Il progetto della rete comasca di economia solidale “L'isola che c'è” per sensibilizzare sul riuso dei beni e sulla rigenerazione dei luoghi dimenticati
Promuovere il riuso in tutte le sue forme coinvolgendo i giovani attraverso attività di volontariato: è l’obiettivo del progetto socio-culturale “Ri-generazioni, giovani percorsi di riuso partecipato” a Como. Ente capofila del progetto è l’Associazione di promozione sociale L’isola che c’è, con la collaborazione dell’associazione di promozione sociale Battito d’Ali, l’associazione di promozione sociale La Fenice, l’organizzazione di volontariato Circolo “Angelo Vassallo”- Legambiente Como e con il supporto operativo della Cooperativa Sociale Ecofficine; il tutto finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e promosso da Regione Lombardia. Due i percorsi proposti: da una parte creatività e riuso degli oggetti per ridurre il consumo di risorse, dall’altra partecipazione, riuso e rigenerazione dei luoghi che, per mancanza di mezzi o per “dimenticanza”, non vengono valorizzati e fruiti dalla comunità.
Protagonisti i giovani
«Il riuso è connesso al tema della creatività: bisogna essere capaci di immaginare e progettare un altro uso del bene che abbiamo davanti a noi – spiega Micol Dell’Oro, referente del progetto per l'associazione L'isola che c'è -. Nel restituire la vita non solo agli oggetti, ma anche a spazi abbandonati attraverso la creatività, vengono messi in gioco saperi, competenze ed esperienze che possono provenire da tutta la comunità, da cui possono nascere soluzioni e usi innovativi. Dalle nostre esperienze come rete è emerso che i giovani devono essere messi in grado di programmare e gestire in prima persona l’impegno e la solidarietà. Attraverso attività già sperimentate e l’accompagnamento alla progettazione di altre nuove pensate da loro, puntiamo a coinvolgere ragazzi dai 12 ai 19 anni nel volontariato per sensibilizzare la comunità e promuovere il riuso sviluppando azioni di cittadinanza attiva».
Un meccanismo di attivazione dei territori dunque che partendo da scuole, centri di aggregazione e associazioni, arriva a trascinare le comunità locali. «Vogliamo rendere i giovani consapevoli e coinvolgerli da protagonisti nella soluzione dei problemi concreti della propria comunità, stimolandoli a diventarne promo-attori dall’interno».
La Giornata del Riuso
Il primo evento vero e proprio in cui i giovani si sono messi in gioco è stato il 26 e 27 gennaio in occasione della Giornata del Riuso, tenutasi a Como presso lo spazio Antonio Ratti. Una giornata tanto più significativa se si considera che a Como si producono ogni anno circa 40 mila tonnellate di rifiuti urbani, con una media pro-capite di 485,45 kg (1,33 al giorno): ecco allora che ridurre i rifiuti, riusare e riciclare significa dare un contributo concreto. Durante le due giornate, «gli studenti hanno aiutato nell'organizzazione, fornito assistenza ai laboratori E alle persone che volevano barattare e partecipato alla sfilata di abiti usati sia come modelli che come truccatori e parrucchieri, fotografando e riprendendo l'evento». Punto di forza del progetto, secondo Dell'Oro, è la partecipazione attiva dei giovani, che si traduce in un continuo divenire: «c'è poco di già stabilito a priori, è tutto da costruire insieme ai gruppi di ragazzi. Non avrebbe senso pensare di coinvolgerli davvero in qualcosa di già impostato e di predefinito: pensiamo che a questa età abbiano più interesse a realizzare qualcosa che derivi da una loro progettazione e dalle loro capacità e creatività».
Per informazioni: www.lisolachece.org.
Giada Frana

