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Graziella Leyla Ciagà: sinergia verde

Graziella Leyla Ciagà: sinergia verde

Intervista al neoassessore all’ambiente, politiche energetiche e verde pubblico. Scopriamo le linee guida in materia di ambiente e qualche nota di colore personale.

Ricercatrice di storia dell’Architettura presso la Facoltà di Design e il Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano e da sempre militante ambientalista, il neo assessore all’Ambiente, politiche energetiche e verde pubblico, Graziella Leyla Ciagà, ci accoglie con un sorriso nel suo nuovo ufficio, pitturato di fresco. Capelli corti e aria sbarazzina si accompagnano a fermezza di sguardo e geometria di parole, in linea con il suo percorso formativo.

Ci parla subito delle linee programmatiche del suo assessorato e della sinergia che si vuole creare all’interno di tutta la giunta. Il neo Assessore Ciagà punta a un approccio diverso, più strategico e partecipativo: apertura dei parchi, agricoltura, mobilità dolce a scala di quartiere e un secco no al consumo del suolo. Solo alla fine della chiacchierata la determinatezza d’intenti si scioglie in qualche concessione personale, come la vacanza ideale tra i fiordi norvegesi e grandi città; passione verde e professione ritornano anche qui, fedeli compagni di vita.

Assessore Ciagà, ci parli un po’ della sua formazione e della decisione di tuffarsi in quest’avventura politica.

Innanzi tutto tengo molto alla mia formazione scolastica presso il Liceo Lussana di Bergamo, sono stati anni decisivi per me da un punto di vista politico e personale. Mi sono poi laureata in Architettura al Politecnico di Milano e ho conseguito il dottorato di ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici e Culturali. Ho poi proseguito entrando nell’ambito accademico e dal 2008 sono ricercatore di Storia dell’Architettura e svolgo attività didattica e di ricerca presso la Facoltà di Design del Politecnico. Per quanto riguarda la passione ambientalista, dal 1993 milito in Italia Nostra: sono stata vicepresidente della sezione di Bergamo e membro del Consiglio direttivo con un particolare interesse per i temi inerenti alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico-architettonico.

L’impegno politico invece si forma parallelamente alla nascita del Partito Democratico nel 2007 e cresce negli anni, tant’è che ora sono membro dell’Assemblea Nazionale del PD. Per questa campagna elettorale mi sono buttata anima e corpo nella stesura della sezione ambiente del programma e ho ovviamente accolto l’invito di Gori con entusiasmo. Si tratta per me del coronamento di un percorso avviato da tempo e una sfida importante.

Su che cosa punta questo assessorato?

Il mio profilo è diverso da quello di entrambi i precedenti assessori all’Ambiente che avevano una formazione tecnico-ambientale. Per questo anche il mio approccio sarà più strategico e pianificato. Tra le priorità sicuramente metto la valorizzazione dei parchi pubblici e la loro connessione con percorsi pedonali e ciclabili e fermare il consumo del suolo sostenendo l’agricoltura periurbana. I parchi in particolare mi stanno a cuore: voglio estendere l’orario di apertura e togliere recinzioni non necessarie; le aree verdi devono essere fruibili da tutti, devono tornare a essere luoghi di coesione sociale, partecipati, aperti, connessi e integrati nel tessuto della città. Quello su cui punta il mio assessorato -che è poi una linea fondamentale per tutta la giunta – è il lavoro di squadra. Vogliamo costruire un lavoro sinergico che coinvolga più assessorati su uno stesso progetto o su un obiettivo condiviso.

La parola d’ordine è sinergia dunque…

Sì, in questo senso anche il Parco Agricolo sarà valorizzato da diversi punti di vista: non si tratta solo di un serbatoio di naturalità, ma un luogo dove si impara a conoscere l’agricoltura e il consumo critico. Diventa quindi un luogo adatto all’educazione ma anche un’attrattiva turistica e agricola.

A questo si affianca l’idea di una “circonvallazione verde”, integrando le piste ciclabili esistenti lungo gli assi di ingresso della città e progettandone l’estensione laddove necessario, per creare continuità tra aree verdi e mobilità dolce. Quindi lavoro sinergico tra assessorati per garantire una città a misura d’uomo e di quartiere. Sempre in quest’ottica puntiamo a potenziare il servizio di trasporto pubblico esistente con il “metrobus” urbano elettrico (da S. Fermo al Nuovo Ospedale), progetto a cui tutta la giunta tiene molto.

Spesso all’intenzione di lavorare insieme su un progetto importante come il Metrobus si oppongono problematiche economiche organizzative interne. Come pensate di ovviare a ostacoli del genere?

