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Etichettatura e tracciabilità del cibo

Etichettatura e tracciabilità del cibo

Coldiretti promuove l’etichettatura trasparente pianesiana

Lo scorso 11 marzo, a poco meno di un mese dall’inaugurazione di Expo, presso la Sala Pirelli della Regione Lombardia a Milano, si è tenuto il convegno “L’Etichetta Trasparente Pianesiana: per la tutela dell’ambiente e i diritti dei consumatori”, promosso dalla Coldiretti in collaborazione con la Regione. Un appuntamento che ha catturato l’attenzione di oltre 200 persone e che ha fatto il punto sull’annoso problema della tracciabilità e della trasparenza degli alimenti che ogni giorno mettiamo in tavola. In un mercato sempre più globalizzato, individuare uno strumento in grado di mappare la filiera produttiva dei prodotti alimentari appare sempre più una responsabilità sociale, legata ai temi della legalità e della salute. L’educazione a un’alimentazione corretta, in senso anche etico, potrebbe avere una portata rivoluzionaria attraverso un cambiamento in grado di porre al centro l’essere umano e non più il mercato.

Il modello di etichettatura trasparente proposta dal Prof. Dott. Mario Pianesi, ideatore, fondatore e Presidente dell’Associazione Internazionale Un Punto Macrobiotico sembra assolvere a questo compito. L’Etichetta Trasparente, infatti, in aggiunta alle informazioni previste dalla normativa vigente, riporta tutte le informazioni sull’origine e le caratteristiche di ogni prodotto, tra cui gli ingredienti o le materie prime, il metodo di coltivazione, trasformazione o lavorazione.

Non solo, l’Etichetta Trasparente si configura anche come un valido strumento di tutela del territorio perché evidenzia l’impatto ambientale derivato dalla realizzazione dei prodotti alimentari, prendendo in considerazione parametri quali la quantità di CO2 emessa o la quantità di acqua ed energia utilizzate per ottenere ogni alimento. La descrizione dettagliata di tutti i passaggi della filiera di produzione si pone, inoltre, a salvaguardia dell’economia territoriale e della salute dei consumatori. «L’etichetta è uno strumento d’informazione fondamentale per il consumatore – ha commentato l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava – e maggiori sono i dettagli sul prodotto e sulla sua provenienza, più elevate saranno la consapevolezza e la libertà in fase di acquisto». L’etichettatura trasparente offre la possibilità di certificare la provenienza della materia prima, il luogo di trasformazione e confezionamento, rappresentando una difesa dei prodotti di qualità dalla contraffazione e portando indubbi vantaggi economici per tutte le filiere del vero “made in Italy”.

 

Paradossi europei

Dal 13 dicembre 2014 è entrato in vigore anche in Italia il regolamento comunitario 1169/2011 per quanto riguarda le etichette dei prodotti alimentari, una norma che - secondo alcuni - danneggia i piccoli produttori e in particolare i prodotti di nicchia e di alta qualità italiani. L’obbligo di indicare l’origine dei prodotti al momento è in vigore solo per la carne bovina, mentre scatta da questo mese il dovere di indicare il luogo di allevamento e macellazione anche delle carni suine, ovine, caprine e del pollame. Puntare su un’etichettatura trasparente invece permette ai consumatori di effettuare scelte d’acquisto consapevoli in grado di prevenire pratiche sleali e tutelare le produzioni italiane.

«In Europa oltre l’80% dei prodotti sono trasformati e il cibo ha filiere alimentari sempre più lunghe e costose», ha evidenziato Rolando Manfredini, capo area della sicurezza alimentare e produttiva di Coldiretti. «In Italia il 52% degli alimenti attualmente in commercio non presentano l’indicazione d’origine. Tuttavia importiamo ogni anno 57 milioni di quintali di cosce di maiale che, in base alle vigenti norme doganali, vengono commercializzate come italiane perché lavorate nel nostro Paese. Metà delle mozzarelle italiane sono prodotte con latte non italiano perché il latte utilizzato per la produzione dei formaggi non necessita dell’indicazione d’origine.

Un problema italiano quanto europeo, dal momento che le norme applicate in Italia seguono le direttive europee improntate al liberismo. «I Paesi dell’Europa settentrionale e la Germania ritengono sia più importante privilegiare il mercato rispetto alla produzione. Il Prof. Pianesi è stato il primo invece a individuare la necessità di trasparenza», ha evidenziato l’on. Cristiana Muscardini, già Presidente della Commissione per il Commercio Estero del Parlamento Europeo, che per ben due legislature ha proposto l’adozione dell’Etichetta Pianesiana a Strasburgo nel 2008 e nel 2014, mentre in Italia era già stata sottoposta all’attenzione del Senato nel 2003.

Al convegno hanno partecipato anche Gianni Ranieri, Primo Dirigente Comando Provinciale di Cremona del Corpo Forestale dello Stato che ha presentato le strategie atte ad assicurare il rispetto dei criteri di produzione e quelle contro la lotta alle frodi e alle contraffazioni alimentari. L’intervento del prof. Paolo Pozzilli, direttore dell’area di Endocrinologia e Diabetologia dell’Università Campus Biomedico di Roma, ha invece illustrato i risultati di un recente studio clinico che dimostra l’efficacia della dieta Ma-Pi 2, ideata dal prof. Mario Pianesi, per la cura del Diabete di tipo 2, dove tutti gli ingredienti utilizzati provenivano da filiere corte e di qualità certificate dall’Etichetta Trasparente Pianesiana.

Alice Motti

Marzo 2015

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