Il tracciato ciclabile e pedonale collegherà Ortona e Vasto alla scoperta delle palafitte per la pesca abruzzesi
“Proteso dagli scogli simile a un mostro in agguato, con i suoi cento archi il trabocco aveva un aspetto formidabile”. È così che Gabriele D’Annunzio nel suo “Trionfo Della Morte” descrive il più antico trabocco di Punta Turchino, posto sull’attuale Promontorio Dannunziano nei pressi di San Vito Chietino (CH), in Abruzzo. Oggi, le bellezze della Costa dei Trabocchi sono visitabili anche sulle due ruote, grazie al progetto Green Mobility che sta collegando le città di Pescara, Chieti, Lanciano e Vasto con una strada di 42 chilometri totalmente verde, che costeggia il mare: un vero e proprio percorso tra storia, natura e mobilità dolce.
Da palafitte per la pesca a rustici locali
L’origine precisa dei trabocchi è incerta e avvolta in un alone di mistero. Una leggenda narra che un gruppo di falegnami e funai nel XVIII secolo raggiunse la costa dell’Abruzzo: qui, non sapendo andare per mare, gli artigiani inventarono un sistema di macchine di legno e funi che permetteva loro di pescare senza dover usare barche. Già dai primi del Novecento i trabocchi divennero “le case dei pescatori”, una struttura fondamentale per la pesca e un tratto identitario molto forte per quest'area costiera. Recentemente, grazie a Slow Food di Lanciano e agli enti locali, queste tradizionali palafitte per la pesca - ormai quasi inutilizzate - sono state trasformate in rustici locali dove assaporare le specialità di pesce appena pescato: la piccola casetta di legno è stata trasformata in una cucina e i pochi tavoli sono disposti lungo la piattaforma esterna. Per collegare il trabocco alla terra, una stretta passerella, sempre in legno, mantiene la tradizione dell’antico trabocco dei pescatori.
Il progetto della Via Verde
Era da alcuni anni che si ipotizzava la costruzione di una pista ciclabile per arricchire l'offerta turistica e per collegare la costa dei trabocchi da Ortona alla città di Vasto. Il progetto ha visto però la luce solo poco tempo fa: la Via Verde è nata infatti dallo scheletro del vecchio tracciato ferroviario compromesso dalle frane e dall'erosione marina dal 1980, un tracciato di 42 chilometri che punta a organizzare il territorio per una fruizione sostenibile del mare e per ridurre l’utilizzo delle automobili, in favore dei mezzi pubblici dedicati (bike-bus). Al momento, sono in corso i lavori per completare il percorso entro la fine dell’anno, ma alcuni tratti della ciclabile sono già percorribili. Una volta conclusa, la pista collegherà Francavilla al Mare a San Vito attraversando il Parco naturale di Punta Aderci. Le tratte sono Ortona - San Vito Chietino - Fossacesia - Torino di Sangro - Casalbordino - Vasto, dove si potranno osservare le palafitte, degustare del buon pesce appena pescato e tuffarsi in mare tra una pedalata e l’altra ai piedi del Gran Sasso.
Paola Ceccarelli