Dall’Europa a Bergamo per l’ultima tappa del progetto, alla ricerca di esperienze positive da replicare
Le autorità regionali e locali partner del progetto Just Green - Comune di Vila Nova de Famalicão (Portogallo), coordinatore, Comune di Mozzo (Italia), Gmina Swietochłowice (Polonia), Budapest-Terézváros (Ungheria) - hanno individuato “terze parti”, organizzazioni di economia sociale, che si sono impegnate a presentare almeno una buona pratica sui tre temi portanti del progetto: economia circolare, decarbonizzazione e filiera corta del cibo.
Entro la fine del progetto saranno selezionate le buone pratiche che risulteranno più significative e innovative e che più si prestano ad essere diffuse e replicate. Queste saranno pubblicate nella piattaforma del progetto a livello europeo.
Le buone pratiche bergamasche
Le organizzazioni di economia sociale solidale individuate e coinvolte dal Comune di Mozzo per presentare nei working groups le buone pratiche sui diversi temi sono:
- la rete Cittadinanza Sostenibile (Simonetta Rinaldi)
- la cooperativa Alchimia (Marica Preda)
- l’associazione Mercato&Cittadinanza (Cinzia Terruzzi)
- il Bio-Distretto dell’Agricoltura Sociale di Bergamo (Marco Zanchi e Matteo Rossi)
- la cooperativa “Il sole e la Terra” (Carla Ravasio e Cristina Fanchetti)
- InfoSOStenibile (Diego Moratti)
Porta del Parco - https://vimeo.com/285886792
É un progetto comunitario che, dal 2013, è volto a valorizzare un'area agricola e attivare pratiche sostenibili che coinvolgono i cittadini. È il risultato di una collaborazione tra le cooperative sociali Oikos e Alchimia, che hanno ricevuto il terreno attraverso un bando pubblico. La Porta del Parco è un luogo di incontro dove si svolgono molti eventi culturali e dove ogni sabato c'è un mercato contadino di piccoli produttori locali.
Vi si trovano:
- un vigneto, gradualmente convertito al biologico e gestito dalla cooperativa sociale Oikos
- orti sociali-collettivi gestiti dalle famiglie
- frutteto didattico
- bar/ristorante/pizzeria
- area giochi per bambini
È un’iniziativa di economia sociale in partenariato con le istituzioni locali che agisce sulla decarbonizzazione e per le filiere alimentari corte in un progetto di rigenerazione urbana partecipata, che coinvolge le istituzioni e le realtà sociali locali, che garantisce l'inserimento lavorativo di persone con difficoltà sociali ed economiche. È anche un progetto per la protezione di un'area agricola, di conversione di terreni agricoli in coltivazioni biologiche, per promuovere le filiere alimentari corte.
La cooperativa "I RAIS" nasce nel 2016 per rilanciare e creare sviluppo in una zona montana difficile. È un’iniziativa di economia sociale che opera su filiere corte del cibo e che ha permesso ai giovani del paese di essere protagonisti e avere servizi aggiuntivi. Sta contribuendo a frenare lo spopolamento delle montagne investendo in economie di filiera corta, partecipate dalla comunità e capaci di attrarre risorse dall'esterno creando un'economia turistica utile per tutto il paese. La coop I Raìs, nell'ambito delle varie attività (servizi per i bambini, per gli anziani, per il turismo locale), si occupa della stagionatura, della commercializzazione e della vendita di un formaggio locale assolutamente innovativo ("Ol Minadùr") - prodotto da cinque aziende agricole del comune - che matura per tre mesi nelle miniere: Dossena è una vecchia città mineraria e le miniere sono state recuperate a fini turistici.
Tutto questo è possibile grazie al costante lavoro svolto dal Comune di Dossena, dall'Associazione Miniere di Dossena e dai volontari, che hanno iniziato i lavori di recupero delle miniere nel settembre 2014, permettendo la loro inaugurazione il 6 dicembre 2014.
Esperienze di agricoltura circolare - Mozzo BG - www.comune.mozzo.bg.it
Le esperienze promosse dal Comune di Mozzo si inseriscono nella prospettiva di un'agricoltura di terza generazione (neo-ruralità) che rappresenta un modo nuovo e interessante di rispondere alla domanda collettiva emergente di fruizione degli spazi aperti e di qualità del paesaggio.
Questa nuova ruralità non è semplicemente un progetto di protezione del territorio, ma una trasformazione "culturale" che supera la contraddizione urbanizzazione/ruralità, sviluppo/protezione. Un modello di sviluppo capace di produrre nuove relazioni, nuova qualità ambientale, nuovi servizi e vitalità, attraverso approcci circolari applicati al mondo rurale.
Le pratiche attuate - in linea con le recenti disposizioni della Politica Agricola Comune - mirano a valorizzare la biodiversità, orientare verso un uso responsabile del territorio, sostenere le aree rurali nella produzione di servizi di interesse collettivo.
Il Comune dal 2018 sta lavorando in modo integrato a:
- Messa in rete di attori locali (aziende agricole e consorzi, proprietari terrieri, comuni, parchi, ecc.)
- Avvio di accordi tra aziende agricole, comuni e proprietari terrieri per facilitare l'avvio di progetti di ruralità circolare
- Partecipazione al Bio-Distretto e al Tavolo delle Politiche del cibo
- Organizzazione di eventi culturali
- Recupero di aree agricole abbandonate
- Azioni di marketing territoriale con la creazione di un marchio di valorizzazione territoriale
- Attivazione di corsi di formazione per le imprese agricole
Sono iniziative di istituzioni locali che coinvolgono organizzazioni di economia sociale su economia circolare e filiere corte del cibo che valorizzano bio-diversità e coltivazioni locali, rigenerando il territorio, valorizzando il patrimonio naturale, sociale e culturale del territorio, attuando percorsi di inserimento lavorativo di soggetti esclusi.
