Una prospettiva d’investimento sostenibile
La prima tappa della cooperazione tra l’Unione Europea e il Senegal per il prossimo triennio è stata raggiunta con la firma del “Documento congiunto di programmazione” che impegna l’UE a contribuire allo sviluppo del Senegal con fondi pari a circa 1,2 miliardi di euro. Il documento definisce per il periodo 2014-2017 il quadro di cooperazione tra il Senegal, l’UE e i suoi Stati membri, e rappresenta la prima fase in attesa di una programmazione congiunta dei diversi programmi bilaterali.
Brescia si pone in questo scenario come protagonista, attraverso il progetto “Firdaws” che prevede la realizzazione di un quartiere residenziale a pochi chilometri da Dakar e dal nuovo aeroporto. Martina Stipi, cuore del progetto, ci parla di questo nuovo insediamento.
Perché il nome Firdaws?
Firdaws è la sommità del Paradiso, ne è il cuore e dà origine ai fiumi del Paradiso. Il progetto vuole creare un luogo dove viva, in piena armonia, una comunità di persone differenti per provenienza nazionale, etnia, religione, ma legata dagli stessi principi e obiettivi per ciò che riguarda la vita in questo luogo.
Quali sono i principi alla base del progetto?
I principi che ispirano la realizzazione del progetto sono il rispetto, l’amore e la protezione dell’ambiente; la conservazione e la salvaguardia dei beni in comune; il risparmio dell’acqua e dell’elettricità; l’idea di pulizia di se stessi e del luogo; le buone relazioni con la comunità locale; il rispetto per i bambini e gli animali.
In cosa consiste esattamente?
Il progetto si concretizzerà con la realizzazione di 83 abitazioni composte da sei tipologie abitative variabili da 100 mq a 180 mq con un costo che varia dai 30 mila € ai 60 mila €. Il nuovo insediamento avrà un’estensione di quasi due ettari e comprenderà sia una zona prettamente abitativa che una zona riservata ai servizi di uso pubblico: scuola materna, presidio sanitario, area di aggregazione e svago, parcheggio, centro per il lavaggio degli indumenti, luogo di culto, area di gioco per i bambini. L’insediamento sarà inoltre provvisto di un servizio di vigilanza. L’idea centrale è quella di rendere il quartiere quanto più possibile autonomo dal punto di vista impiantistico. In particolare, sono previsti: un sistema di smaltimento delle acque reflue mediante impianto di fitodepurazione; l’installazione di un impianto fotovoltaico per l’alimentazione elettrica; la realizzazione di pozzi per il fabbisogno idrico.
Come lo realizzerete?
Attualmente stiamo prendendo contatti con associazioni bresciane di cooperazione e con imprenditori privati che vogliono investire in Senegal e partecipare all’investimento. Abbiamo contattato onlus e ong per la gestione degli spazi dedicati ad attività comuni (presidio sanitario, teatro, etc.). In particolare è nostra intenzione collaborare con il Village Pilote, una Ong con sede vicino al lago rosa, che si occupa del reinserimento dei ragazzi di strada. Abbiamo lavorato e ci stiamo tuttora adoperando per creare una rete di contatti con senegalesi che vorrebbero realizzare la propria abitazione per poter tornare a Dakar con un proprio progetto imprenditoriale. È importante che l’iniziativa abbia una propria sostenibilità finanziaria, oltre che sociale. Si tratta di un processo piuttosto lungo ma che finora ci ha dato molta soddisfazione, nell’apprezzamento del progetto stesso e nel fatto che al di là dell’interesse personale per una terra per la quale nutro un profondo affetto, anche il mondo economico e finanziario sta riconoscendo in modo sempre più manifesto al continente africano un enorme potenziale di sviluppo.