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Kerala, oasi felice dell’India

Kerala, oasi felice dell’India

Viaggiare responsabile nel Paese degli dei

Kerala viene chiamata il “Paese degli dei”. Definizione un po’ ambiziosa? Forse sì, ma dalle radici antiche.

La leggenda racconta che durante il regno di Mahabali, Kerala attraversò un’epoca d’oro. Gli abitanti erano felici e ricchi e nello Stato regnava la prosperità. Mahabali, tuttavia, aveva un difetto: era egoista. Aggrappandosi a questa sua debolezza, gli dei, invidiosi della sua popolarità, posero fine al suo regno per poi decidere, visto l’affetto che il re aveva nei confronti del suo popolo, di concedergli una visita all’anno nel suo Paese.

È così che il re, venerato come un dio tra gli altri dei, ogni anno torna a Kerala ed è per questo che Kerala, ogni anno, organizza un grande festival in onore di questo ritorno: il Festival di Onam.

Per dieci giorni gli abitanti esibiscono le loro millenarie tradizioni: canti popolari, danze energetiche, massaggi Ayurveda, arte floreale… e le celebrano felicemente ricordando il loro dio.

Al di là di questi dieci giorni di festa e del suo glorioso passato, Kerala è tutt’oggi un Paese prospero. Il 90% della popolazione è alfabetizzata, il commercio è ben sviluppato e lo è anche il turismo.

Proprio a tal proposito, lo Stato ha fatto una scelta ben precisa: puntare sul turismo responsabile, facendo in modo che siano gli abitanti i primi beneficiari dell’arrivo dei viaggiatori. I locali infatti, impegnati nello svolgimento delle loro attività tradizionali, al tempo stesso le rendono un’attrazione unica per i turisti che sono alla ricerca di esperienze autentiche e sono interessati alla vita di tutti i giorni dei luoghi visitati.

Un viaggio responsabile

Esemplari, in questo senso, sono gli sforzi di Kumarakom, un raggruppamento di piccole isole sul Lago Vembanad.

Una gita in barca sul lago permette di visitare un’area molto estesa, ritrovo preferito di oltre 90 uccelli locali e 50 uccelli migratori. Il villaggio di Kumarakom, inoltre, è molto vicino alle “backwaters”, le lagune.

A Waterscapes è possibile pernottare in cottage costruiti su palafitte, immersi tra boschi di alberi di noci di cocco e con una panoramica sulle backwaters. E per una visita in pieno stile indiano il consiglio è di affittare una delle cosiddette “case galleggianti”, ovvero le tradizionali imbarcazioni “Kettuvalloms”.

A Kumarakom, tuttavia, si può fare molto di più. Soluzioni pensate appositamente per il turista responsabile permettono di interfacciarsi direttamente con gli abitanti, avvicinando il loro stile di vita e quello del villaggio, vivendo giornate molto intense: tra una visita alle piantagioni di riso e una alle lagune, vi è la sosta nei boschi di noci di cocco dove Ajeesh illustra ai visitatori come arrampicarsi su un albero e Tobby a picchiettare sulla noce per aprirla e degustarne il suo succo.

Latha insegna invece come intrecciare le foglie degli alberi da cocco, perfetti termoisolanti, che a Kerala vengono utilizzate per i tetti delle abitazioni.

E se tutto ciò non è abbastanza, ecco arrivare Suresh, pronto a insegnare le tecniche di pesca con arco e frecce. E ancora: visite alle fattorie dove si impara qualcosa di più sugli animali allevati, pranzi in compagnia delle guide locali, visita agli artigiani del posto e alla scoperta dei segreti dei prodotti ricavati dal Pandanus, un frutto simile a un ananas, diffuso solamente nelle regioni tropicali del pianeta. Kerala offre molto al suo visitatore, gli porge in dono il suo sapere, le sue tradizioni e il suo cuore.

Non mette in campo solo le sue bellezze naturalistiche, ma coinvolge il turista nelle attività locali, aiutandolo a capire l’importanza di preservare quanto la Terra ci ha donato.

Laura Landi

 

© Kerala Tourism

Febbraio 2018

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