Mettere le virgole e i punti nel flusso della quotidianità
In un momento storico in cui non è concesso rimanere indietro e chi si ferma è perduto, ci si dimentica un po’ dell’importanza dell’aspettare e del riuscire, anche solo per pochi minuti, a rimanere in silenzio e faticosamente zittire i propri pensieri.
Mettere una virgola e, quando necessario, anche un bel punto.
Allora sono andata a riprendere uno dei capisaldi della mia formazione come terapeuta “I tempi del tempo” di Luigi Boscolo e Gianfranco Cecchin e che fa riflettere su come il tempo possa essere concepito in maniera diversa da diverse persone, da diversi gruppi di persone, o anche dalla stessa persona in momenti diversi; su come la realtà di un tempo oggettivo, il tempo dell’orologio, sia vera solo nel proprio dominio descrittivo.
Mentre si fa condizione reale quando è considerata come assoluto da una comunità divenendo dunque una convenzione generalizzata.
Siamo così inseriti in un tempo individuale, un tempo culturale e uno sociale.
Ma, è sul tempo individuale che possiamo agire direttamente.
Vi sembrerà un paradosso, ma è proprio nel tempo dell’attesa che possiamo.
La nostra volontà, costantemente messa alla prova, oggi più che mai deve incidere nello scegliere quando e come mettere le virgole e i punti nel flusso continuo di dinamiche di cui siamo partecipi.
Una punteggiatura che in prima persona possiamo scegliere per rendere le nostre azioni e relazioni più sostenibili.
Nel tempo del tempo possiamo fare la differenza e creare uno spazio per l’attesa della novità che ci si prospetta.
Diana Prada - Psicologa dell’équipe TheClew