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Archeologia del Cenacolo

Archeologia del Cenacolo

Il Castello Sforzesco dedica una mostra all’Ultima Cena

Nel 2019 ricorrerà il quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci (1452-1519) e il Comune di Milano ha iniziato a celebrare questa ricorrenza inaugurando un programma denso di proposte culturali che si svolgerà nel corso dei prossimi due anni. Tra i primi appuntamenti in calendario c’è la mostra “Archeologia del Cenacolo. Ricostruzione e diffusione dell’icona leonardesca: disegni, incisioni, fotografie” ospitata al Castello Sforzesco fino al 25 giugno 2017.

Questa esposizione offre la possibilità di riflettere sulla nobile opera che Leonardo ha realizzato a Milano e sul fascino che esercita da oltre cinquecento anni. La mostra, curata da Pietro C. Marani e Giovanna Mori con la collaborazione di Omar Cucciniello, si propone di indagare la fortuna iconografica dell’Ultima Cena presentando le più importanti copie che dell’opera sono state fatte nel corso dei secoli.

Un’immagine evanescente

Dipinta da Leonardo probabilmente tra il 1494 e il 1499 su una parete del refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie, l’Ultima Cena è senza dubbio una delle opere d’arte più note al mondo.

La sua notorietà l’ha resa soggetto di innumerevoli riproduzioni tanto che è stata conosciuta più attraverso copie e citazioni che nella versione autentica.

A dire il vero, l’opera originale è stata vista soltanto da pochi eletti che hanno potuto ammirarla prima che l’umidità della parete che la ospita iniziasse a decomporla inesorabilmente.

Pare che questo avvenne anche perché, per la sua realizzazione, Leonardo sperimentò una nuova tecnica.

Evitò il “buon fresco” poiché avrebbe obbligato un’esecuzione rapida e dunque compromesso l’accuratezza del disegno: la tecnica dell’affresco non concede ripensamenti per il fatto che il colore, per fissarsi, va steso prima che l’intonaco asciughi.

Studiò quindi un metodo di lavoro alternativo che gli permettesse di lavorare con più calma: decise di applicare al muro la tecnica della pittura su tavola e dipinse usando tempera (forse velata in alcuni punti con olio) su una doppia base in gesso applicata sulla parete.

Questo procedimento permetteva di dilatare il tempo di esecuzione e presentava un grande vantaggio: sarebbe stato possibile aggiungere ritocchi e sfumature anche a distanza di tempo.

Il risultato fu “excellentissimo” e suscitò grande ammirazione tra i contemporanei: si narra che il Re di Francia avesse ingaggiato una squadra di architetti per staccare l’opera e portarla nel suo regno «ma l’esser fatta nel muro fece che Sua Maestà se ne portò la voglia, et ella rimase a’ Milanesi» (G. Vasari, 1550).

Tuttavia il Cenacolo aveva già iniziato il suo rapido degrado metrico e nel 1517 risultava guastato irrimediabilmente; all’inizio del Seicento della pittura restavano solo “reliquiae fugientes” tanto che, nel 1612, il Cardinale Borromeo ne ordinò una copia per preservarne la memoria.

I primi interventi di restauro documentati risalgono al Settecento ma si trattò di lavori poco rispettosi che evidenziarono (e coprirono) il dipinto leonardesco con strati sovrapposti di colore.

La liberazione dei frammenti della pittura originale dalle incrostazioni fu merito di un restauro epico: durò oltre un ventennio, dal 1977 al 1999 e fu un lavoro delicato e complesso che segnò una svolta nella storia del restauro; il dipinto originale fu pazientemente liberato dalle croste delle ridipinture e le parti mancanti vennero completate con cautissime integrazioni all’acquerello per restituire un’immagine che fosse il più possibile leggibile.

Istantanea sospensione

La temporaneità di questa decorazione pittorica non interessa soltanto la sua esistenza materiale ma anche il soggetto scelto da Leonardo.

