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Femminismi della porta accanto

Femminismi della porta accanto

Battagliere o riservate, mamme o childfree, dedite agli ultimi o ai propri sogni. In occasione dell'8 marzo, quattro ritratti di donne di oggi

«Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza», scriveva Rita Levi Montalcini, una delle scienziate più brillanti di tutti i tempi. Eppure, molte donne la possibilità di cambiare il mondo non l’hanno avuta, così come non hanno avuto quella di dimostrare la propria intelligenza. Se lei ha vinto il Nobel ed è stata anche la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienza, molte non hanno mai potuto rivendicare i propri traguardi, né nella scienza (la rivista «Nature» ha deciso quest’anno, dopo 150 anni, di rendere omaggio alle scienziate che scoprirono gli elementi della Tavola periodica), né nell’arte (pensiamo alla scultrice Camille Claudel, morta in manicomio), né tanto meno nella vita di tutti i giorni.

Fortuna che il tempo, le battaglie civili e le conquiste politiche, l’istruzione, maggior consapevolezza e libertà hanno contribuito a cambiare la società e con essa il ruolo femminile. Benché la strada per l’uguaglianza sia ancora lontana, oggi le donne hanno il diritto di manifestare talento, sogni, idee. Anche in modi completamente differenti. In occasione del’8 marzo abbiamo deciso di ampliare la nostra rubrica “Dolcemente complicate”. E di dedicarla a quattro figure che, con le loro sfumature e scelte, esprimono quattro modi diversi di essere donna.

Essere donna oggi. Non una strada univoca

Oggi le donne hanno la possibilità di scegliere la maternità, ma allo stesso tempo di professarsi #Childfree, come ha fatto l’attrice Michela Andreozzi. Molte fanno carriera, hanno un lavoro che le soddisfa e qualcuna trova addirittura l’energia per dare vita a un progetto meraviglioso come la Casa Amore di Berbenno, una casa famiglia di accoglienza per minori in situazioni problematiche di cui parleremo nelle prossime pagine. In questo speciale ricordiamo Emma Bonino, figura iconica di un'attività politica dedicata alle battaglie civili, che si è spesa insieme a tante altre donne per garantire diritti anche agli ultimi. E poi, accanto a chi lotta in nome di un “femminismo di strada”, c’è poi chi ne rivendica uno più quotidiano e intimo, fatto anche “solo” di qualche Harmony in più e soprattutto del diritto a ricercare la felicità anche nella quotidianità (come spiega in un’intervista la scrittrice Roberta Marasco).

E il futuro? Ci piace pensare che sia rosa, o quanto meno roseo. Nelle ultime settimane tutti i giornali parlano di Greta Thunberg, una ragazza svedese di soli 16 anni che dalla scorsa estate si rifiuta di andare a scuola per chiedere azioni concrete in difesa del clima. Qualcuno l’ha criticata (l’istruzione è fondamentale!), ma lei ha continuato lo sciopero e oggi gira il mondo per strigliare i politic. Molti coetanei hanno finito per imitarla. A dicembre, alla conferenza sul Cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni Unite in Polonia, Greta ha detto: «Ho imparato che non si è mai troppo piccoli per fare la differenza». Invito o monito? Entrambi, perché questa piccola grande donna - insieme a tutte quelle che come lei provano a rendere migliori se stesse, la loro casa, la città dove vivono e il luogo dove lavorano - stanno già cambiando il mondo.

Michela Offredi

Marzo 2019

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