MetroBS lega indissolubilmente la nostra città con la capitale nordeuropea
Avete letto bene! Il Metrobus, l’opera pubblica più costosa e più ambiziosa mai realizzata a Brescia collega la nostra città a Copenaghen. Non stiamo certo parlando di un’estensione della linea: sarebbero circa 1.500 i chilometri di rotaie da posare, e con ogni probabilità una tale operazione non sarebbe supportata da un sufficiente flusso di pendolari sull’asse Italia-Danimarca. Eppure un collegamento c’è, innegabile e indissolubile.
Come noto, i primi progetti per la realizzazione a Brescia di un sistema di trasporto urbano alimentato a corrente elettrica esterno alla sede stradale risalgono agli anni ‘80 quando in Francia, per la precisione a Lille, si concretizzò il primo esempio di metropolitana in una città di dimensioni praticamente identiche a quelle della nostra città. Per di più, presentava alcuni tratti singolari: l’utilizzo di ruote gommate e soprattutto la completa automatizzazione dei convogli. I treni viaggiavano senza alcun conducente in testa al convoglio. È facile intuire l’entusiasmo, la meraviglia e la voglia di emulazione che suscitò al tempo un mezzo di trasporto con una peculiarità tanto avveniristica da attestarsi a tutt’oggi, trent’anni dopo, come una caratteristica che pochissimi sistemi di trasporto metropolitano possono vantare.
Al tempo Brescia era una città con oltre 200 mila abitanti e allora come oggi i problemi di mobilità erano dettati dall’intenso flusso di lavoratori pendolari provenienti dall’hinterland, area che conta tanti abitanti quanti il capoluogo e che contribuisce, nelle ore diurne, a raddoppiare l’utenza della rete di trasporto urbana. Ecco che, nel corso degli anni, si ponevano le basi per la metropolitana leggera che ha visto la luce solo nel 2013: studi di fattibilità, ipotesi di tracciato e vaglio della tecnologia da impiegare si susseguirono innumerevoli negli anni ‘80 e ‘90. Le prime idee derivavano, per l’appunto, dall’esempio della città francese dove venne sperimentata la tecnologia VAL (Veicolo Automatico Leggero), che poi trovò fortuna soprattutto in Francia (a Tolosa nel 1993 e a Rennes nel 2002) e in particolar modo per la realizzazione di brevi tratte al servizio degli aeroporti (Parigi Orly, Parigi Charles de Gaulle, Chicago O’Hare). In tempi molto recenti, la tecnologia transalpina è stata impiegata anche a Torino: la linea metropolitana del capoluogo piemontese, inaugurata nel 2006 in occasione dei XX giochi olimpici invernali, rappresenta infatti il primo sistema di trasporto pubblico d’Italia basato su un sistema a guida automatica e sfrutta proprio la tecnologia VAL, che nel frattempo è stata ulteriormente affinata e ammodernata rispetto al suo primo impiego a Lille.
Tornando a Brescia, la gara decisiva per l’assegnazione dell’appalto si svolse nel 2000 e vide trionfare una cordata italiana guidata da Ansaldo, la quale proponeva un sistema di metropolitana automatica leggera analogo a quello che era in fase di realizzazione a Copenhagen: l’inaugurazione in Danimarca avvenne infatti nell’ottobre del 2002. Per questa ragione, le caratteristiche della linea metropolitana danese (in realtà sono due linee che configurano un network a Y, con una sezione condivisa) sono sostanzialmente identiche a quelle del nostro Metrobus: convogli senza conducente, tracciato suddiviso tra galleria profonda, trincea, a raso e viadotto, utilizzo di treni AnsaldoBreda disegnati da Giugiaro.
Ma le analogie non finiscono qui: anche nella progettazione delle stazioni la metropolitana leggera bresciana ha subito forti contaminazioni da quella danese. Porte di banchina a parte, è stato ripreso da Copenaghen il sistema di illuminazione delle scale mobili, e persino i lucernari a prisma che si trovano al livello del piano stradale in corrispondenza con le stazioni sotterranee ed in trincea sono un’idea presa a modello dalla città della sirenetta. E forse nasce anche in un’ottica maggiormente nordeuropea la libertà di accesso data ai ciclisti, che senza alcun problema possono accedere alla banchina e trovare sulle carrozze uno spazio idoneo alla loro due ruote.
Sia chiaro: l’intento non è quello di additare MetroBS come frutto di una mera copiatura. Infatti, bisogna prendere atto che si è scelto di emulare un sistema di trasporto tra i più avanzati al mondo (tanto da ottenere il premio MetroRail 2008 come miglior metropolitana a livello globale) sia da un punto di vista tecnico che architettonico, e lo si è fatto bene! Oltre all’assenza del conducente, la peculiarità è data dalla possibilità di far viaggiare i convogli 365 giorni l’anno 24 ore su 24: questo già accade a Copenaghen e deve spronare noi bresciani a prendere sempre più dimestichezza con questo mezzo così evoluto, che abbiamo a disposizione da un anno e che necessariamente influenzerà lo sviluppo urbano nei prossimi decenni. Se sapremo orientarci verso l’utilizzo dei trasporti pubblici, potremo sfruttare appieno quella metropolitana leggera che, rappresentando l’eccellenza nel suo settore, può e deve essere il fiore all’occhiello della nostra città. Dimenticavo: tutte le fotografie riportate in questa pagina ritraggono la metropolitana di Copenaghen. Alzi la mano chi se ne era accorto!
Carlo Peruchetti