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#globalstrikeforfuture. Il mondo in piazza in nome del clima

#globalstrikeforfuture. Il mondo in piazza in nome del clima

Il 15 marzo 2019 si terrà lo sciopero globale sulla questione climatica seguendo la giovanissima Greta Thunberg: "chiediamo azioni concrete"

In piazza a favore del clima, per protestare contro le inadempienze della politica mondiale rispetto alle urgenze climatiche e richiedere precise azioni per assicurare un futuro al pianeta: sarà un'onda lunga quella che il prossimo 15 marzo si riverserà nelle strade di tutto il mondo, portando migliaia di persone, studenti e associazioni ad aderire al primo sciopero globale in materia di clima e ambiente raccolto sotto gli hashtag #globalstrike e #globalstrikeforfuture. Obiettivo: essere tanti e trasversali, per chiedere ai governi di agire senza indugi, di rispettare gli impegni presi a partire dall'Accordo di Parigi e di contrastare quella che a tutti gli effetti è un'emergenza planetaria. E che compromette il futuro di tutti.

Sulla scia di una sedicenne

La Giovanna d'Arco di questo movimento dal basso che cresce di giorno in giorno e di paese in paese è la giovanissima Greta Thunberg, sedicenne svedese dalle lunghe trecce chiare che da agosto 2018 salta ogni venerdì di scuola per andare a protestare pacificamente davanti al Parlamento del suo paese.

Il suo volto è diventato già un'icona e i suoi interventi alla COP24 di Katowice (Polonia) e al Forum Economico Mondiale di Davos (Germania) hanno avuto la capacità di raggiungere trasversalmente tutti gli strati dell'opinione pubblica, dall'alto della politica al basso delle strade, mentre sulla sua scia hanno iniziato a diffondersi in tante città del mondo i cosiddetti #fridayforfuture: manifestazioni, scioperi, sit-in e marce pacifiche per accendere l'attenzione sul tema del clima, e che troveranno nel Global Strike for Future del 15 marzo 2019 il loro punto di unione. Per contare di più, tutti insieme nel mondo.

Agire sulle emissioni, ora

Che la questione climatica sia una delle più gravi che ci troveremo ad affrontare da qui ai prossimi anni, non è una novità. Lo “Special Report on 1.5 degrees Celsius” presentato dall'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) lo scorso ottobre, ha segnalato il pericolo dovuto all'innalzamento della temperatura di 1,5° gradi sul pianeta e la conseguente necessità da parte dei governi di mettere in atto azioni repentine per contrastare l'escalation climatica entro la data X del 2030, a cominciare dalla riduzione drastica delle emissioni: è indispensabile infatti arrivare a 100% di riduzioni nette a livello globale.

Obiettivo arduo da raggiungere senza un'azione condivisa e immediata. Ecco allora che attraverso le iniziative connesse allo sciopero globale del 15 marzo, studenti e cittadini chiedono un rilancio delle energie rinnovabili, interventi per il risparmio e l'efficienza energetica, per i consumi civili e industriali, un rafforzamento della gestione sostenibile delle foreste, misure di contrasto al consumo di suolo, il taglio degli incentivi ai combustibili fossili e dei sussidi agli allevamenti e attività agricole non sostenibili sul piano economico e ambientale.

In parallelo ad altri paesi del mondo, anche in Italia è nata una costellazione di iniziative che si ricollegano al movimento #fridayforfuture: un fenomeno più lento che nel Nord Europa, forse, ma in netta crescita.

Le iniziative connesse allo sciopero globale per il clima del 15 marzo sono raccolte sul sito www.fridayforfuture.it, sul quale è possibile trovare sia i singoli eventi dei #fridayforfuture sia gli aggiornamenti in merito a realtà aderenti, proposte e richieste in vista del 15 marzo. Chiunque, dalle scuole ai singoli cittadini, può aderire con il suo contributo.

Per la giornata del #globalstrike, c'è anche un evento unico su Facebook, per raccogliere la portata del movimento e tutta la sua forza.

Erica Balduzzi

Marzo 2019

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