È un esemplare di tartaruga delle Galapagos particolarmente prolifico a salvare la specie dall'estinzione
La testuggine della Galapagos, nome scientifico Geochelone nigra, è la più grande tartaruga attualmente conosciuta: può superare il metro di lunghezza e raggiungere addirittura i trecento chili di peso. Ma non solo la stazza è da record: la tartaruga gigante è uno degli animali più longevi della Terra e può arrivare fino ai centocinquanta anni di età.
La maggior parte di questi esemplari vive al centro dell’arcipelago delle Galapagos, al largo dell’Ecuador, e predilige climi tropicali con temperature alte e piogge abbondanti. Nelle ore più fresche della giornata la testuggine resta all’asciutto nelle pianure erbose delle isole, mentre durante le ore più calde si sposta sulla costa, percorrendo sempre gli stessi percorsi e sguazzando di tanto in tanto nel fango per abbassare la temperatura corporea e liberarsi dalla mosche e dai parassiti. Un altro suo valido alleato contro gli insetti è il fringuello delle Galapagos, che è solito posarsi sul carapace della tartaruga per ripulirlo con cura dagli ospiti indesiderati.
Le testuggini si nutrono di erbe, foglie e frutti, ma vanno particolarmente ghiotte di cactus, da cui assumono gran parte dei liquidi della loro dieta, visto e considerato che praticamente non bevono.
Vivono generalmente in pace con gli altri e tra loro, ma può scoppiare qualche scontro durante la stagione degli accoppiamenti tra gennaio e agosto: non si arriva comunque mai a ferimenti. Le uova vengono deposte al riparo dall’umidità e seppellite sotto terra dalla madre.
Ogni covata conta mediamente dieci uova e i piccoli, una volta nati, devono cavarsela da soli.
La maggior parte di loro muore però nei primi dieci anni di vita, il che non aiuta lo stato di conservazione della specie. La testuggine delle Galapagos, infatti, è già a rischio di estinzione.
La dinastia della testuggine “Casanova”
A invertire questa tendenza è arrivato fortunatamente Diego, il Casanova delle tartarughe. L’esemplare ha lasciato lo zoo di San Diego per tornare sul lido delle Galapagos nel 1977 e da allora pare che abbia messo al mondo ben trecentocinquanta piccoli.
C'è persino chi sostiene che i suoi “figli” siano addirittura ottocento! E gli esperti assicurano: non smetterà di riprodursi fino alla morte. Un bel sollievo, vista la delusione di ambientalisti e scienziati nei confronti del solitario George, altro esemplare che morì nel 2012 senza lasciare eredi.
Innumerevoli tentativi di farlo accoppiare, ma niente da fare: solo con l’autopsia si scoprì che l’infertilità della testuggine dipendeva da un problema all’apparato riproduttivo. Imbalsamato e dichiarato “patrimonio culturale del popolo”, George è diventato un’attrazione per i quasi duecentomila turisti che ogni anno visitano l’arcipelago, dal 1959 parco naturale protetto. Il collega Diego intanto si dà da fare per assicurare continuità alla sua dinastia.
La preoccupazione degli scienziati è però che l’assenza di variabilità genetica renda più vulnerabili le tartarughe e le esponga a malattie e cambiamenti climatici. Va detto che la fauna dell’arcipelago ha da sempre dimostrato grande capacità di adattamento, quindi per ora niente allarmismi. Che la natura faccia il suo corso!
Laura Spataro
The world’s longest-living species of tortoise saved by a Casanova
A particularly prolific Galapagos tortoise has saved the species from extinction
The Galapagos tortoise (scientific name Geochelone nigra) is the largest known tortoise in existence: they are known to grow to over 1 metre in length and can even reach three hundred kilos in weight. But it is not just their sheer size that is record breaking; the giant tortoise is one of the animals with the longest lifespan on Earth and can reach up to one hundred and fifty years of age.
Most of these specimens live in the centre of the Galapagos archipelago, off the coast of Ecuador, and prefer tropical climates with high temperatures and abundant rainfall. In the cooler hours of the day the tortoises stay dry on the grassy plains of the islands, while during the hottest hours they move along the coast, always following the same paths and wallowing from time to time in mud to lower their body temperature and rid themselves of flies and parasites. When it comes to removing insects, the Galapagos or Darwin’s finch is another one of their allies; they can often be found perched on the tortoise’s carapace cleaning it of any unwanted guests.
The tortoise feed on grass, leaves and fruit, but they are particularly fond of cacti, from which they take most of the liquids for their diet, as they almost never drink.
They generally live in peace with other animals and with each other, but a few clashes are known to break out during the mating season between January and August: injuries are, however, very rare. The eggs are stored away from moisture and buried under ground by the mother.
Each clutch counts on average ten eggs and the little ones, once born, have to fend for themselves. Sadly, the majority of them die in their first ten years of life, which does not help the conservation status of the species. In fact, the Galapagos tortoise is at risk of extinction.
The dynasty of the “Casanova” tortoise
Fortunately Diego, known as the Casanova of the tortoises, arrived to reverse this trend. He left San Diego Zoo, returning to the Galapagos coast, in 1977, and since then seems to have brought to the world a good three hundred and fifty babies! There are even those who claim that he has “fathered” eight hundred offspring! Experts assure that he will not stop reproducing until the day he dies.
A welcome relief, after the disappointment of environmentalists and scientists with “Lonesome George”, another tortoise who died in 2012 without producing any offspring.
There were countless attempts to encourage him to mate, but nothing worked: only once the autopsy was completed it was discovered that the tortoise’s infertility was due to a reproductive problem.
He was embalmed and declared "cultural heritage of the people".
George has now become an attraction for the almost two hundred thousand tourists who visit the archipelago every year, which since 1959 has been a protected natural park.
Meanwhile, his colleague Diego is working to ensure the continuity of his dynasty.
However, the concern of scientists is that the absence of genetic variability makes tortoises more vulnerable and exposes them to diseases and climate change. It must be said that the fauna of the archipelago has always shown great ability to adapt, so at least for now there is no need for alarm. Let nature take its course!