Si intitola “Cannabis. Il futuro è verde canapa” ed è l’ultima opera del giornalista Mario Catania, un moderno compendio che approfondisce tutti gli utilizzi che si possono fare della pianta di canapa.
Sì, perché come analizza il saggio, gli studi sulle proprietà della canapa indicano come questa pianta possa rivelarsi una delle migliori alleate a disposizione dell’uomo per l'economia, per l'ambiente e per contrastare i cambiamenti climatici - quale risorsa pressoché inesauribile in grado di sostituire i derivati del petrolio e ridurre drasticamente i livelli di CO2, sposandosi perfettamente con i principi dell'economia circolare - e non da ultimo in campo medico.
Come detto, tra i numerosi vantaggi descritti da Mario Catania nel suo libro, grande importanza ricopre in tema di impatto ambientale. Una risorsa davvero a 360 gradi che è valsa alla pianta di canapa la definizione di “maiale vegetale” in quanto può essere utilizzata in ogni sua parte: cibo, con i semi e l'olio considerati prodotti nutraceutici; può diventare carta di ottima qualità ottenuta da piante annuali anziché da alberi che impiegano molto tempo per ricrescere; è poi un ottimo materiale per la bioedilizia, per la sua resistenza e capacità di regolare temperatura e umidità, e può dar vita a diversi tipi di bioplastica biodegradabile.
Oltre ai suoi usi più comuni, la storia ci ha insegnato che la canapa può trovare applicazioni diverse in svariate forme. Può trasformarsi in un buon combustibile green ed essere utilizzata per la scocca delle automobili, come aveva dimostrato Henry Ford con la creazione della Hemp Body car nel 1941, costituita all'80% da fibra di canapa e alimentata da etanolo ottenuto dalla stessa pianta. Ma può essere anche un tessuto ricavato da una coltivazione meno inquinante del cotone, più resistente e con proprietà antibatteriche e antifungine, e un ottimo prodotto cosmetico per la cura del corpo e dei capelli.
Non da ultimo, il libro analizza come la canapa faccia bene all'ambiente anche solo crescendo nei nostri campi, perché "sequestra" dall'atmosfera un quantitativo di CO2 che è quattro volte quello degli alberi comuni, e migliora i terreni in cui viene coltivata, arieggiandoli e assorbendo materiali inquinanti.