Gli alpinisti lombardi Giovanni Ludovico Montagnani e Michele Dondi hanno lanciato l’iniziativa “La via (in)visibile” come azione di protesta climatica verso lo stato di salute dei ghiacciai alpini.
“La via (in)visibile” è il titolo della nuova azione di protesta climatica di Giovanni Ludovico Montagnani e Michele Dondi, 2 dei 4 alpinisti che a gennaio hanno raggiunto il WEF di Davos sugli sci, che partirà sabato 27 giugno 2020 alle 9,30 da Piazza della Scala di Milano diretta verso la vetta del Monte Rosa. Un itinerario di oltre 300 km con 5.000 di dislivello, che i due percorreranno in bicicletta con gli sci in spalla, per porre l’attenzione sulla drammatica realtà dello scioglimento dei ghiacciai alpini. La via affrontata dagli alpinisti, interamente visibile da Milano, è destinata a scomparire entro pochi anni a causa della crisi climatica.
Il percorso dell’iniziativa
Montagnani e Dondi, ingegnere in primo e analista programmatore il secondo, condivideranno la parte iniziale del viaggio con i supporter di Fridays for Future ed Extinction Rebellion, due associazioni che hanno sposato l’approccio etico dell’iniziativa. Il gruppo pedalerà insieme lungo i Navigli fino a raggiungere il Piemonte, poi i due alpinisti procederanno in solitaria fino ad Alagna dove lasceranno le biciclette e continueranno a piedi e con gli sci.
«In questi giorni si è parlato molto del disastro ambientale di fine maggio con il più grande sversamento di idrocarburi della Siberia. Si tratta solo dell’ennesima tragedia annunciata dovuta al cambiamento climatico che sta sciogliendo il permafrost. – ha detto Giovanni Montagnani – Questi disastri accadono ovunque e di continuo: non riusciamo ad immaginare 145.000 barili sversati nel Lago di Garda, o sulle spiagge del Salento. Ma il permafrost e i ghiacciai alpini stanno subendo la stessa devastazione per causa del cambiamento climatico, come loro le nostre foreste e l’agricoltura italiana. Abbiamo organizzato questa azione per fare il possibile per ricordare che non dobbiamo tornare alla normalità, perché la normalità era il problema».
«Il caldo delle ultime estati ha segnato il punto di non ritorno per il destino dei ghiacciai alpini: secondo studiosi e climatologi non ci sono speranze positive per la loro sopravvivenza. Se non si applicheranno modelli di business compatibili con il futuro dell’umanità e fortemente orientati all’abbattimento delle emissioni di CO2, la specie umana è destinata allo stesso scenario: non ci saranno possibilità di sopravvivere. – ha fatto eco al compagno di avventura Michele Dondi – Lo scioglimento dei ghiacciai è il sintomo visibile di una “malattia” sistemica del nostro ecosistema ma nessuno lo vuole vedere. Da questo nasce il titolo della nostra spedizione: “La via (in)visibile” che percorreremo è sotto gli occhi di tutti, sotto gli occhi dei cittadini milanesi, ma se non ci sarà alcun cambiamento presto sarà davvero invisibile per tutti, non solo per chi sinora ha girato la testa dall’altra parte davanti al problema».