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La ricerca della bellezza secondo Raffaello

La ricerca della bellezza secondo Raffaello

Al Museo della Permanente di Milano la mostra che celebra il pittore di Urbino a 500 anni dalla morte. Al Mudec in mostra suggestioni d'Oriente

Dopo Leonardo da Vinci, il 2020 è l’anno di Raffaello Sanzio. Per celebrare i 500 anni dalla sua morte, il Museo della Permanente di Milano ospita, fino al 2 febbraio, la mostra Raffaello 2020, un’esposizione non convenzionale, realizzata sulla base di autorevoli contributi scientifici. L’evento infatti è multimediale e si svolge attraverso cinque sale, per la durata complessiva di circa 75 minuti.

La mostra si dispiega dal pavimento, alle pareti e al soffitto della sala, illustrando al pubblico la storia di Raffaello, le sue opere, i luoghi in cui è nato e ha realizzato la sua produzione artistica. Il contesto storico-geografico cinquecentesco è ricreato attraverso animazioni, scenografie, suoni e colori. Lo spettatore ammira le opere raffaellesche immerso in un contesto originale e innovativo.

La bellezza nell’equilibrio

Il lavoro di Raffaello è diametralmente opposto all’opera pittorica di Leonardo. Mentre quest’ultimo cercò, attraverso i suoi disegni, di indagare la natura e la struttura delle cose, Raffaello si interessò alle leggi armoniche che governano la bellezza della natura, che deriva dall'equilibrio di tutte le parti. 

Durante la sua breve vita (morì infatti prematuramente nel 1520, a soli 37 anni), Raffaello rivoluzionò l’arte occidentale, nel periodo del passaggio tra la pittura umanistica e il rinascimento maturo. Nato e formatosi a Urbino, culla dell’umanesimo, l'artista portò avanti gli insegnamenti del suo maestro, il Perugino, dal quale aveva appreso il gusto decorativo, la grazia delle figure e l’espressione dei sentimenti. Raffaello fece sue tutte le esperienze più alte prima di lui, rendendole al meglio. Superò l’isolamento delle figure senza atmosfera del grande Piero della Francesca, magnifiche ma prive di una realtà concreta.

Subito dopo la morte di Raffaello, prese il via la sua idealizzazione che portò alla creazione di un vero e proprio mito. I suoi allievi, scappati dopo il Sacco di Roma del 1527, portarono il linguaggio del maestro in giro per l’Italia e l’Europa. Merito di Raffaello è quello di aver creato un linguaggio universale, interleggibile e riproducibile. La luce, il colore e il dinamismo delle sue composizioni possono essere facilmente comprese da tutti e ci lasciano incantati ancora oggi.

Uno sguardo a Oriente

I dipinti cinquecenteschi di Raffaello rappresentano il linguaggio pittorico italiano e europeo. Ma com’era intesa l’arte dall’altra parte del mondo? La fascinazione per l’Oriente investì l’Europa alla fine del XIX secolo e una mostra al Mudec, il Museo delle Culture di Milano, fino al 2 febbraio 2020 ci permette di scoprire come questo fenomeno ebbe luogo. La mostra “Impressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone”, approfondisce le dinamiche dei complessi scambi artistici che si susseguirono tra il 1860 e il 1900. Tra le oltre 170 opere esposte troviamo dipinti, stampe, oggetti d’arredo, sculture e oggetti di arte applicata, che provengono da importanti musei, italiani ed europei, e da collezioni private.

La mostra si focalizza sui maggiori artisti europei che hanno subito l’incanto del ‘Giapponismo’, come ad esempio Van Gogh, Gauguin e Monet, esponendone alcuni dei capolavori assoluti dell’epoca. Molti sono gli artisti italiani che caddero nell’incanto del Giapponismo, come Giuseppe De Nittis, Galileo Chini Vincenzo Gemito, Federico Zandomeneghi e Giovanni Segantini, attivo interprete di immagini che facevano uso di questi stimoli.

Cristina Cireddu

 

Mostre in Lombardia... e non solo

  • Con nuova e stravagante maniera

Una mostra dedicata a Giulio Romano, erede di Raffaello, con la collaborazione del Louvre. Palazzo Ducale - Mantova. Fino al 6 gennaio.

  • Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo

Quattro sezioni tematiche che raccontano la volontà degli artisti di superare i canoni dell’arte tradizionale. Bergamo – GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea - Via San Tomaso, 53 - Fino al 6 gennai.

  • Botero

Un visionario inno all’esistenza che approfondisce il disegno come fondamento della forma. Palazzo Pallavicini, via San Felice 24 - Bologna. Fino al 12 gennaio.

  • Daniel Steegmann Mangrané. A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand

L'artista indaga complessi sistemi ecologici e la relazione tra cultura e natura. Pirelli Hangar Bicocca, Via Chiese 2 - Milano. Fino al 19 Gennaio.

  • De Chirico

Un viaggio tra gli enigmi e i misteri della pittura di De Chirico, tra i più geniali e controversi protagonisti dell’arte del XX secolo. Palazzo Reale Piazza del Duomo, 12 - Milano. Fino al 19 gennaio.

  • Guggenheim. La collezione Thannhauser. Da Van Gogh a Picasso

Una selezione di cinquanta capolavori dei grandi maestri impressionisti, post-impressionisti e delle avanguardie dei primi del Novecento.Palazzo Reale Piazza del Duomo, 12 - Milano. Fino al 1 marzo. 

  • Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky

Un omaggio al principale scultore del Novecento. La mostra ospiterà anche una ventina di opere di altri celebri artisti quali Braque, Chagall, Mirò, Kandinsky, Derain, Léger. Verona, Palazzo della Gran Guardia - Piazza Bra, 1. 
Fino al 5 aprile.

  • Donne nell’arte: da Tiziano a Boldini

Un’esposizione dedicata alla rappresentazione della donna nell’arte dal Cinquecento fino alla Belle Époque, Brescia – Palazzo Martinengo Cesaresco, Via Dei Musei 30. Dal 18 gennaio al 7 giugno.

Dicembre 2019

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