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Film a km0. Se il cinema si fa sostenibile

Film a km0

Green production management, disciplinari e fondi extra. Così l'industria cinematografica può diventare green 

Il tema dell'ambiente non è nuovo nel mondo cinematografico. Al contrario, il cinema spesso è stato un precursore nel portare all'attenzione globale questioni connesse all'inquinamento, alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità. Ma quanto è sostenibile, al suo interno, questa filiera? È possibile, oggi, creare un film a chilometro zero?

Le fasi di realizzazione di un film

Fare un film comporta anche un enorme lavoro prima, durante e dopo le riprese. Per quasi un anno ci si dedica alla prima fase - la pre-produzione - in cui principalmente si è impegnati nella ricerca di fondi, finanziamenti pubblici o privati che permetteranno poi di entrare nella fase di produzione vera e propria. Senza un minimo di budget, infatti, sarà molto complicato riuscire a prendere accordi con ipotetici attori, organizzarsi sul tipo di lavoro e sulle reciproche disponibilità e pianificare poi le riprese. Per realizzare un film sostenibile, quindi, è necessario partire dalla base: la sostenibilità deve essere pensata già nel momento in cui nasce l’idea, per proseguire poi sul set, in fase di ripresa e nella post-produzione. 

Le riprese cinematografiche sono un piccolo sistema gestito da una produzione che scandisce i tempi utili per ogni reparto per arrivare alla realizzazione di una scena. Questo significa che a volte per 30 giorni o 60 un certo numero di persone deve convivere in funzione delle riprese: si crea quindi una sorta di comunità, all'interno della quale si potranno applicare alcune semplice norme per rendere il set ecosostenibile. Alcuni esempi? Il risparmio energetico, la scelta dei materiali, la raccolta differenziata, il riciclo e la produzione dei rifiuti e strumenti di compensazione ambientale. 

Green production

Per realizzare un “green movie” è necessaria quindi una green production o un green production management. A Bologna l'ente di formazione Com2 ed Ethos Film hanno organizzato un corso di formazione gratuito proprio per questa figura, partendo dalla consapevolezza che il cinema è un'industria e, come tale, inquina: il corso prevede proprio un approfondimento su come realizzare un film ecosostenibile in ogni sua fase.

La prima eco-produzione italiana a livello internazionale è stato il film “Le Meraviglie” di Alice Rohrwacher, prodotto da La Tempesta Film che ha seguito l’iter disciplinare EcoMuvi, l'unico disciplinare europeo di sostenibilità ambientale certificato per la produzione cinematografica. Grazie al sostegno del T-Green Film (Trentino Green Film), inoltre, è nato il primo fondo regionale italiano che premia e certifica le produzioni cinematografiche che lavorano nel rispetto dell’ambiente. 

Le società di produzione che girano film o serie TV in quella regione possono adottare il disciplinare T-Green Film, che le guida verso un approccio più sostenibile alla loro attività. L’adozione delle pratiche elencate nel disciplinare permette di ottimizzare i consumi di corrente e l’utilizzo dei mezzi di trasporto, di gestire la scelta dei materiali, i momenti di ristorazione e i rifiuti e di comunicare la sostenibilità. L’ente esterno APPA di Trento (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente) vigilerà sulle fasi di lavorazione e il rispetto delle azioni. Se il film ottiene la certificazione, la TFC confermerà loro un contributo extra per premiare il rispetto dell’ambiente.

Paola Ceccarelli

Dicembre 2019

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