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Lugana: il paesaggio nel bicchiere

Luca Formentini, Presidente del Consorzio

Il progetto del Consorzio Tutela del Lugana DOC in collaborazione con l’Associazione Florovivaisti a salvaguardia del territorio

«Per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l’albero…» fa la canzone, mentre per fare un buon Lugana ci vogliono grandi vigneti e per fare grandi vigneti ci vogliono grandi campi, senza alberi, va da sé.

Ecco perché, per fare ammenda dell’abbattimento di piante, necessario all’impianto di vigneti, il Consorzio Tutela del Lugana DOC ha recentemente promosso un progetto per la tutela del territorio, in collaborazione con l’Associazione Florovivaisti.

L’operazione prevede la messa a dimora di nuove piante, tutte le volte che un esemplare preesistente dev’essere estirpato per far spazio a nuovi filari; il tutto a spese delle 150 aziende vinicole che ad oggi fanno parte del Consorzio e a prezzi agevolati, grazie alla collaborazione con le Associazioni Florovivaisti Venete e Lombarde, partner del progetto.

Nasce così, da una da una visione condivisa da diversi enti, la campagna “Lugana per l’ambiente, l’ambiente per il Lugana”, per far fronte a un problema reale, se si pensa che solo nell’arco del 2015 sono stati piantati 139 nuovi ettari di Lugana.

Così, proprio in virtù di questo accordo, su terreno pubblico o privato tornerà a mettere radici un quantitativo di alberi pari a quello degli esemplari abbattuti, in collaborazione con le Amministrazioni locali di Desenzano del Garda, Lonato, Pozzolengo, Sirmione e Peschiera del Garda.

Sul regolamento stilato ad hoc per la gestione del patrimonio arboreo nelle proprietà delle aziende consortili si legge: «Il Consorzio Tutela del Lugana DOC riconosce l’inestimabile valore delle alberature di tutto il territorio della zona del Lago di Garda – Territorio Morenico Gardesano (province di Brescia e Verona) quale patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico degno di tutela e conservazione», da qui l’impegno a prendersene cura, perché se è vero che per fare un buon Lugana ci vuole un grande vigneto, è altrettanto vero che non ci sarebbe Lugana senza la storia, le tradizioni e la specificità paesaggistica del territorio in cui questo vino viene prodotto.

Tanto più se poi questo territorio ha in sé una forte vocazione turistica: le terre del Lugana – il cui perimetro è stato definitivamente stabilito nel 1967 – comprendono una vasta area collinare e godono dei benefici del vicino ambiente lacustre. Un territorio che, assieme al suo vino, merita dunque di essere assaporato.

Da settembre l’iniziativa si tradurrà a tutti gli effetti in azioni concrete, a partire dalla prima consegna di 150 piante al Comune di Desenzano del Garda.

A fare da traino della campagna “Lugana per l’ambiente, l’ambiente per il Lugana” in prima linea Luca Formentini, Presidente del Consorzio dal 2013, ora al suo secondo mandato consecutivo: «Uno dei punti qualificanti della mia rinnovata presidenza è proprio la scelta di dedicare buona parte delle risorse del Consorzio alla cura dell’ambiente in cui viviamo e produciamo il nostro vino. Siamo promotori di una viticoltura sostenibile, che sappia bilanciare gli aspetti produttivi con la salvaguardia del territorio. Non solo abbiamo previsto il reintegro delle alberature, ma abbiamo anche posto dei limiti molto stretti sulle tipologie di alberi da reimpiantare, in modo da utilizzare solo specie autoctone. Un vino di qualità nasce da un territorio di qualità e contribuisce alla sua valorizzazione perché da essa dipende la sua credibilità a livello locale ma anche internazionale (il 70% di quanto produciamo viene esportato in Europa e nel mondo)».

Il progetto è stato felicemente accolto anche da Regione Lombardia: «L’iniziativa è un esempio di come si possa costituire una rete imprenditoriale in campo agricolo in grado di coniugare la redditività alla sostenibilità ambientale, con ricadute positive per il territorio e la cittadinanza – dichiara l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ribadendo il grande valore economico del settore – il Lugana è una delle più importanti DOC lombarde, che negli anni ha saputo incrementare il proprio valore, arrivando a oltre 115mila ettolitri prodotti nel 2015 e ad un valore dell’imbottigliato che è passato dai 23,4 milioni di euro del 2008 a 62,6 milioni del 2015».

La Turbiana, il vitigno autoctono del Lugana è oggi una delle uve bianche più cara d’Italia: nella vendemmia 2015 il prezzo medio delle uve è stato di 180 euro al quintale.

«Non stupisce quindi che cresca costantemente la superficie vitata, oggi pari a 1675 ettari (di cui 263 in Veneto e 1412 in Lombardia) – spiega Carlo Veronese, Direttore del Consorzio Tutela Lugana DOC –. In una DOC in continua crescita è fondamentale continuare a interrogarsi sul futuro della denominazione, contando sull’esperienza e il confronto fra tutti i produttori e gli altri protagonisti che determinano il successo di questo vino», patrimonio arboreo autoctono incluso.

Per ulteriori dettagli:

www.consorziolugana.it

Angela Garbelli 

(Nella foto: Luca Formentini, Presidente del Consorzio di Tutela del Lugana)

Settembre 2016

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