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Cinese? No, mandarino!

Cinese? No, mandarino!

Siamo abituati a trovarlo in tavola, ma la sua è una lunga (e simpatica) storia che comincia con un nome non casuale

Arrivò in Europa nel periodo delle “Cineserie”, chiamato così perché erano molto in voga gli oggetti provenienti dalla Cina. Eppure non stiamo parlando di vasi o porcellane, ma del mandarino. Questo frutto, proveniente dalle zone tropicali dell’Asia, precisamente dalla Cina e Indocina, venne introdotto in Europa sul finire del XIX secolo.

L’etimologia del suo nome è curiosa. Nel 1828, quando il frutto fece la sua comparsa nel Mar Mediterraneo, si decise di battezzarlo con un nomignolo che ricordasse la sua origine cinese. Tutti sapevano che in Cina le massime autorità erano i “mandarini”, perciò sembrò giusto dare lo stesso nome a questi nuovi frutti altrettanto nobili ed altrettanto… pallidi, visto il confronto con le loro sorelle arance.

L’appellativo scherzoso e irriverente non tardò a diventare la denominazione ufficiale. Il mandarino possiede un particolare tipo di frutto chiamato esperidio e la sua polpa è formata da un grande numero di spicchi ricchi di succo; il succo contiene grandi quantità di vitamina C, flavonoidi e olii essenziali. Esso è il frutto fresco più ricco di zuccheri, con oltre il 17%, e quindi di calorie, 72 per 100 g. Questa caratteristica, unita all’indice di sazietà abbastanza basso, fa del mandarino un frutto del quale non si deve abusare e del quale devono sempre essere considerate le qualità assunte. In effetti non è difficile mangiare 1 kg di mandarini, con il suo totale di circa 500 calorie!
Il mandarino è una buona fonte di vitamina C (anche se meno delle arance – 40 mg contro 60). La buccia del mandarino contiene un terpeno antiossidante, il limonene, e un olio essenziale utilizzato per produrre liquori, sciroppi e profumi.

Il mandarino generalmente viene consumato fresco ma è anche particolarmente apprezzato sotto forma di frutta candita o marmellata. Un albero adulto può fornire circa 600 frutti all’anno, considerati molto preziosi per la salute, specialmente nei mesi autunnali e invernali quando le difese immunitarie si abbassano e si è più esposti ai malanni di stagione. I mesi migliori per acquistarli sono da gennaio a marzo e a dicembre; occorre però ricordare che in quest’ultimo mese generalmente raggiungono il massimo della maturazione e quindi del gusto.

 

 
 
Dicembre 2014

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