Traguardo storico per l’Italia: dall’UE ok per l’etichetta trasparente con obbligo di indicare provenienza e lavorazione del latte
Il semaforo verde è scattato a Bruxelles mercoledì 11 ottobre 2016 e ora si prosegue a livello nazionale per l’avvio definitivo del nuovo provvedimento legislativo.
Stiamo parlando della richiesta italiana di indicare obbligatoriamente sulle etichette l’origine del latte e delle materie prime per i prodotti lattiero-caseari in Italia.
La Commissione UE, infatti, non avendo sollevato obiezioni entro il termine previsto di tre mesi, ha dato via libera allo schema di decreto che dovrà adesso essere attuato dallo Stato italiano.
Nel concreto, a partire da gennaio 2017, in etichetta dovrà essere sempre riportato il paese di origine per le tre fasi del processo di lavorazione del latte, ovvero le fasi di mungitura, condizionamento e trasformazione. Solo nel caso in cui tutte le tre fasi di lavorazione del latte avvengano in Italia, troveremo una sola dicitura “Origine del latte: Italia”.
Al contrario, sarà specificato per ogni fase se si tratta dell’Italia, di Stati membri UE o Stati extra UE.
Si tratta di un traguardo storico, di una misura auspicata per anni dalla base degli allevatori e promossa con forza fin dall’inizio nelle pagine di questa rubrica “Mondo latte e non solo” con il chiaro obiettivo di far convergere il variegato mondo lattiero caseario su richieste chiare e concretizzabili.
Questo obbligo di legge non è solo a tutela dei produttori e dei trasformatori che scommettono e investono sulla qualità delle materie prime italiane, ma è anche a vantaggio dei consumatori, i quali, grazie a una maggiore trasparenza dell’informazione possono finalmente scegliere in piena consapevolezza.
L’obbligatorietà di indicare la provenienza del latte si pone infatti come strumento di contrasto del falso Made in Italy e dell’agropirateria, facendo sì che il latte italiano, che da sempre eccelle per qualità e sicurezza alimentare, possa essere pienamente valorizzato.
«Sono estremamente soddisfatto di questo risultato che ha visto ripagati i tanti sforzi in direzione della campagna “100% latte italiano” - afferma Bortolo Ghislotti della Irim Srl -. Questa campagna lanciata più di un anno fa ha dato voce alle richieste dei produttori, è riuscita a diffondersi e a spronare le istituzioni e finalmente ha portato i primi frutti: al Ministero per le politiche agricole Maurizio Martina e alla Coldiretti vanno i meriti per aver raccolto questa istanza e per essere riusciti a portarla avanti in ambito comunitario. Come nei momenti difficili abbiamo criticato - anche aspramente - l’operato delle istituzioni competenti, in questo caso diamo merito al risultato ottenuto. Segno che quando le istituzioni sono allineate con la base i risultati si ottengono, augurando di non incorrere più in situazioni vissute in passato. Forse ci stiamo avviando a diventare un paese normale».
Ghislotti tuttavia, ci mette in guardia dal farsi prendere dall’eccessivo entusiasmo. Innanzitutto perché questa procedura non ci salva dalle possibili truffe, come ad esempio il latte in entrata dall’estero, ma naturalizzato italiano.
C’è da dire comunque che le positività già si fanno sentire: «I piccoli come i grandi trasformatori industriali stanno fin d’ora cercando di garantirsi il ritiro del latte italiano nel 2017, accrescendo il valore contrattuale degli allevatori che rappresentavano l’anello debole della filiera. Nell’ultimo mese il prezzo del latte libero italiano ha avuto un aumento importante: da aprile quando era quotato a 27/28 centesimi al litro siamo giunti a 42/43 centesimi a metà ottobre. Questa tendenza influisce solo in piccola parte sui contratti già in essere per gli allevatori, ma è di buon auspicio per il futuro - spiega Bortolo Ghislotti -. Adesso è importante che non si abbassi la guardia nell’informazione verso il consumatore e nella sensibilizzazione tra la gente, perché, se pensiamo che l’etichetta possa risolvere tutto, sbagliamo. Inoltre dobbiamo necessariamente fare un passo ulteriore: portare i nostri prodotti all’estero dove c’è tantissima richiesta e dove sono disposti a pagarli il giusto, sempre che non vengano sviati dal falso “Italian Sounding”. È di questi giorni ad esempio una importante iniziativa di Regione Lombardia al Salone Internazionale dell’Alimentazione (Sial) di Parigi dove la nostra Regione ha promosso in una vetrina internazionale le numerose eccellenze lombarde».
Altra notizia positiva, oltre all’etichetta trasparente e al prezzo del latte, è il positivo riscontro all’appello fatto come Distretto agricolo bassa bergamasca sul numero scorso, a favore di allevatori e agricoltori colpiti dal sisma: molti paesi hanno aderito e gli introiti di tante manifestazioni agricole a novembre e dicembre verranno destinate ad Amatrice attraverso il Distretto agricolo.
Sheela Pulito
25 e 26 novembre 2016 Open day del distretto agricolo bassa bergamasca
> Venerdì sera 25 novembre
Alle 19.30 convegno presso la sala le scuderie della BCC dell’Oglio e del Serio a Ghisalba con esperti di latte e formaggi biologici e con il responsabile del Clal che farà una panoramica del mercato del latte nel 2017.
> Sabato 26 novembre
- Alle 9 della mattina visita conoscitiva dell’istituto Spallanzani di Rivolta d’Adda
- Alle 11 visita al caseificio Defendi di Pagazzano
- Nel pomeriggio possibilità di visitare l’azienda Cascina Italia di Spirano, socia del distretto.