Editoriale
Il capitale della cultura
È cominciato in grande stile l’anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023 con eventi inaugurali in parallelo fra le due città e tantissima gente a riempire cortei e manifestazioni.
Una vera occasione per Bergamo e Brescia, due capoluoghi di provincia lombardi, che non sono principalmente rinomati per attrattive culturali o turistiche: è più facile per tutti, residenti compresi, considerarle come centri di produzione e di servizi, spesso all’avanguardia nell’economia e nell’operatività pratica, artigianale e industriale, o parallelamente, quali città concrete ed efficienti perfino nelle attività di volontariato. Il “fare” ci caratterizza da sempre, cosa che purtroppo oscura notevoli altre qualità e talenti che invero abbiamo: creatività, determinazione, intraprendenza, così come una spiccata sensibilità, seppur unita a riservatezza, che ci permette di primeggiare spesso nella solidarietà.
La città illuminata è il tema prescelto per questo 2023 e le città di Bergamo e Brescia sono state fisicamente e artisticamente illuminate lo scorso febbraio: “light is life” è stata una delle primissime e ben riuscite manifestazioni che, grazie all’organizzazione di A2A, ha portato nei nostri territori forme artistiche d’eccezione e la riscoperta di luoghi talvolta nascosti o dimenticati. Folle di persone si sono accalcate nelle varie location delle due città, ma le installazioni e gli spettacoli di luce proiettati sui monumenti meritavano sicuramente la perseveranza richiesta per un evento di così forte richiamo.
Rivedere o addirittura rivivere la città e le sue piazze sotto un’altra luce, con altri colori, suoni e immagini mai viste o pensate in quei contesti apre la mente a molte incalzanti e variegate riflessioni (e talvolta anche a gustare meglio il monumento nella sua costante sobrietà, al di là dei riflettori). Fra i vari pensieri che si intrufolano tra i sorprendenti raggi di luce colorata, vedendo i luoghi di sempre illuminati in modalità finora inesplorate, si fa strada l’idea che creatività e determinazione, intraprendenza e sensibilità sono forse le qualità che più servono per immaginare una città veramente illuminata, una città diversa, capace di scelte illuminate, coraggiose e inesplorate. Guardare le stesse cose con gli stessi occhi, col rischio di non vedere nemmeno più l’essenziale perché troppo impegnati nel “fare”, ci distoglie dalla possibilità di immaginare e creare nuovi scenari, di inventare nuove formule, di ideare nuovi percorsi e seguire nuove prospettive. Tutto il contrario di come operano la cultura e l’arte, capaci di soffermarsi, approfondire, ideare e realizzare ciò che prima non c’era.
Illuminiamo la città, lasciamoci inebriare da nuovi spunti e visioni, lasciamoci ispirare e prendiamo consapevolezza, coraggio e l’audacia tipica degli artisti, per inventare e cambiare schemi di sempre e portare novità e bellezza nelle nostre strade, vite, attività, ingabbiate dalle consuetudini che si autoalimentano.
Abbiamo sfide epocali davanti a noi che sembrano insormontabili: clima, pace, qualità della vita, sostenibilità, tutte sembrano irrimediabilmente degradarsi. Probabilmente occorre affrontarle guardandole sotto un’altra luce, occorre innescare quella creatività e sensibilità necessarie perché i preziosi talenti dell’intraprendenza e della pragmaticità siano orientati non a reiterare gli schemi di sempre, bensì siano capaci di plasmare - non di rincorrere – una realtà nuova, una società nuova, un’idea di benessere più profonda e in armonia con le persone e con il pianeta.
Godiamoci la cultura per il piacere intrinseco della cultura, dell’arte e dello spettacolo.
Ispiriamoci alla cultura e all’arte come occasione per rendere le nostre città davvero illuminate.
Diego Moratti