Set cinematografici plastic free e senza usa e getta. Così un gruppo di ragazzi vuole progettare i film del futuro
Dare ha radici nella primavera del 2019 e prende forma concreta nel febbraio 2020: il progetto, nato dalla voglia di poter creare e offrire contenuti visivi cinematografici alternativi realizzati su misura, ha colto la sfida di creare set con il minor impatto ambientale possibile. “Dare” deriva dall'inglese “sfida”, poiché – come spiega Aurora Ovan del team - l’obiettivo di proporre un approccio sostenibile in questo settore si è rivelato una vera sfida. Le difficoltà maggiori derivano dalla particolare tipologia della professione e dell’occasionalità delle riprese che, talvolta, spinge i professionisti ad affidarsi a una tipologia di beni “usa e getta”. Aurora spiega che è una questione di approccio mentale: quelle che sembrano difficoltà possono essere colte come occasioni di stimolo a ricercare, di volta in volta, soluzioni creative per sopperire all’esigenza del momento.
Set ecocompatibili
La squadra è composta da sei giovani: Davide Nicolicchia (operatore macchina e direttore di fotografia), Filippo di Primio (editor, color e effetti visivi), Alessandro Zanuttigh (editor, scrittura video), Tomaso Minchella (operatore drone e web designer), Emiliana Pontonutti (assistente di produzione) e Aurora Ovan (regia, scrittura video e produzione), che vengono affiancati da diversi professionisti del settore a seconda del progetto da realizzare. Un punto di forza è lo spirito di squadra: i ragazzi sono in grado di creare soluzioni adatte a ridurre l’impatto ambientale di questa peculiare realtà lavorativa. Dare non è la prima realtà di settore che ha approcciato il lavoro in maniera sostenibile: tra le prime in Italia (e più conosciute) c’è Maestro Production di Antonio Giampaolo (Roma): i set plastic-free e catering biologico a km0 sono stati di grande ispirazione. L’obbiettivo è eliminare dal set qualsiasi prodotto usa e getta, inclusa carta e prodotti biodegradabili. I materiali impiegati devono essere riutilizzabili o “riproponibili” dopo l’uso. Una buona pratica è quella di analizzare di volta in volta i rifiuti generati, in modo da impegnarsi ad eliminarli per i set successivi. Sempre in più settori l'attenzione all'ambiente diventa un vero e proprio must ed è rincuorante che spesso, il buon esempio, arrivi dalle nuove generazioni.
Laura Zunica