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Le capre a Sonagli: sopra il palco le capre (in)cantano

Capre a sonagli

Emettono suoni difficilmente accostabili ad altri già sentiti. La band bergamasca che sta girando l’Italia al Pascolo (tour)

Le Capre a Sonagli sono una specie rara. Vivono ai piedi delle valli bergamasche, a Osio Sopra, ma fedelmente alla loro natura nomade, si spostano in tutta Italia a prescindere dalla stagione. Emettono strani suoni difficilmente accostabili ad altri già sentiti e nonostante appartengano alla famiglia delle capre, si distinguono per inventiva e originalità. Giusto per chiarire: questa non è la rubrica del WWF… Le Capre a Sonagli esistono davvero. Parlo della band bergamasca che sta facendo parlare di sé in tutta Italia grazie all’originalità dei pezzi proposti e alla straordinaria energia espressa sul palco: appunto, Le Capre a Sonagli.

Sono andato a trovarli nella loro saletta prove di Osio Sopra un martedì di aprile. Le Capre erano appena rientrate da una delle loro uscite fuori porta per andare al Pascolo: il tour che li sta portando a “brucare” per l’Italia. Fortunatamente, pur essendo una razza nomade, hanno forti radici, che regolarmente le riportano nel loro habitat naturale. Le radici bergamasche si sentono nella musica che passa oltre i confini spaziando in vari generi, senza cadere nel vortice di uno di quei nuovi e pluri-composti nomi tanto cool che confondono le idee più che chiarirle. In un mare di alternativismo fatto di musica normale e gente minuziosamente alternativa, Le Capre a Sonagli hanno scelto la combinazione opposta. Ora, dire che Stefano, Giuseppe, Matteo e Enrico sono delle persone normali forse non è la più grande verità: per fare musica di questo tipo un tocco di pazzia è sicuramente necessario, ma chiacchierando con loro la presunta pazzia si presenta vestita di semplicità e simpatia. Con il recente rientro da Toscana e Umbria, i conseguenti aneddoti e l’entusiasmo per la notizia della vittoria ad Arezzo Wave Lombardia, ricevuta il giorno stesso, la serata decolla alla grande.

SAdiCAPRA è uscito nel novembre 2012

Avevo avuto il piacere di ascoltare Le Capre a Sonagli mesi fa quando il loro ultimo album SAdiCAPRA era in streaming in esclusiva per XL di La Repubblica, per poi sentirli finalmente dal vivo. L’album è stato una scommessa vinta dai quattro ragazzi che sono riusciti a ottenere un risultato che rispecchia la sostanza delle loro idee. Completamente autoprodotto, SAdiCAPRA è il risultato della
determinazione della band che nel 2011 ha vinto Nuovisuoni Live, concorso indetto dal Comune di Bergamo, il cui premio in denaro è stato reinvestito nel progetto del nuovo album. Delle capre porta con sé la testardaggine: testa dura, occhi e orecchie puntati nella direzione della strada scelta facendo di testa propria. Non c’è dubbio, questo album SAdiCAPRA al 100%. Un lavoro che nel senso più positivo del termine, possiamo definire artigianale, dalla prima all’ultima fase. Un’ultima fase coronata dalla serigrafia eseguita copia per copia da Andrea Baldelli della CORPOC di Stezzano.

Alle origini di SAdiCAPRA c’è il legno di una chitarra acustica. Le corde a contatto con il legno hanno liberato le idee che con la chitarra elettrica non riuscivano a trasferirsi dalla testa al suono vero. Una genuinità musicale che ha portato Le Capre a Sonagli ad avvicinarsi a sonorità folk, senza però abbandonare la linea stoner che è ben radicata sia nel primo album, sia nelle esperienze precedenti della band con il nome di Mercuryo Cromo. Il secondo album de Le Capre a Sonagli è un viaggio e ogni pezzo è un luogo totalmente immaginario visitato nella sua più nuda essenza: da ambientazioni piratesche a deserti, a saloon e altro ancora. I testi non descrivono nel dettaglio l’ambientazione della canzone, ma lasciano spiragli all’immaginazione dell’ascoltatore che, per essere coinvolto totalmente, deve affidarsi all’interpretazione del cantato più che alle parole.

La cultura musicale, i video e Appropolipo

Durante la non-intervista si parla di tutto: di cosa significhi il termine “alternativo” e di quanto sia topico il termine “underground”. Poi si passa alla parola “emergente”, da cui non emerge sicuramente un chiaro significato, se non che si tratti piuttosto di un’emergenza musicale che in molti casi rischia di essere infinita. Proprio sul volgere del discorso cade un piatto: il premio vinto a un concorso. Una coincidenza che diventa un filo conduttore che ci porta al capitolo “Premi: quelli veri”. Sicuramente la partecipazione ad Arezzo Wave, a fine giugno, sarà una gran bella tappa nell’esperienza della band, ma ora quello che li rende veramente felici è il fatto di aver conosciuto, durante il loro tour, tante persone che hanno dimostrato di credere nella cultura musicale.

Non resta altro che consigliarvi l’ascolto de Le Capre a Sonagli su CD e soprattutto live: www.lecapreasonagli.it

Giorgio Sappilo

Maggio 2013

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