Miniera di Curno - www.laminieracurno.it
"La miniera", dal 2016, è un centro di riuso, un progetto di valore ambientale e sociale nel quale le persone possono portare beni e oggetti ancora utilizzabili che, invece di finire in un centro rifiuti, vengono ridistribuiti alle persone che ne hanno bisogno. È un’iniziativa delle autorità locali che coinvolge le organizzazioni di economia sociale nel campo dell’economia circolare.
Il centro opera per:
- abbassare la quantità di rifiuti portati alla piattaforma ecologica
- sostenere la cultura del riutilizzo dei beni, estendendo il ciclo di vita dei prodotti
- far acquisire (con una donazione) oggetti usati ancora funzionanti e in buone condizioni
- promuovere programmi di lavoro assistito per persone vulnerabili
Le donazioni sono utilizzate oltre che per sostenere un’associazione locale, per la sostenibilità sociale e ambientale del progetto che promuove integrazione lavorativa di gruppi vulnerabili, disponibilità di oggetti e beni utili per persone con risorse economiche ridotte.
Il Sole e la Terra è una cooperativa di consumo senza fini di lucro, fondata nel 1979. È una iniziativa di economia sociale nel campo dell’economia circolare e delle filiere corte del cibo. È un’attività in cui il ricarico applicato ai prodotti serve a coprire le spese, comprese quelle per il personale (27 persone) senza generare profitto. Non ha fini speculativi, condivide e promuove i principi di solidarietà, cooperazione, partecipazione, mutualismo, consumo critico, crescita socio-culturale dei soci.
La Cooperativa nasce per offrire ai soci prodotti di qualità ad un prezzo equo per chi acquista e per chi produce garantendo accesso ad un cibo sano, promuovendo metodi di produzione sostenibili, attenzione all'ambiente, alle relazioni sociali, al territorio. È gestita da soci volontari che si occupano delle scelte gestionali nel consiglio di amministrazione e della vita sociale e della conoscenza dei fornitori in un comitato di qualità.
Attualmente conta circa 13.000 soci (di cui più della metà attivi). La cooperativa è un importante punto di riferimento per i produttori biologici locali per i quali è, in molti casi, il principale mercato di sbocco, con una filiera molto robusta caratterizzata da pochi passaggi dal produttore al consumatore e dalla produzione locale. Questo rende possibile il mantenimento di aziende vitali sul territorio e favorisce la crescita di nuove realtà produttive.
A partire dal 2021 anche in Italia è possibile istituire delle "Comunità Energetiche Rinnovabili" (CER), ovvero è possibile costituire aggregazioni o vere e proprie società in cui ogni soggetto potrà scambiare l'energia rinnovabile autoprodotta con altri soggetti della comunità. È un’innovazione perché l'energia rinnovabile prodotta da un'azienda, o da una casa privata o da un edificio scolastico potrà essere consumata dalle case vicine, o da negozi ed edifici statali nello stesso quartiere senza passare nella rete nazionale. Questo permette l’uso di energia rinnovabile anche a chi non ha un impianto fotovoltaico e favorisce una transizione ecologica dell'economia e della società.
Sono previsti specifici incentivi economici e fiscali per favorire la costituzione di queste Comunità Energetiche Rinnovabili: Ceress è la start-up del Gruppo Ressolar che si occuperà di promuovere e organizzare le comunità energetiche, oltre a seguirne la gestione tecnica, amministrativa ed economica durante il percorso. È un sistema che si autosostiene, sfruttando il risparmio in bolletta e creando comunità auto-organizzate di cittadini e imprenditori che si uniscono per gli stessi scopi, risparmiando denaro, dando benefici all’ambiente. Favorendo inoltre la transizione dai grandi impianti, riducono la dipendenza da fonti energetiche straniere.
BiOrto - progetto della Fondazione Opera Bonomelli Onlus di Bergamo - www.biortobergamo.it
BiOrto è un’iniziativa di economia sociale che promuove la filiera corta del cibo e dà opportunità di inserimento lavorativo a persone svantaggiate. Promuove anche, attraverso la produzione e la distribuzione di prodotti biologici, un processo di "sostenibilità sociale" che abbia come esito la valorizzazione dei luoghi e degli attori locali, la sostenibilità dei costi e, in particolare, la valorizzazione di un sistema di relazioni in cui tutti gli attori siano riconosciuti come parte importante.
Promuove senso di appartenenza a una comunità e alla conoscenza diretta di persone svantaggiate con l'obiettivo di abbattere i pregiudizi. La promozione di prodotti locali, biologici e della filiera corta, verso un'economia sociale e solidale si traduce nella riduzione dell'impronta ecologica associata al consumo di alimenti, in termini di trasporto e distribuzione.
I prodotti sono distribuiti nei mercati contadini locali, nei Gas, nella vendita diretta presso l'orto e nel negozio di Bergamo.
Cos'è una buona pratica?
Una buona pratica non è solo una pratica buona, ma una pratica che ha dimostrato di funzionare bene e di produrre buoni risultati ed è quindi raccomandata come modello. È un'esperienza di successo, testata e convalidata, in senso lato, che è stata ripetuta e merita di essere condivisa in modo che un maggior numero di persone possa adottarla
(Fonte: FAO, 2016)
Simonetta Rinaldi