Il progetto del campus lecchese del Politecnico in collaborazione con Comune e Provincia per contrastare il dissesto idrogeologico. Un'università che vive sul territorio
Il primo passo per studiare strategie di tutela di territori complessi come quelli montani e fluviali passa dal monitoraggio: su questo la città di Lecco sta facendo scuola, grazie al progetto Smart-Sed (Sustainable Management of sediment transport in response to climate change conditions) messo in campo dal Politecnico di Milano - polo territoriale di Lecco affiancato da Comune e Provincia e sostenuto da un finanziamento di Fondazione Cariplo.
Progetto pilota a livello nazionale dedicato alla ricerca sul dissesto idrogeologico per la previsione, prevenzione e mitigazione del rischio, Smart-Sed è entrato proprio nei mesi scorsi nella sua nuova fase, con il posizionamento nel torrente Caldone di trecento nuovi “sassi gialli” dotati di microchip per lo studio delle inondazioni sul territorio.
“Sassi gialli” per monitorare le inondazioni
Il progetto Smart-Sed è partito a inizio 2017, con l'obiettivo di creare un modello di studio e analisi dei rischi derivanti dalle inondazioni e dal dissesto idrogeologico su un determinato territorio, modello che potrà poi essere applicato anche ad altre realtà. Cardini del progetto sono i cosiddetti “sassi gialli”, cioè pietre prelevate dal torrente Caldone – corso d'acqua che attraversa il rione lecchese della Bonacina e che preoccupa maggiormente l'abitato in caso di esondazioni – e dipinte di giallo, nelle quali sono stati inseriti dei transponder Rfid (Radio Frequency Identification): in questo modo sarà possibile monitorarne lo spostamento in caso di aumento della portata del bacino fluviale e come secondo step sarà possibile sviluppare modelli matematici per prevedere la dinamica delle alluvioni per ridurre o circoscrivere gli eventuali danni, specialmente per quanto riguarda il trasporto solido, cioè il materiale trasportato a valle in caso di forti piogge.
Fino a oggi, nel Caldone sono stati rilasciati all'incirca 880 “sassi gialli”, 580 in una prima fase e 300 nella seconda, grazie anche al finanziamento di 190 mila euro ottenuto con la partecipazione a un bando di Fondazione Cariplo.
Tra dottorandi, strutturati e studenti, sono circa una ventina le persone impegnate sul progetto.
L'università e il territorio
Obiettivo del progetto, ha spiegato la professoressa del Politecnico Laura Longoni, è quello di «dare risposte al comune sulla gestione del territorio e fare in modo che la ricerca non rimanga fine a se stessa», tanto più se si considera che - per la sua particolare conformazione a cavallo tra lago e montagna – quello lecchese si configura come un territorio particolarmente sensibile a problematiche di questo genere.
Non a caso, infatti, lo scorso settembre è stato attivato proprio presso il polo di Lecco dell'ateneo il nuovo corso di “Ingegneria civile per la mitigazione dei rischi”, coordinato dalla dottoressa Monica Papini (che è anche tra le curatrici del progetto Smart-Sed) e caratterizzato da due orientamenti: prevenzione del dissesto idrogeologico e infrastrutture. Un segnale forte di un rapporto proficuo del campus universitario con il territorio di collocazione.
Erica Balduzzi