Per quanto riguarda il punto di vista economico il progetto Metrobus si presenta come soluzione innovativa e più economica rispetto alla linea tramviaria pensata dall’amministrazione precedente. Il tracciato rimane il medesimo, ma viene realizzata senza binari, su gomma, con un percorso riservato. Il risparmio è evidente: il progetto per una linea tramviaria sarebbe costato 157 milioni, il nostro costerebbe 15 milioni, praticamente un decimo rispetto a quanto previsto. L’organizzazione interna alla giunta è molto valida. Il sindaco Gori ha puntato non solo sulle competenze personali degli assessori, ma anche sulla loro capacità di lavorare insieme, siamo un gruppo affiatato, pronto ad accettare la sfida per Bergamo.

Qual è la linea su una questione problematica come l’aeroporto?

Il sindaco Gori ha partecipato alla tavola dei sindaci e questo è stato un gesto molto apprezzato, segno che la tematica sta a cuore a tutta la giunta, non solo all’assessorato all’Ambiente. Sappiamo l’importanza dell’Aeroporto di Orio al Serio come polo strategico dal punto di vista economico e turistico, ma vogliamo diminuire il suo negativo impatto ambientale. Pensiamo sia giusto agire partendo dagli effetti, quindi puntiamo a ridurre l’inquinamento acustico, facendo sì che in nessun quartiere della città vengano raggiunti i 60 decibel. C’è poi un discorso aperto sul piano giuridico e sulle rotte, che ancora una volta mira a ridurre l’impatto inquinante.

Sempre in tema inquinamento, cosa intendete fare per ridurre il PM10 nell’aria?

Innanzitutto, una campagna di rilevamento con Arpa, ma soprattutto puntiamo molto sul progetto di pedonalizzazione del centro, da Piazza Pontida a Piazza Santo Spirito, un grande Sentierone allungato insomma. Non si tratta solo di chiusura al traffico, ma vuole essere un’operazione di rilancio dell’attrattività del centro cittadino. In questo senso, promuoveremo un concorso internazionale volto a ridisegnare l’uso degli spazi pubblici, per valorizzarne sia l’aspetto commerciale sia quello culturale, sociale e turistico.

Che cosa salverebbe e che cosa invece ha bisogno di un cambio di marcia nel lavoro del precedente assessorato?

Salverei il raggiungimento del 60% nella raccolta differenziata. Sicuramente è uno dei vanti della nostra città e noi vogliamo proseguire puntando sull’introduzione della “tariffa puntuale,” ovvero paghi quello che butti, la tassa dipende dal consumo di sacchi per l’indifferenziato. Quest’iniziativa a Trento funziona e vorremmo cercare di introdurla anche qui.

In più vorremmo limitare l’uso di bottiglie e imballaggi di plastica e contrastare gli sprechi alimentari, coinvolgendo anche la Grande Distribuzione; anche le case dell’acqua e del latte già presenti in provincia, vorremmo portarle in città. Un primo passo è stato fatto dalla scorsa amministrazione anche nell’ambito dell’efficienza energetica, ma in questo caso il lavoro è ancora tanto: occorre avviare una messa in efficienza degli edifici, coinvolgendo sia il pubblico sia il privato, come gli amministratori di condominio e le imprese locali. E infine, sicuramente, si deve migliorare la partecipazione e l’interazione con la società civile.

Come si declina la partecipazione in termini di politiche ambientali?

Puntiamo molto sulla partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, come giunta e come assessorato. Trovo un’idea interessante, se ben strutturata, quella degli orti di quartiere e degli orti nelle scuole. Vorremmo poi collaborare con l’università, coinvolgendo gli studenti dalla tesi di laurea specialistica a possibili progetti di riqualificazione della città. Anche la comunicazione e l’interazione con le varie associazioni e gruppi informali di cittadini sul territorio è qualcosa a cui tengo molto, vorrei creare una sorta di osmosi virtuosa con la società civile, ascoltare tutti per poi tirare le somme e prendere decisioni responsabili.

Passiamo a domande più leggere, ci parli un po’ di Lei e dei suoi interessi.

Abito a Bergamo con il mio compagno, nel quartiere di San Paolo. Sono amante degli sport, in particolare adoro giocare a tennis e tifo per Federer. La mia squadra del cuore invece è il Barcellona di Messi.

Altri hobby?

I gatti e tutti i felini in generale sono la mia passione nonostante sia un po’ allergica. Dal punto di vista culturale mi piace andare al cinema, sono da sempre socia del Lab 80 e adoro Kubrick, ma non disdegno neppure i multisala come l’Uci, è lì che ho visto Vita di Pi. Se dovessi scegliere un libro, vi direi “Il Richiamo della Foresta” di Jack London o “Accabadora” di Michela Murgia.

E le vacanze?

Sinceramente non ci ho ancora pensato, quest’avventura politica mi ha letteralmente travolta! Ho il ricordo molto piacevole di una vacanza tra i fiordi norvegesi su un battello postale, veramente suggestivo. L’ideale comunque è il trekking in montagna o le visite alle città, le mie due anime naturalistico-sportiva e da architetto non si smentiscono mai, neanche in vacanza.

Diego Moratti

Mara D’Arcangelo

 

Gennaio 2015

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