruire un territorio unito, in grado di riconoscersi e definirsi come una vera e propria comunità, dove, sia le piccole che le grandi aziende, facciano un gioco di squadra che ne favorisca le potenzialità», spiega Malanchini.
Alla tipica concorrenza tra le aziende locali, il Distretto contrappone un modello basato sul fare sistema all’interno di uno stesso territorio. «Non si tratta solo di commercializzare prodotti di qualità, ma di offrire un vero e proprio stile di vita legato alla concezione dell’agricoltura, del benessere animale, dell’ambiente, della storia e della tradizione del luogo - continua Malanchini -. Naturalmente con l’obiettivo, tra gli altri, anche di aumentare la redditività del comparto agricolo della bassa bergamasca».
Agire insieme
Si possono segnalare tanti traguardi meritevoli, come il successo della campagna 100% Latte italiano, con la quale il Distretto agricolo e in particolare il tavolo del latte, coordinato da Bortolo Ghislotti, ha promosso e sensibilizzato lavorando in concreto in molti dei comuni aderenti, nelle scuole, nelle piazze e anche tra gli stessi agricoltori e allevatori del territorio, chiamando tutti a fare la propria parte, compresi i consumatori, nel prestare maggiore attenzione alla provenienza delle materie lavorate nei prodotti lattiero-caseari.
Altro progetto realizzato è l’operazione di solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite dal terremoto nei mesi scorsi, con una catena di azioni e contributi che ha toccato tutto il territorio della bergamasca e non solo. Altra buona pratica da sperimentare e diffondere è legata alle scuole: gli istituti scolastici di Covo e poi anche di Spirano hanno istituito un bando Mensa che, mediante l’assegnazione di specifici punteggi, attribuisce premialità a quelle realtà che favoriscono le produzioni locali.
Dal locale a…
In definitiva alcuni modelli e progetti formulati dal DABB sono sicuramente replicabili sia nei piccoli che nei grandi contesti. In questo senso, le esperienze raccolte finora possono essere fonte di ispirazione per iniziative simili in altri territori, in uno scambio reciproco di spunti e suggerimenti.
Questo scenario può concretizzarsi solo con l’aiuto di politiche generali da parte dei livelli territoriali superiori, che però siano pronte a incentivare la nascita di queste realtà dal basso e dai territori, come sostenuto in precedenza.
Ecco perché è importante che al prossimo G7 non si parli solo dei massimi sistemi, ma anche di come valorizzare i legami locali tra agricoltura, economia e territorio.
Sheela Pulito