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Bergamo città turistica

Bergamo città turistica

Presentati i dati del Rapporto annuale dell’Osservatorio Turistico. La città nonostante la crisi, regge bene l’area dei laghi, ma bisogna recuperare le Valli

Non si può crescere all’infinito, questo è certo. Il trend positivo degli ultimi anni, con aumenti del flusso di turisti compresi tra l’8 e il 6% nel 2010 e nel 2011, è finito. Quello del turismo, si sa, è un settore che risente notevolmente gli effetti della crisi. Eppure, nonostante il risultato negativo, Bergamo resiste: -2.2% rispetto ad una media nazionale del -4.4%. Sono i dati che emergono dal Rapporto Annuale 2012 elaborato dall’Osservatorio Turistico della Provincia di Bergamo e presentato lo scorso 18 giugno allo Spazio Viterbi alla presenza dell’assessore al Turismo Giorgio Bonassoli e del professor Macchiavelli, docente di Economia del Turismo all’Università di Bergamo e Direttore del CeSIT, il centro studi per il turismo e l’interpretazione del territorio.

 A salvare Bergamo è stato l’aumento dei turisti stranieri e quindi l’aeroporto di Orio, che anche quest’anno registra un andamento positivo. «È proprio l’aeroporto, con l’evoluzione delle destinazioni, a fare da valvola regolatrice del turismo bergamasco -spiega Macchiavelli- calano gli spagnoli, ma aumentano tedeschi ed inglesi».

«Il costante aumento di turisti stranieri -dichiara l’Assessore Bonassoli- conferma la validità della politica di promozione internazionale degli ultimi anni, come rivelano anche i risultati positivi delle indagini sul grado di soddisfazione degli utenti negli uffici IAT di Informazioni e Accoglienza Turistica, in particolare per la competenza e la cortesia degli operatori». I Paesi di provenienza che incidono maggiormente sull’area bergamasca sono Germania, Francia e Spagna. In continua crescita anche Russia e Paesi dell’Est. Sui Laghi una maggioranza di tedeschi, ma in forte crescita è tutto il Nord Europa.

Bene i laghi, le Valli cercano una nuova fisionomia, cambia la ricettività in città

Il calo più consistente di presenze è quello registrato nell’area montana, pari a -4,4% e quindi in linea con l’andamento nazionale. Un’area tradizionalmente di vacanza, per lo più frequentata da persone anziane, dove l’incidenza degli stranieri è ancora molto bassa e che sta cercando una sua fisionomia, ancora in bilico tra il mercato tradizionale interno e nuove offerte turistiche pensate per un pubblico più vasto e internazionale. A pesare sull’andamento delle Orobie è soprattutto la Valle Seriana, con un trend in flessione determinato probabilmente dalla crisi dell’industria nella media e bassa Valle e quindi delle aree più propriamente produttive che muovevano un turismo d’affari o legato alle aziende. La tenuta maggiore si registra in alta Valle Brembana e nelle stazioni sciistiche più grosse, grazie alla fortunata stagione invernale.

L’area dei laghi, che rappresenta circa il 9% del turismo provinciale, riscontra un’assoluta stabilità di presenze rispetto all’anno precedente, riflettendo le tendenze nazionali che indicano negli stranieri la fonte di tenuta del nostro turismo. I laghi raccolgono il frutto degli investimenti di riqualificazione degli anni passati, che diventano però sempre più difficili in tempo di crisi. L’area della pianura e dell’Isola, caratterizzata da un turismo prevalentemente d’affari e commerciale, risente delle congiunture economiche del periodo e quindi della contrazione del turismo d’affari e di quello congressuale, che si fa sentire anche in città. Anche l’area della cosiddetta Grande Bergamo -Bergamo città e i 37 comuni limitrofi- registra infatti un calo delle presenze sia degli stranieri (-2%) che degli italiani (-4%). Ma mentre nel comparto alberghiero il calo delle presenze è pari al 6,4%, in quello extralberghiero, caratterizzato dalla ricettività famigliare e dagli ostelli, le presenze sono aumentate del 13,4%. La ricettività extralberghiera nella Grande Bergamo è uno dei dati più significativi emersi dal Rapporto e delinea un trend in continua crescita: 240 i B&B nella Grande Bergamo, a fronte dei 18 registrati nel 2002. A questi vanno poi aggiunti gli affittacamere, gli ostelli e gli agriturismi.

Expo 2015 e Capitale Europea della CulturaDue importanti occasioni

«In conclusione, possiamo ritenerci moderatamente soddisfatti -afferma il professor Macchiavelli- il mercato estero sostiene la domanda e il turismo si conferma come risorsa fondamentale per lo sviluppo economico, occupazionale e culturale del nostro territorio». Su questo Bergamo deve continuare a lavorare per non farsi cogliere impreparata per le importanti scadenze dell’Expo 2015 e della candidatura a Capitale Europea della Cultura nel 2019, due importanti occasioni di crescita.

Fare cultura, coinvolgendo i cittadini, ma anche fare tesoro delle caratteristiche manifatturiere, industriali e commerciali tipiche della nostra provincia. Non un turismo settoriale, bensì un’offerta a 360° capace di soddisfare il turista sia nelle aspettative che negli aspetti pratici e organizzativi.

La motivazione del viaggio, sempre più orientata all’arricchimento della conoscenza, comporta, infatti, nel turista un’aspettativa crescente in termini qualitativi e quantitativi dei servizi. La parola d’ordine è governance del territorio nel suo insieme, dalle valli alla pianura, dai laghi alla città attraverso il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini e, non da ultimo, attraverso la creazione di figure professionali qualificate.

Bergamo ha le potenzialità per diventare una provincia turistica, speriamo che si applichi!

Luglio 2013

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