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Circolazione venosa

Circolazione venosa

Sentirsi più leggeri a partire dalle gambe

Siamo ancora lontani dai caldi giorni d’estate in cui è più facile sentire le gambe appesantirsi per effetto della temperatura che induce vasodilatazione, principale e più frequente conseguenza a carico degli arti inferiori delle condizioni climatiche.

Le giornate si stanno allungando, il sole inizia a rendere le giornate più piacevoli col suo tepore dopo il freddo dell’inverno e gli effetti del caldo sembrano ora un problema lontano, ma per chi abitualmente risente di questi problemi è opportuno iniziare a valutare le condizioni ed eventualmente a rinforzare il proprio microcircolo periferico.

In questo articolo ci rivolgiamo proprio a chi manifesta questi disturbi in modo lieve o moderato. In caso di sintomatologia più pesante, la situazione merita una valutazione medica molto più approfondita.

Perché il caldo peggiora il microcircolo?

Da cosa dipende la sensazione di gambe gonfie e pesanti? Quali meccanismi si innescano e quali condizioni peggiorano sintomi e conseguenze? Capire le cause aiuta a ipotizzare le migliori strategie da mettere in atto. Il problema nasce principalmente dal fatto che il sangue, per risalire dalle estremità degli arti inferiori fino al cuore, deve procedere contro la forza di gravità - soprattutto nella condizione di postura eretta - spinto dalla forza propulsiva del cuore stesso.

L’intensità con cui il muscolo cardiaco spinge il sangue durante la contrazione si riduce man mano che ci si allontana verso i distretti più lontani, per cui a livello degli arti inferiori questa spinta è forzatamente meno consistente. Combinando i due fattori (forza di gravità e riduzione della spinta propulsiva) otteniamo un quadro in cui il ritorno venoso può essere difficoltoso: per questa ragione le vene sono dotate di speciali valvole in grado di aprirsi verso l’alto sotto la spinta del sangue e richiudersi subito dopo in modo da impedire il reflusso verso il basso; in tal modo in condizioni fisiologiche il sangue può tornare al cuore senza refluire.

Se le varici, ossia queste valvole, perdono di efficacia, questo meccanismo non è più in grado di essere adeguatamente operativo e si formano addensamenti di capillari in cui il sangue tende a ristagnare. In condizioni climatiche particolarmente calde a livello circolatorio si verifica una vasodilatazione (i “tubi” si allargano, la pressione scende per leggi della fisica), per cui la “tenuta” delle valvole viene compromessa e la pressione interna al circolo venoso si riduce. Inoltre in individui che lavorano o spendono gran parte del loro tempo in piedi questo fenomeno peggiora ancora di più; il risultato sono gambe gonfie e pesanti.

Come intervenire

Cosa si può fare per impedire questo fenomeno o quantomeno per ridurne gli effetti? Gli approcci come sempre possono essere a diversi livelli, a seconda della gravità, del recidivarsi e della difficoltà di risoluzione del problema.

• Livello topico: applicazione di gel o di creme contenenti sostanze fitoterapiche vasoattive (come iperico, ippocastano, rusco) o rinfrescanti (per esempio il mentolo), da applicare con un massaggio in senso longitudinale dal basso verso l’alto più volte al giorno per un periodo adeguatamente prolungato. Questo approccio può essere completato da docce fresche direttamente sugli arti inferiori

• Livello sistemico: si tratta di integratori anch’essi ricchi di sostanze vasoattive, in grado di contribuire a rinforzare la tonicità delle pareti muscolari dei vasi capillari. Tale effetto consente di ridurre la vasodilatazione e il rilasciamento dei vasi venosi. Questo approccio sistemico non sostituisce quello topico ma può integrarsi o alternarsi, anche perché solitamente le integrazioni prevedono cicli di terapia non continuativi.

La scelta di uno o più rimedi può essere adeguatamente guidata dal medico o dal farmacista; può sicuramente essere molto utile effettuare una prima valutazione dell’efficacia del circolo: un esame che può essere eseguito anche in farmacia in pochi minuti e in modo non invasivo. A seconda del grado di insufficienza venosa il paziente potrà iniziare una prima terapia (locale o sistemica o entrambe) oppure essere indirizzato dal medico per una valutazione più approfondita.

Dott. Michele Visini

Febbraio 2018

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