Dal Circolo Polare Artico al New Mexico per riprodursi nel santuario della fauna selvatica
Ogni anno l’arrivo dell’inverno porta con sé il grande e complesso fenomeno che sono i flussi migratori delle varie specie animali.
Le migrazioni più conosciute e più visibili - almeno per i nostri occhi - sono quelle che riguardano gli uccelli, che ricoprono i cieli sopra le nostre teste danzando al ritmo della natura; ma, ovviamente, non sono gli unici animali che compiono annualmente il lungo viaggio all’inseguimento di temperature più miti, ideali per la propria sopravvivenza.
La stessa cosa avviene infatti con l’epica immersione di centinaia di balene grigie che, dopo essersi rifocillate per tutta l’estate nelle gelide acque del Circolo Polare Artico, si spostano per oltre 15 mila km fino a raggiungere le acque della Baja California, il lembo di terra in Messico situato a sud del più famoso stato americano da cui prende il nome.
Qui, nelle acque calde e poco profonde della laguna di San Ignacio, un nutrito gruppo di cetacei dal peso di oltre 40 tonnellate l’uno danno alla luce i loro piccoli dopo aver affrontato la più lunga migrazione compiuta da un mammifero sulla terra.
La laguna fa parte della Riserva della Biosfera di Vizcaino, una ricchezza naturale che è anche Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco: con l’arrivo dell’inverno il luogo diventa una sorta di santuario per le balene, i delfini, le tartarughe e i leoni marini, oltre che per una moltitudine di uccelli migratori che trovano rifugio fra le foreste di mangrovie che punteggiano le coste.
Quest'angolo di paradiso terrestre è protetto da uno specifico programma di tutela ambientale, il “Laguna San Ignacio Ecosystem Science Program” che si attiva tutti gli inverni per monitorare e censire il numero di nascite e per produrre prezioso materiale informativo e divulgativo come foto, video e la registrazione del celebre canto delle balene, che permette a questi straordinari mammiferi di comunicare anche a grande distanza.
Gianluca Zanardi