Un “Locale” senza Coca-Cola, ma con il DABB. Il marchio del Distretto Agricolo Bassa Bergamasca
Nel 1948 uno slogan allettante campeggiava sui manifesti di tutte le città: “Dove c’è Coca-Cola c’è ospitalità”.
A questo richiamo hanno risposto gran parte dei ristoratori i quali, da allora, hanno fatto le scorte della famosa bottiglietta targata in rosso nei propri magazzini.
Una realtà talmente consolidata che oggi la presenza di questa bevanda è scontata in qualsiasi parte del mondo.
A proposito: quanti ristoranti conoscete dove non servono la Coca-Cola, la Pepsi Cola e bevande simili, ma dove al massimo vi propongono la Spumador?
La cola della Spumador, dal nome della società comasca, produttrice di soft drink, richiama il gusto vintage dei decenni in cui nessuno si sognava l’arrivo della globalizzazione. In realtà questa scelta ha motivazioni ben precise e assolutamente poco nostalgiche: alla base invece una diversa filosofia di vita e di scelte imprenditoriali, ossia l’attenzione al territorio, la conoscenza diretta e ravvicinata di fornitori e produttori, il desiderio di contribuire allo sviluppo della propria comunità locale.
“Perché scegliere fornitori lontani quando si possono ritrovare prodotti simili qui vicino? – spiega Alessandro Casali, titolare del ristorante pizzeria “Il Locale” di Martinengo (Bg), aperto da pochi mesi nel centro storico di un borgo medievale e dotato di ampie sale dall’atmosfera suggestiva.
“Io voglio incontrare il mio fornitore, sapere che sto dando al mio cliente un prodotto controllato, perché conosco chi lo produce attraverso un rapporto diretto”.
Dalle birre artigianali ai formaggi, alla farina, il Locale -come suggerisce il nome- utilizza principalmente i prodotti delle aziende vicine, per favorire lo sviluppo della filiera corta.
Da parte degli utenti l’attenzione e l’apprezzamento è davvero notevole ed entusiasta, come racconta lo stesso Casali, una conoscenza non nuova di infoSOStenibile già “raccontato” su queste pagine per aver scelto, tra i primissimi esempi, di dotarsi di un’auto elettrica per la consegna della pizza a domicilio.
“I consumatori si dimostrano contenti e molto interessati, non solo dei nostri piatti e ricette, ma anche della filosofia che caratterizza l’intero ristorante. Anzi ci incoraggiano e mostrano una condivisione completa di questa linea”.
Non poteva che sposare questa filosofia il Distretto Agricolo della Bassa Bergamasca, nato proprio per favorire e promuovere le aziende del territorio e gli imprenditori che come Alessandro Casali dimostrano sensibilità e attenzione al proprio territorio.
“Stiamo ultimando il regolamento per l’utilizzo del marchio del Distretto Agricolo della Bassa Bergamsca, regolato da un apposito disciplinare, che per il consumatore sarà garanzia della tracciabilità dei prodotti utilizzati e della trasparenza del processo di produzione - ha dichiarato Giovanni Malanchini, sindaco di Spirano e ideatore del Distretto.
“Il nostro obiettivo è di aggregare persone che pur non conoscendosi condividono l’amore, la passione e l’orgoglio per il proprio territorio. Se un ristorante riesce a stimolare la curiosità o l’informazione verso le produzioni della nostra zona, sé una vittoria di tutto il sistema locale, dal campo al piatto. E il Distretto Agricolo può valorizzare queste realtà”.
Obiettivo del distretto agricolo -aggiunge Bortolo Ghislotti- oltre a promuovere i locali con questa filosofia, è di accompagnare i ristoratori, i commercianti, ma anche i consumatori, nell’intraprendere questo percorso di conoscenza e sensibilizzazione. “Il mio sogno, visto che siamo una terra di grandi produttori di latte” dichiara Bortolo Ghislotti “è quello di vedere il marchio del distretto nei bar, nei ristoranti o nelle gelaterie dell’intera bassa bergamasca e che questo sia conosciuto e venga ricercato dalla gente”.