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All’Enaip a Lecco e Morbegno: Project Work e sostenibilità

Durante la pandemia sperimentato il binomio vincente che ha accom-pagnato gli studenti impossibilitati a svolgere regolarmente i laboratori

Gli ultimi dodici mesi hanno stravolto la vita della scuola italiana, ma al tempo stesso l’hanno caricata di maggiori responsabilità: nuovi modelli didattici e una rinnovata attenzione ai cambiamenti culturali ed economici necessari per un diverso modello di sviluppo.

In questo contesto sono emerse alcune sperimentazioni interessanti nel mondo della Iefp (istruzione e formazione professionale) le cui realtà sono da sempre chiamate ad innovarsi nel confronto con le sfide poste dal mercato del lavoro, dal territorio di appartenenza e dalle esigenze educative delle ragazze e dei ragazzi che scelgono questi percorsi di crescita anche per le tante ore di laboratorio e per la possibilità di sperimentarsi con un lungo stage fin dal secondo anno. Si può quindi capire come questa pandemia abbia messo in discussione non solo il modo di fare lezione in presenza, sostituendolo con la didattica a distanza, ma abbia spinto a ripensare l’intero approccio alla formazione tecnica e alla modalità di valutazione. Per una realtà educativa che porta gli studenti a formarsi “sul campo”, all’esterno delle mura scolastiche, la sfida è stata importante.

“Learning by doing”

Nelle sedi Enaip di Lecco e Morbegno si è deciso di usare parte delle ore di laboratorio e di stage per sperimentare la modalità del Project Work. Di cosa si tratta? Il Project Work è una metodologia didattica che si ispira al principio del “learning by doing”, ovvero dell’imparare facendo, che permette allo studente di contestualizzare le conoscenze apprese durante il percorso formativo ed applicarle ad un contesto realistico maturando competenze trasversali e tecnico-professionali. Ciascuno è chiamato a realizzare un progetto concreto a partire da un problema da risolvere o da un obiettivo da raggiungere, facendo riferimento a esperienze personali dirette e a contesti lavorativi e organizzativi sperimentati. Seguendo un percorso che parte dall’analisi del problema, dalla progettazione e dalla realizzazione della soluzione, e che si conclude con una presentazione del lavoro fatto, le ragazze e i ragazzi di Enaip si sono impegnati su documenti progettuali, manufatti, prodotti multimediali che presenteranno poi ai docenti e ai loro compagni. Lungo queste fasi i formatori tutor hanno il compito di introdurre il lavoro, supportare chi dovesse trovarsi in difficoltà e verificare l’avanzamento dei progetti. Il Project Work è quindi una modalità didattica attiva che rappresenta uno strumento formativo per imparare un metodo di lavoro, sviluppare competenze organizzative e capacità di analisi nella gestione dei problemi, ovvero quelle “soft skills” sempre più richieste nel mercato del lavoro.

Rinnovare le professioni in chiave sostenibile

Insieme a questa rivoluzione didattica, la pandemia ha inoltre messo al centro dell’attenzione l’esigenza di un nuovo modello di sviluppo e dell’insostenibilità ambientale di molte delle nostre scelte personali e collettive di produzione e consumo. E’ per questo che Enaip ha scelto proprio la “sostenibilità” come tema trasversale ad ogni Project Work. Meccanici, lavoratori del legno, estetiste, carrozzieri, elettricisti hanno sviluppato il loro prodotto proprio partendo dal problema di rendere sempre più compatibile il loro modo di produrre beni e servizi con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Mobilità sostenibile, energia pulita, costruzioni eco-compatibili, utilizzo di prodotti naturali sono le strade lungo e quali gli studenti si sono sperimentati.

Responsabilità ambientale, qualità delle produzioni, valori e concretezza: queste sono le dimensioni su cui la comunità di Enaip ha scommesso per reagire alle difficoltà della pandemia e per dare il proprio contributo al cambiamento.

Simonetta Rinaldi

Maggio 2021

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