Al Mudec di Milano la mostra visitabile fino al 31 luglio 2022
Un signore cammina su un prato lasciandosi alle spalle una città dipinta tutta di verde, tenendo per mano una fanciulla vestita tutta di rosa che, presa da quella sensazione di volare tipica di chi è innamorato, gli vola leggiadra sopra la testa. Lui è Marc Chagall, lei è Bella Rosenfeld. Questa appena descritta è “La passeggiata” (disegno pagina accanto), l’opera forse più rappresentativa dell’artista nato russo (a Vitebsk, oggi in Bielorussia) e naturalizzato francese. È proprio a partire da questa duplice identità che il Mudec – Museo delle Culture di Milano, in collaborazione con l’Israel Museum di Gerusalemme da cui provengono le oltre 100 opere esposte, ha ideato la mostra “Marc Chagall. Una storia di due mondi”. La mostra è dedicata alla produzione grafica di Chagall, meno nota rispetto a quella pittorica, ma che ci permette di conoscere l’artista anche nelle vesti d’illustratore editoriale.
Non è possibile capire la produzione artistica di Chagall senza indagare la tradizione popolare russa e il simbolismo della cultura ebraica chassidica, che sono visceralmente radicati in lui. Per questa ragione il percorso espositivo si apre con la serie di disegni originali che Chagall prepara per accompagnare i testi dell’autobiografia “Ma vie”, scritta dall’artista appena trentenne, e i testi “Burning lights” e “First encounter” scritti dalla moglie per raccontare la sua vita a Vitebsk. A sottolineare la connessione artistica tra Chagall e la comunità ebraica è stata allestita nella prima sala un’esposizione di oggetti rituali (sempre dell’Israel Museum) usati nelle cerimonie religiose e spesso raffigurati nelle opere di Chagall.
Nel 1910 Chagall decide di spostarsi a Parigi per conoscere i grandi artisti europei. Qui infatti entrerà in contatto principalmente con i cubisti e i fauvisti che lo porteranno a sperimentare sulle forme e sui colori, per poi consolidarsi su uno stile tutto suo. In Francia trascorre gran parte della sua vita (fatta eccezione per il ritorno in patria russa durante la prima guerra mondiale e la fuga negli Stati Uniti durante la seconda) e qui viene ispirato dai paesaggi, dai colori e dalla cultura francese che influenzeranno in maniera determinante lo stile e i temi della sua produzione. Ciò nonostante, la patria natia di Chagall sarà sempre presente nelle sue opere con amore e nostalgia, come è possibile vedere nelle incisioni, principalmente acqueforti, di Anime morte di Gogol e nelle Favole di La Fontaine commissionategli dal mercante d’arte Ambroise Vollard tra gli anni Venti e Cinquanta. In queste acqueforti Chagall ama mettere l’accento sulla componente mitologica e universale della favola, non solo donando agli animali espressioni e atteggiamenti tipici del mondo umano - che è quello che avviene appunto nelle favole - ma inserendo nelle scene parte dei ricordi della sua infanzia e della sua adolescenza.
Successivamente gli viene commissionato un progetto illustrativo della Bibbia, il libro sacro dove ebrei e cristiani si riconoscono fratelli. Chagall, primogenito di una famiglia di stretta osservanza ebraica, si sente così investito da una sorta d’impegno morale nei confronti delle proprie radici. Ne scaturisce un insolito apparato grafico che rilegge il messaggio biblico attraverso le storie di uomini e donne, di patriarchi e profeti, di re e regine.
Dopo il grande impegno che richiedono i progetti delle favole e della Bibbia, realizzati durante il soggiorno nella pittoresca Le Mourillon, Chagall inserisce nella sua poetica artistica nuovi elementi. Per esempio, saranno sempre più presenti i fiori. Già protagonisti dell’episodio che ha ispirato l’opera “Compleanno” del 1915, ecco che l’ultima sezione della mostra al Mudec si tinge dei colori della natura. Una delle opere più suggestive dell’intera esposizione è senza dubbio “Gli innamorati” realizzato nel 1937, l’anno in cui a Chagall viene conferita la cittadinanza francese. Eppure tutto in quest’opera ci riporta a Vitebsk: la cittadina raffigurata sullo sfondo, il mazzo di fiori regalato in cui i due amanti sono immersi, i violini, le capre, i galli. Due mondi differenti che non sono mai separati in Chagall e che, invece, convergono in un unico universo sognante, creato dalla mente straordinaria dell’artista per celebrare l’Amore e la Vita. E se Chagall è soprannominato il “poeta dei colori”, non possiamo non far notare come anche la tavolozza cromatica utilizzata da Chagall nei suoi dipinti e gouaches richiami spesso le due bandiere, quella francese e quella dell’impero russo, accomunate dagli stessi colori.
La mostra è prodotta da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore, promossa dal Comune di Milano-Cultura e curata dall’Israel Museum di Gerusalemme. Il catalogo “Marc Chagall. Una storia di due mondi” è a cura di Ronit Sorek. Il Mudec propone visite guidate agli adulti e laboratori per famiglie e scuole per approfondire la vita, la cultura e l’arte di Marc Chagall.
Dal 16 marzo al 31 luglio 2022 al Mudec – Museo delle Culture, Milano in via Tortona 56
Per info e prenotazioni: www.mudec.it
Sheela Pulito
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