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La creatività diventa un lavoro

La creatività diventa un lavoro

Lauree e titoli di studio non garantiscono più un futuro lavorativo? I giovani si reinventano

Se in passato la laurea era sinonimo di professione sicura e carriera, oggi non è più così. È aumentato il numero dei giovani iscritti all’Università, così come dei corsi di studio e con essi le opportunità di scelta. Tuttavia il panorama lavorativo non sembra andare di pari passo con l’offerta dei corsi di laurea. Avere un titolo di studio, anche se ottenuto presso università prestigiose, non garantisce necessariamente un roseo futuro nel campo del lavoro, né una carriera stabile. Il precariato è una realtà che i giovani conoscono molto bene, fatta di contratti a progetto, stipendi ridotti al minimo e rinunce.

Eppure non è così per tutti. Ci sono esempi di giovani neo laureati che hanno deciso di seguire fino in fondo le loro passioni e reinventarsi, svolgendo un lavoro diverso da quello che avrebbero potuto ottenere attraverso il titolo di studio conseguito. Un esempio è dato da tre ragazze bergamasche che hanno trasformato le loro capacità creative in qualcosa di più. Lidia Zinesi, ventiseienne con una laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Bergamo, ha sempre coltivato la passione per la sartoria, che da piccola la spingeva a confezionare abiti per le bambole. Con il tempo l’ha portata a realizzare vestiti, capispalla, maglie, gonne e intere collezioni per donne di tutte le età, con uno sguardo attento alla scelta dei tessuti naturali. Un lavoro impegnativo, al quale Lidia si è sempre dedicata anche durante il periodo di studi, partecipando alle varie fiere hobbistiche della provincia per far conoscere a quanta più gente possibile le sue collezioni.

Ilva Marceli invece, cittadina albanese residente a Bergamo da oltre dieci anni, dopo aver conseguito una Laurea in Economia, ha deciso di aprire un blog, www.themarypoppinscreativerecycling.tumblr.com, nel quale mostrare le sue creazioni: accessori moda e di design, realizzati attraverso l’uso di materiali di recupero come tappi di sughero o plastica, lattine, bottiglie, giornali. Altro percorso ancora quello di Elena Parigi, classe 1988, studentessa di Filologia presso l’Università di Bergamo, che ha recentemente pubblicato il suo primo manoscritto, assecondando la sua passione per la scrittura. Compiere un percorso di studi è fondamentale, permette di acquisire competenze e un ricco bagaglio culturale, ma accanto ad esso possono aprirsi strade parallele, seguendo le quali ci si può sempre reinventare, caratteristica fondamentale nella società 2.0. in cui tutto è in continua trasformazione.

Aprile 2015

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