La scena rappresenta il momento dell’Ultima Cena immediatamente precedente l’identificazione di Giuda, quello in cui Gesù pronuncia le parole «Uno di voi mi tradirà».

Nel tumulto che segue questo annuncio, ogni apostolo reagisce in modo diverso a seconda del proprio carattere e dà voce e movimento al proprio sentire creando una concatenazione di azioni.

«Le parole di Gesù si ripercuotono come onde sonore sugli apostoli, rimbalzando da uno all’altro e determinando la varietà dei loro gesti, delle loro attitudini e movimenti» (Pietro C. Marani, 2009). Leonardo riesce a fissare quell’attimo, apice drammatico della cena, e crea una rapida sequenza da grande schermo che sospende l’azione e la fissa in un’istantanea.

È sorprendente il fatto che, anche se l’integrità materiale del Cenacolo fu quasi subito compromessa, la straordinaria forza di suggestione e l’immediatezza della scena non risultarono mai scalfite e ne fecero un modello insuperato per la pittura di ogni tempo. E forse parte del fascino che avvolge quest’opera è legato proprio alla sua evanescenza materiale che partecipa alla narrazione di un dramma spirituale.

Livia Salvi

 

Didascalia: Raffaello Morghen, “Il Cenacolo”, acquaforte e bulino, 1799-1800, Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli”

 

Mostre in Lombardia e non solo

> Dalì Experience – Bologna – Palazzo Belloni. Fino al 7 maggio 2017

> Giorgio Morandi e Tacita Dean. Semplice come tutta la mia vita – Mantova - Palazzo Te. Fino al 4 giugno

> Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana – Brescia – Palazzo Martinengo. Fino all’11 giugno

> Life-Magnum. Il fotogiornalismo che ha fatto la storia – Cremona – Museo del Violino. Fino all’11 giugno 2017

> Antonio Ligabue - Pavia – Scuderie del Castello Visconteo. Fino al 18 giugno

> Keith Haring. About Art – Milano – Palazzo Reale. Fino al 18 giugno 2017

> Archeologia del Cenacolo. Ricostruzione e diffusione dell’icona leonardesca – Milano – Castello Sforzesco. Fino al 25 giugno 2017

> Charlotte Salomon. Vita? O Teatro? – Milano – Palazzo Reale. Fino al 25 giugno 2017

> Depero il mago – Mamiano di Traversetolo (Pr). Fondazione Magnani Rocca. Fino al 2 luglio 2017

> Manet e la Parigi moderna – Milano – Palazzo Reale. Fino al 2 luglio 2017

> Kandinskij. Il cavaliere errante – Milano – MUDeC. Fino al 2 luglio 2017

> Dinosauri. Giganti dall’Argentina – Milano – MUDeC. Fino al 9 luglio 2017

> Marcello Morandini. Artista, architetto, designer – Gallarate (Va) – Museo Ma*Ga. Fino al 16 luglio 2017

> Modigliani – Genova – Palazzo Ducale. Fino al 16 luglio 2017

> LOVE. L’arte contemporanea incontra l’amore – Milano – Museo della Permanente. Fino al 23 luglio 2017

> L’emozione dei colori nell’arte – Torino – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea & Rivoli – Castello di Rivoli. Fino al 23 luglio 2017

> Brescia Photo Festival: Steve Mc.Curry. Leggere/Magnum’s First/Magnum. La première fois - Brescia - Museo di Santa Giulia. Fino al 3 settembre 2017

> Toulouse-Lautrec. La Belle Époque – Verona – AMO. Arena Museo Opera. Fino al 3 settembre 2017

> Mirò! Sogno e colore – Bologna – Palazzo Albergati. Fino al 17 settembre 2017

> New York New York! La riscoperta dell’America. Artisti italiani negli Stati Uniti (1930-1968) – Milano – Museo del Novecento e Gallerie d’Italia. Fino al 17 settembre 2017

> La Biennale di Venezia. 57. Esposizione Internazionale d’Arte – Venezia – Giardini ed Arsenale. Dal 13 maggio al 26 novembre 2017

 

 

Maggio 2017

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