Ricco di vitamina C più degli agrumi ma attenzione alle calorie
Il kiwi -Actinidia chinensis- è una pianta originaria della Cina continentale e orientale, regioni caratterizzate da inverni freddi ed estati calde, nuvolose, piovose e umide. Nel 1904 alcuni cloni della pianta cinese arrivarono in Nuova Zelanda, dove vennero selezionate alcune varietà che presero la denominazione di Kiwi, dal nome dell’uccello simbolo della nazione. Dalla Nuova Zelanda ebbe inizio la coltivazione intensiva della pianta che poi si è diffusa in molte altre nazioni. Attualmente è l’Italia il maggior produttore mondiale di kiwi.
La pianta del kiwi è di tipo rampicante a foglie caduche di notevoli dimensioni, in grado di arrivare a 10 m di altezza. È inoltre una pianta dioica: può essere dunque di sesso maschile o di sesso femminile (pianta che produce i frutti). I suoi fiori sono a cinque o sei petali di color bianco panna e pendenti su un picciolo peloso. Il frutto cresce sulle liane della pianta e può essere descritto come “bacca commestibile”.
La varietà più diffusa del kiwi è la Hayward ed è quella che tutti conosciamo: frutto di media grandezza, a buccia robusta e pelosa con la polpa verde. Tale varietà costituisce il 95% delle coltivazioni e vanta una caratteristica di enorme importanza merceologica rispetto alle altre, ovvero può essere conservata in frigorifero per mesi senza subire danni. L’altra principale varietà di kiwi è la Gold, che presenta una forma allungata senza pelucchi sulla buccia e polpa gialla.
Dal punto di vista nutrizionale il frutto presenta straordinarie qualità benefiche. Nel kiwi vi sono 85 mg di vitamina C ogni 100 g, quantità superiore rispetto a quella presente negli agrumi. È inoltre ricco di potassio -che aiuta a diminuire il rischio di crampi- di vitamina E, rame, ferro e fibre: tutti elementi che giovano alla salute di occhi, gengive, denti e aiutano l’intestino nei problemi di digestione. Attenzione però alle calorie che, a seconda della varietà, vanno da 44 a 61 per 100 g. I kiwi solitamente si vendono un po’ acerbi, per una migliore conservazione, per cui prima di consumarli freschi o prima di utilizzarli per marmellate, macedonie e altre conserve, è meglio attendere qualche giorno per farli maturare.