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Le mele

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Ecco perché una mela al giorno leva il medico di torno: tutto merito della pectina

Il melo proviene dall’Asia centrale: furono gli antichi Romani ad implementarne la presenza in Italia. Verso il 100 a.C. il poeta romano Orazio annota in uno dei suoi testi che l’Italia sembrava essere diventata un unico, grande frutteto e aggiunge che se il pasto perfetto doveva iniziare con le uova, non poteva non finire con le mele. I Romani appresero così bene le tecniche di coltivazione, conservazione e uso di questi frutti dai Greci e dai Persiani, che riuscirono esportarli in tutta l’Europa continentale, fino all’Inghilterra, ove erano sconosciute.
La pianta è generalmente un piccolo albero di 5-12 metri di altezza, di molte varietà con chioma densa ed espansa. La mela è in realtà un falso frutto, poiché ha origine dalla trasformazione di tutti gli organi del fiore e non solo dell’ovario come generalmente avviene in altri casi. Il segreto delle straordinarie proprietà nutrizionali e salutistiche delle mele è in gran parte nascosto dietro una fibra solubile, chiamata pectina, di cui sono particolarmente ricche.

Questo polisaccaride indigeribile aiuta a controllare i livelli di colesterolo, contribuisce a regolarizzare la funzionalità intestinale e tiene sotto controllo l’appetito. Inoltre, la sua fermentazione da parte della flora batterica intestinale, origina acidi grassi a corta catena, che avrebbero un effetto protettivo sullo sviluppo del cancro al colon.
Una mela di media grandezza, se consumata insieme alla buccia, fornisce circa 4 grammi di fibre.

Tuttavia, a differenza di quella presente in altri alimenti, buona parte della fibra contenuta nella mela è solubile in acqua. Questa proprietà le consente di formare, all’interno del nostro intestino, una massa gelatinosa, che intrappola al suo interno i lipidi e gli zuccheri in eccesso. Può essere consumata cruda o cotta e va conservata al fresco, lontana da frutta di altro genere, di cui causa l’eccessiva maturazione.

 

 
 
Dicembre 2014

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