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Acqua di valore

Acqua di valore infografica

Una rubrica per scoprire il valore della risorsa acqua e di un servizio pubblico di erogazione e depurazione dell’acqua

Aprire il rubinetto di casa e far scorrere l’acqua è un gesto tanto semplice e scontato, che solo di fronte a calamità naturali o eventi eccezionali ci accorgiamo quanto preziosa sia questa risorsa e quanto essenziale sia questo servizio.

Avere la disponibilità a ogni ora e in ogni momento di acqua potabile per usi domestici o industriali, ricreativi o vitali, è il frutto di uno sforzo complesso e molto articolato, di lavoro, di competenze, di controlli, di investimenti e realizzazioni di acquedotti, depuratori, condutture, che consentono di portare acqua all’ultimo piano di una palazzina così come nelle case di una sperduta valle.

Con l’inizio dell’anno, grazie alla collaborazione con la società Uniacque Spa, infoSOStenibile inaugura questa nuova rubrica volta a comprendere principalmente tre concetti fondamentali. Il primo è il valore in sé della risorsa acqua, dell’importanza che riveste sia per l’ecosistema generale sia per la nostra vita.

Dal momento che spesso in Italia questa risorsa è abbondante o comunque sempre disponibile e inoltre - possiamo affermare - meno costosa di molti altri servizi o forniture come la corrente elettrica o il telefono, tendiamo a non valutare a fondo la necessità di preservarla con la dovuta cura e di non sprecarla. L’acqua è vita, è uno dei pochi elementi essenziali per la sopravvivenza di ogni specie, oltre a essere simbolo dell’intero ciclo della sostenibilità planetaria: dalla natura ci arriva (dal cielo, dalla terra, dal cibo) e alla natura ritorna.

Il ciclo integrato dell’acqua

Un secondo concetto fondamentale che approfondiremo in queste pagine è il valore del servizio che sta dietro a tutta la gestione, erogazione e depurazione dell’acqua, o, per dirla meglio, alla gestione di tutto il ciclo integrato dell’acqua.

Questo processo si compone di alcune fasi principali, spesso non percepite dal pubblico, che si limita ad aprire e chiudere il rubinetto; una prima fase è la captazione, vale a dire il prelievo dalle sorgenti in montagna e dai pozzi in pianura; segue la sua potabilizzazione attraverso appositi trattamenti nel rispetto dei requisiti previsti, la distribuzione che consiste nel rendere disponibile l’acqua al consumatore finale considerando i livelli di portata e pressione, 360 giorni l’anno, 24 ore su 24.

Dopo l’erogazione avviene la raccolta o collettamento, ovvero, l’acqua sporcata da attività umane, civili e industriali viene raccolta nel collettore fognario e portata negli impianti di depurazione, dove le acque reflue in ingresso vengono trattate riducendone la carica biologica per il ripristino dei parametri qualitativi richiesti dalla legge. Per chiudere il ciclo si procede alla re-immissione ossia alla restituzione dell’acqua all’ambiente per la ripresa del suo ciclo naturale.

Un servizio pubblico per una risorsa di tutti

UniAcque Spa, come suggerisce la parola stessa, è una società interamente pubblica costituita dai comuni della bergamasca e dall’amministrazione provinciale di Bergamo, istituita per la gestione unitaria e integrata del servizio idrico.

Ben 176 comuni hanno aderito al progetto, pari al 74% di tutto il territorio provinciale, con un’attività a servizio di 880 mila utenti (suddivisi in circa 227 mila utenze) per un totale di acqua venduta pari a 65 milioni di metri cubi, mentre l’acqua complessivamente depurata è 138 milioni di metri cubi. UniAcque rappresenta un patrimonio che appartiene ai comuni e quindi alla comunità bergamasca; è una tra le più grandi aziende pubbliche della provincia, con oltre trecento dipendenti e un fatturato di 92 milioni di euro completamente investiti e spesi all’interno del proprio territorio.

Triplicati dal 2014 ad oggi gli investimenti: ammontavano a 10 milioni di euro nel 2014, per passare a 21 milioni nel 2015 e nel 2016, mentre per il 2017 la previsione stimata è di 31 milioni di investimenti.

L’incremento degli investimenti si rende necessario per assolvere alle direttive europee che correttamente hanno spronato le nostre aree prive di regolari impianti ad affrontare il problema e ad attivare un piano per le opere mancanti.

Naturalmente un piano di investimenti e di ammodernamento di impianti e acquedotti così corposo è possibile solo per le sinergie dimensionali di tale società e per il fatto che la gestione pubblica consente di effettuare investimenti anche quando questi riguardano un numero di utenti limitato o situazioni territoriali in cui non è semplice intervenire.

Tra gli investimenti recenti più rilevanti si annoverano la costruzione dell’impianto di depurazione e collettamento da 8 milioni di euro nella Val di Scalve per un bacino di 4500 utenti. Impianti di collettamento per la media Val Brembana per paesi come San Pellegrino Terme, San Giovanni Bianco e Colere, un collettore in Valle Serina e il collettamento che ha reso balneabile l’area di Endine.

«Molti di questi sono interventi che si basano su un principio di solidarietà territoriale resa possibile proprio dalla decisione dei sindaci di dare vita dieci anni fa a un’unica società compartecipata e a gestione pubblica - commenta Paolo Franco, presidente dal 2014 di UniAcque Spa -. Una scelta di valore per la nostra comunità che ha voluto mantenere l’attore pubblico come protagonista per la gestione di una risorsa così fondamentale per un territorio e per la sua sostenibilità, realizzando le infrastrutture necessarie a garantire la tutela e la più ampia fruibilità della risorsa acqua, non solo per l’oggi ma anche e soprattutto con uno sguardo alle generazioni future.

La salvaguardia territoriale non deve però essere disgiunta dalla sostenibilità economica e dal principio dell’efficienza e dell’efficacia degli investimenti: essere e utilizzare un patrimonio pubblico in questo senso deve essere un elemento di ulteriore responsabilità e responsabilizzazione, non solo delle Amministrazioni comunali che sono formalmente soci di UniAcque ma di tutti i cittadini che quotidianamente e spesso inavvertitamente aprono il rubinetto di casa».

Diego Moratti

Francesco Cocca 

Febbraio 2017

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