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Doppia K rapper senza catene e macchinoni

Doppia K

Quattro chiacchiere con l’artista bergamasco Maurizio Bassora. Il suo Hip Hop lontano dagli stereotipi e da tutto ciò che è superfluo

Ho incontrato Doppia K, al secolo Maurizio Bassora, classe ‘77, un veterano della scena Hip Hop made in Bergamo.
L’intenzione era di svolgere un’intervista, ma entrambi ci siamo sentiti più a nostro agio scambiando due parole in tranquillità senza troppe domande-risposte, chiacchierando a ruota libera per circa un paio d’ore davanti a un caffè (io) e a una tazza di tè (lui). Ci siamo incontrati a Seriate, dove abita con la moglie e il loro bambino, la sua occupazione principale insieme alla musica.

Una delle prime cose che ho chiesto (come avviene di solito quando si conosce qualcuno) è stata “Cosa fai nella vita?” e lui mi ha risposto “Mi dedico a tempo pieno alla musica e a mio figlio” ed ecco che i miei timori e le varie aspettative cariche di stereotipi causati dai video su MTV di rapper “maledetti”, venuti dal ghetto o presunti tali, si sono frantumate definitivamente. Certo l’idea che non si trattasse di un personaggio da “catena col dollaro al collo” si era subito delineata dopo aver visto i numerosi video delle sue canzoni. La tradizione Hip Hop è nel sangue e si sente, ma in un certo senso possiamo dire che non si vede.

Zero apparenza

Niente anelli, macchinoni, donne e nemmeno pose da divo. Quando ci sono vengono ostentati in maniera ironica e satirica, come è possibile apprezzare nel video “SUV”, dove si vede che il sogno di un’auto nuova, enorme, sulla quale “fare festa”, viene spezzato sul finale da un triste cartello “vendesi”. Appiedato, ad accogliere la richiesta di autostop è addirittura “Il Bepi”. Non una semplice comparsa nel singolo video, ma un amico di vecchia data, con il quale sono state svolte diverse collaborazioni dal vivo e un featuring nella canzone “Dal Volt al Bàs”, un pezzo coinvolgente e per nulla banale con un ritornello che non si scorda facilmente e un testo che presenta tre diverse tipologie di “bergamasco”: il muratore, lo studente figlio di papà e un padre di famiglia che si sente eterno giovane. Maurizio Bassora Doppia K fa parte del G.A.S. (gruppo di acquisto solidale) di Seriate, ha ridotto al minimo l’utilizzo della macchina ed è vegetariano. La sua condotta di vita al 100% sostenibile si riflette nelle sue canzoni. Il suo ultimo video “Camminando le parole” ci riporta a una delle azioni che caratterizza l’essere umano nella sua natura più vera: “umano movimento mentre il sole resta fermo”. Il cammino, appunto, dell’uomo ci ha portato troppo lontano dalla Terra. Calpestarla, vuol dire scoprirla e custodirla riportandoci alla nostra natura di “animali” non sedentari con “un cucciolo di uomo” sulle spalle.

Il messaggio delle canzoni a volte si legge fra le righe e altre volte è più diretto. “Il velo di Maya” è una presa di posizione decisa in nome della decrescita, distante da una società che confonde bisogni e desideri superflui quali “case più grandi, auto più grandi, labbra più grandi”.

Galeotta fu la K,figuriamoci se doppia

La canzone che incorona “L’era dell’acquario” come un gran bel CD è sicuramente “Salvami” in cui prende forma la ricerca di un sostegno imprescindibile per continuare nella direzione desiderata. Non è un caso quindi che a impreziosire il pezzo sia il ritornello cantato dalla moglie di Doppia K: Klaudya2K. È una coincidenza molto curiosa invece la somiglianza dei loro nomi d’arte, usati già prima del loro incontro avvenuto anni fa a un concerto in cui si sono casualmente esibiti entrambi. Come dire: Dio li fa, poi li aKKoppia!

In ambito musicale è sempre più raro trovare qualcosa di alternativo ed è ancora più difficile quando ormai tutto sembra essere alternativo. Le classiche basi Hip Hop di Doppia K contengono rime mai scontate che danno vita a testi diversi da ciò che siamo abituati ad ascoltare nelle canzoni rap. La positività è la chiave di lettura e a buoni intenditori poche parole… Soltanto un consiglio: www.doppiak.it

Giorgio Sappilo

Gennaio 2015

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