I livelli dei giudizi: il fare e l’essere
Per quale motivo a volte non è sentita di buon grado una critica proveniente dall’esterno? È capitato a tutti, almeno una volta, di ricevere un giudizio da parte dell’altro in diversi contesti di vita: sul lavoro, nel gruppo di amici, in famiglia. Sono certa di poter affermare che ognuno di noi ha sperimentato almeno una volta nella vita una sensazione di irritazione e rabbia dopo un’affermazione altrui percepita come svalutante. Perché questo accade? La nostra reazione di fronte a una critica dipende forse dalla persona che la muove? Dal contesto in cui avviene la dinamica comunicativa? Dal momento in cui viene mossa? Dalla nostra capacità di autocontrollo? O forse si tratta anche di altro?
La nostra reazione a una critica esterna dipende da tutti questi fattori così come dal livello della critica stessa. Ci sono infatti due livelli fondamentali attraverso i quali il giudizio dell’altro o verso l’altro può essere espresso: il fare e l’essere. Quando una critica è mossa a livello del fare è certamente più sostenibile in quanto il giudizio riguarda il nostro operato e non noi stessi. Un esempio di critica a livello del fare potrebbe formularsi in questa forma: «A mio avviso il tono che hai utilizzato con la collega durante la riunione è stato un po’ troppo acceso». Diversamente la stessa critica mossa sul livello dell’essere sarà: «Sei un maleducato!».
Va da sé che nel momento in cui la critica è al nostro essere come persona la svalutazione che sentiamo arrivare dall’altro è molto più pesante e molto meno semplice da digerire. Essere più consapevoli del livello attraverso il quale la critica viene espressa può aiutarci a comprendere il significato della stessa. Cogliere questa distinzione è inoltre utile anche nel momento in cui siamo noi a criticare: tener presente i due possibili livelli di critica ci permetterà di esprimere un giudizio a livello del fare che verrà più facilmente compreso e accettato dall’altro. Ecco allora che la critica assumerà un carattere costruttivo che facilmente sarà percepito come valore aggiunto nella relazione, migliorandola e rendendola più sostenibile nel tempo.
Valentina Mangili - Psicologa dell'equipe the clew