Messi a dimora i primi bambuseti nelle province di Bergamo, Brescia e Cremona
La perdurante situazione economica negativa tocca anche l’agricoltura italiana in quasi tutti i suoi comparti e impone una riflessione: le colture agricole “tradizionali” assolvono al loro ruolo di dare la giusta redditività economica alle nostre aziende agricole? Gli scenari economici attuali e futuri non sono, infatti, confortanti. Anzi! Un esempio su tutti è il prezzo in caduta libera del latte alla stalla.
Perché non pensare allora di iniziare un processo di diversificazione aziendale? Non è arrivato il momento di non continuare a rimandare delle scelte, andando ad esplorare delle coltivazioni “nuove”? Molti imprenditori agricoli locali e privati investitori hanno già iniziato a diversificare le proprie colture agricole con sucesso. Una delle più promettenti colture “alternative” è costituita dalla coltivazione del Bambù Gigante OnlyMoso, proposta dalla Società Consorzio Bambù Italia di Cattolica. Coltivato in tutto il mondo e presente da anni anche in Italia, è una specie rustica che ben si adatta al clima temperato della nostra Penisola e può raggiungere 15-20 metri d’altezza con un diametro di 15 cm, sopportando temperature fino a 25° C sotto lo zero.
La proposta rivoluzionaria e innovativa di Onlymoso consiste nel fatto di “trasformare“ il concetto di coltivazione hobbystica presente in qualche piccola realtà agricola italiana e in diversi Giardini Botanici, in un progetto su larga scala. Il Consorzio Bambù Italia, sta organizzando la Filiera Agroindustriale, totalmente Made in Italy, del Bambù Gigante OnlyMoso. Le prospettive di mercato sono molto interessanti, se pensiamo che le applicazioni industriali e alimentari del Bambù sono circa 1.500. Con la coltivazione del Bambù OnlyMoso si può essere, contemporaneamente, nelle filiere dell’agroalimentare, della carta, del tessile, dell’edilizia, delle biomasse, dell’artigianato. Il Consorzio Bambù Italia, che attualmente si sta occupando della gestione e consulenza sui nuovi Bambuseti, si occuperà anche e soprattutto del ritiro di tutti i prodotti e della loro allocazione presso le più remunerative filiere italiane ed estere. La coltivazione di un ettaro di Bambù (che è la superficie minima richiesta per avviare un impianto) può generare, a Bambuseto maturo, ricavi stimabili in circa 40-50 mila euro per ettaro all’anno. Dal punto di vista tecnico, la coltivazione del Bambù Gigante Moso non richiede né diserbanti né trattamenti antiparassitari. È infatti una specie vegetale molto rustica e che auto produce sostanze antimicotiche naturali. La sua coltivazione presenta altri vantaggi: richiede apporti idrici limitati, costituisce un polmone sempreverde in grado di catturare nitrati nel suolo e tantissima CO2 dall’aria, contribuisce alla biodiversità, al turismo rurale e crea nuova occupazione.
Grazie a tutti questi vantaggi, ecco allora che anche tra i nostri imprenditori agricoli locali e privati investitori, si è concretizzato il progetto della coltivazione del Bambù Gigante. I primi impianti a Bergamo, Brescia e Cremona sono ormai una realtà, a cui se ne aggiungeranno altre a marzo di quest’anno. In tutta Italia, al momento, sono stati impiantati circa 700 ettari, con ottime previsioni di soddisfare le numerose richieste di agricoltori che quotidianamente chiedono di avviare il proprio bambuseto.