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Artefizio: a ogni oggetto di scarto, un nuovo inizio

Artefizio: a ogni oggetto di scarto, un nuovo inizio

Intervista a Fabio Ortolani Petrillo, ideatore dell’associazione culturale Artefizio

Entrando nel laboratorio di Artefizio, tra ferrivecchi, pallet, cassette della frutta e vecchi giornali, ci vuole un notevole sforzo mentale per riuscire a credere che gli oggetti frutto della creatività dell’associazione Artefizio, siano gli stessi incontrati poco prima. Si ha come la sensazione di trovarsi nel laboratorio di un alchimista che, invece di preparare pozioni magiche, trasforma la materia e le dà nuova vita. La Upcycling Art Community Artefizio è un’associazione che promuove il recupero creativo dei materiali di scarto, spesso di pregio, che mantenendo le loro peculiarità possono essere reimpiegati e rivalorizzati recuperando la tradizione artigiana e artistica che ha fatto dell’Italia un centro di eccellenza. L’idea nasce da Fabio Ortolani Petrillo, artista da sempre sensibile alle tematiche ambientali e all’arte, in particolare quella legata al riciclo, al recupero e all’utilizzo di materiali poveri.

Fabio, parlaci un po’ del progetto Artefizio. Quando e come è nato il progetto?

Il progetto si è concretizzato circa un anno fa, ma nella mia testa l’idea di base frullava già da tempo. Mettere in pratica un’idea è sempre complicato. Così, con l’aiuto di altre persone a me vicine, Gabriella Favotto (designer e fotografa) e Chiara Teneggi (ricercatrice universitaria), per nominarne solo alcune, ho dato vita all’associazione, spinto da un sentimento ecologico e insieme artistico.

Tutto è stato graduale: partendo dal desiderio di dare un senso più alto alle mie giornate (e alle mie nottate, dato che dormo veramente poco!) e attraverso una personale ricerca creativa, ha preso forma l’idea che ogni oggetto invece di essere gettato può diventare altro. Questo pensiero è legato a un ideale più ampio, che è quello di prendersi cura dell’ambiente, abbandonando il principio dell’usa e getta, riducendo drasticamente la produzione di rifiuti e smettendo di pensare che “il nuovo è meglio”. Spesso l’usato, se sistemato ripulito e ripensato, può addirittura aggiungere bellezza al mondo sottraendosi a un futuro in discarica.

Perché il nome “Artefizio”?

Perché gli scarti che utilizziamo spesso derivano da prodotti di consumo artificiali (“artificio”) e privi di contenuto artistico. Attraverso un’attenta ricerca entriamo a contatto col materiale stesso, cerchiamo di capirne e sperimentarne il potenziale pratico ed estetico al fine di reinventarlo, donandogli così nuova vita grazie all’arte e alla creatività: da “artificio” ad “Artefizio” appunto.

Da cosa traete ispirazione per le vostre creazioni?

Le ispirazioni arrivano insieme agli oggetti da recuperare. Spesso ci mettiamo in gruppo a guardare tutti gli oggetti che abbiamo a disposizione, attraverso una chiacchierata giocosa, una sorta di brainstorming; ognuno dice cosa potrebbe diventare l’oggetto che ha davanti e, tra mille voli pindarici, arriviamo a trovare effettivi nuovi utilizzi. Anche sfogliando riviste e guardandoci intorno, nella quotidianità di tutti i giorni, possono affiorare idee interessanti.

Ad esempio i pallet, smontati e ri-assemblati possono assumere nuove forme: tavoli, sedie, parquet o mensole; i vecchi infissi, liberati dal vetro possono diventare cornici o tavoli; da ritagli di stoffe, copertoni di bicicletta, cinture di sicurezza e scarti di pellame, abbiamo creato delle ciabatte; i copertoni di bicicletta possono dar vita a cinture alternative… Insomma, la creatività non ci manca!

Che riscontro ottenete tra la gente con le vostre originali creazioni?

Ci sono tante persone incuriosite che vengono nel nostro spazio chiedendoci chiarimenti, ristoranti che acquistano oggetti e negozi che vogliono esporre le nostre creazioni. Qualcuno ci chiede anche di organizzare corsi per imparare a costruire i gioielli di carta o produrre carta partendo da vecchi stracci. L’interesse è grande e noi vogliamo crescere.

Quali obiettivi vorreste raggiungere con il vostro progetto?

Un primo obiettivo è già stato raggiunto con l’attività che stiamo portando avanti. Quello che ho in testa è un work in progress, al momento siamo un’associazione culturale. Tutte le persone che collaborano al progetto hanno un lavoro “vero”, ma non ci dispiacerebbe un giorno dedicarci a tempo pieno ad Artefizio. Vietato calpestare i sogni!

E quali invece le finalità?

Sicuramente ridurre la produzione di rifiuti e gli sprechi che la cultura del benessere ha portato. Incrementare una coscienza del rispetto dell’ambiente: desideriamo che la gente prima di portare in discarica televisioni, lavatrici, armadi e tanto altro, si fermi un attimo a riflettere su un loro possibile riutilizzo. Crediamo che in questo modo si possa contribuire a migliorare un po’ il mondo senza nulla togliere alla qualità della vita. Dovremo adattarci a una situazione economica più fragile e questo non è detto che sia un fatto negativo, può anche essere un nuovo punto di partenza per inventarsi un futuro più sostenibile, con ritmi più lenti, meno oggetti da possedere, meno petrolio e meno plastica, più recupero, più sensibilità e più partecipazione.

Dove è possibile acquistare le vostre creazioni?

La nostra sede è a Villanuova sul Clisi (BS), Via Bostone n° 22, presso il Mercato Comunale coperto, aperto dalle 10:00 alle 18:00 nei giorni di venerdì e sabato. È possibile acquistare anche online sul nostro sito www.artefizio.org

Laura Bertini

 
 
Gennaio 2015

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