Milena Glimbovski e Sara Wolf hanno creato Original Unverpackt, un supermarket con oltre 400 prodotti sfusi
Uno store innovativo ma soprattutto una filosofia di consumo che nasce da una profonda riflessione: tutto questo è “Original Unverpackt”, un supermercato totalmente privo di imballaggi a perdere (che finiscono inevitabilmente tra i rifiuti e incidono sul prezzo del prodotto). Dopo quasi due anni di gestazione l’idea di Milena Glimbovski - condivisa con l’amica Sara Wolf e supportata da un crescente crowdfunding e numerosi riconoscimenti e premi - si è concretizzata il 13 settembre 2014 con l’apertura del primo punto vendita, ricavato dalla ristrutturazione di un antica macelleria del distretto di Kreuzberg, un quartiere cosmopolita di Berlino.
Original Unverpackt combatte la cosiddetta “packaging overdose” offrendo una gamma di oltre 400 prodotti alimentari e non, in forma sfusa e con prezzi allineati a quelli della grande distribuzione: portando un contenitore da casa - o scegliendone uno in negozio - i clienti possono quindi comprare quantità di prodotto anche molto piccole ed evitare gli sprechi. Non più formati “jumbo” e confezioni accattivanti che inducono ad acquisti d’impulso, ma detergenti organici da acquistare al litro, oppure legumi biologici prelevabili da appositi dispenser.
La stessa linea di principio è utilizzata anche per la scelta dei prodotti: è difficile garantire frutta tropicale d’oltreoceano senza utilizzare imballaggi, così si privilegiano produzioni locali e a “chilometro zero”, come cosmetici naturali o miele biologico prodotti a Berlino. Qui innovazione e stile vanno a braccetto: le due fondatrici hanno collaborato con Michael Brown di “NAU Architects” per lo sviluppo del nuovo “store design”, valorizzando l’edificio storico e trovando soluzioni intelligenti per i contenitori di merci e i distributori e per la realizzazione dei loghi e del relativo merchandising.
La missione alla base di tutto è quella di incoraggiare il cosiddetto “precycling”, ovvero una sorta di “ambientalismo di prevenzione”, piuttosto che un semplice riciclaggio degli imballaggi già utilizzati: un movimento in cui il motto “zero rifiuti” incarna la ricerca di alternative alle tradizionali opzioni di consumo.
Onofrio Zirafi