Quando la paura smette di essere risposta adattiva e diviene stato mentale insostenibile
La paura, istinto primario dell’essere umano così come di altre specie animali, si esprime come un’intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo reale o presunto – percepito cioè come tale nonostante la sua reale natura. Essa si distingue dall’ansia non patologica, dove l’analisi del presunto rischio è ambigua e l’esito non definito, proprio per la precisa definizione della sensazione d’imminente pericolo.
Esistono molteplici paure che accompagnano l’essere umano durante la sua vita e nessuna di esse è in sé giusta o sbagliata. Essa irrompe nelle nostre esistenze ogni qualvolta si presenti un possibile ostacolo alla nostra incolumità e, proprio per questo, saperla gestire facendo sì che la sua manifestazione divenga sostenibile e produttiva, risulta per tutti noi il compito di maggiore importanza. La paura per un esame o un colloquio di lavoro potrebbe indurci a un atteggiamento costruttivo, costringendoci a una preparazione più intensa, migliorando così l’esito della nostra performance. Al contrario, a volte la paura perde la sua funzione primaria legata alla naturale sopravvivenza della specie, e diventa invece l’espressione di uno stato mentale.
La paura diviene per noi insostenibile quando, ad esempio, non riesce a esaurirsi come reazione mentale o corporea, di fronte a una minaccia che non è più presente, trasformando la risposta alla situazione di stress da adattiva a disadattiva. Quando invece la paura prende il sopravvento e permane in misura sovradimensionata durante la situazione che l’ha generata a livello del pensiero – come ci spiega bene Daniel Goleman, noto psicologo e scrittore statunitense – anche l’apparato cognitivo ne subisce gli effetti, non riuscendo a esprimersi così come le sue potenzialità vorrebbero, incidendo infine negativamente sulle prestazioni della persona. La paura diviene altresì insostenibile quando induce il soggetto a evitare il ripetersi di una determinata situazione, impedendogli così di vivere una vita normale, e rinforzando negativamente la stessa paura, che di conseguenza aumenta il senso di sfiducia personale. La paura per un esame, quella di parlare in pubblico, la paura del diverso, dell’abbandono così come quella della morte, fanno parte dell’esperienza quotidiana. Saremo in grado di gestirla in modo sostenibile e costruttivo?
Alessandro Fortis - Fondatore dell’équipe TheClew