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Icam: cioccolato, buono e sostenibile

Dall'azienda lecchese Icam il terzo bilancio di sostenibilità procede verso approvvigionamenti bio e certificati e un codice etico per i fornitori

Icam Cioccolato, azienda lecchese specializzata nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, pubblica per il terzo anno consecutivo il proprio bilancio di sostenibilità che, nell’edizione del 2019, viene annoverato nel Future Respect Index di ConsumerLab.it, come uno dei 44 bilanci di sostenibilità ritenuti più interessanti e viene posta tra le aziende “che illustrano la propria governance in maniera efficace, coinvolgente e distintiva”. Con un’offerta ampia che si distingue in tre principali linee di prodotto (industria, private label e a proprio brand), Icam è una realtà solida sul mercato italiano e su quello estero, che rappresenta il 62% del fatturato.

Da diversi anni l’azienda chiede a ogni fornitore di sottoscrivere il “Codice Etico di Icam” attraverso il quale esclude quei soggetti che operano sul mercato in maniera poco trasparente e che, al 2020, ha visto l’adesione dell’81% dei partner. Ma da quest’anno l’azienda lecchese ha sviluppato anche il progetto “Supply Chain ESG Risk Assessment”, finalizzato ad accrescere la conoscenza della struttura e dei rischi ambientali, sociali e di governance che caratterizzano le catene di fornitura di tre delle materie prime principalmente acquistate dall’azienda: cacao, latte e zucchero.

All’interno del documento pubblicato dall’impresa, proposto dall’Unione Europea come “integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”, l’azienda ha scelto una divisione dell’operato sulla base degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Da un lato l’equa remunerazione dei coltivatori, base su cui si fondano i rapporti che Icam intrattiene con cooperative in Africa e in Sud America, risponde agli obiettivi delle Nazioni Unite di ridurre la povertà e la fame e di offrire condizioni di lavoro tali da garantire la crescita economica, anche attraverso l’approvvigionamento di oltre il 41% di cacao certificato Fairtrade; dall’altro lato la gestione responsabile delle risorse idriche ed energetiche che Icam porta avanti presso lo stabilimento di Orsenigo (che ha visto, assieme a quello di Lecco, una riduzione del 6% rispetto al 2019 nei consumi idrici) e l’impegno a preservare la biodiversità nei territori d’origine del cacao, vanno contemporaneamente a interessare gli obiettivi di approcciarsi responsabilmente allo sfruttamento delle risorse.

Tra i progressi dell’azienda che si riferiscono all’anno 2020, da segnalare il raggiungimento della riduzione del 34% nella grammatura della carta usata per gli incarti primari di tavolette (con un risparmio di 26 tonnellate di carta) e del 90% delle fave di cacao acquistate direttamente all’origine certificate biologico e/o Fairtrade.

Dal bilancio pubblicato dall’impresa appare inoltre un focus sulla formazione delle persone (nel 2020 sono stati infatti formati circa 3000 agricoltori su pratiche agronomiche sostenibili), fondamentale per qualificare i lavoratori, incrementarne le competenze e la produttività e, di conseguenza, migliorare la condizione socio-economica loro e delle loro famiglie.

Selene Mosti

Marzo 2022

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