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Agricoltura e Green economy

Agricoltura e Green economy

Cresce in Lombardia la richiesta di professioni green

Smart city, mobilità elettrica, efficienza energetica ma anche produzioni locali e filiera sostenibile

L’economia verde sfida la crisi: in Lombardia la green company offre sempre più posti di lavoro. Dalla mobilità sostenibile allo smaltimento dei rifiuti di piccolissime dimensioni, dal marchio Made Green in Italy all’agricoltura biologica, i cosiddetti professionisti green sono coloro che decidono di attuare politiche finalizzate alla produzione di servizi o beni ecologici, oppure finalizzati a ridurre l’impatto ambientale nella filiera produttiva, magari attraverso l’apertura di negozi equosolidali, la ristorazione biologica, la gestione di fattorie didattiche e molto altro ancora.

Nel Rapporto sulla Green Economy regionale, la Camera di Commercio di Milano e Unioncamere Lombardia dimostrano che questa nuova forma di economia, già nel 2014, aveva impiegato 80 mila lavoratori e formato 9 mila nuove aziende.

Alla data odierna, in tutta Italia la green economy assicura 2,94 milioni di posti di lavoro, 13,2% degli occupati di tutto il paese, per un totale di 120 mila imprese che hanno investito nell’ecosostenibilità, di cui 1200 sono amministrate da giovani. I dati dimostrano che oggi la green economy costituisce il 10,2% dell’economia nazionale, soprattutto in Piemonte e Lombardia, questo perché la richiesta di green job è in continua crescita: lo dimostrano i 19 mila specialisti nel settore ambientale che hanno già avuto un impiego.

Anche la politica ha uno sguardo green

Un fenomeno, quello della diffusione della green economy, che non viene trascurato neanche dalle amministrazioni che mirano sempre più a scelte green in ottemperanza alla legge 221 del 28 dicembre 2015 sulle “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, che riconosce e tutela tutte le differenti applicazioni dell’economia verde.

Ancora una volta la Lombardia è una delle regioni che ha maggiormente investito nel settore dell’economia verde: solo nell’area metropolitana di Milano sono ben 3695 le imprese green, seguita da Brescia con 1212 aziende e da Bergamo con 1034, anche se l’aumento maggiore è stato registrato dalla città di Lecco con il 14% in più di realtà imprenditoriali sostenibili.

Il punto di forza della politica green regionale? L’attuazione di strategie a sostegno della costituzione e dello sviluppo di tutte le realtà nell’ambito della green economy, in particolare quelle che si concentrano sui laboratori d’innovazione e le reti di community.

Agricoltura e green economy

Secondo una definizione della FAO, l’agricoltura sostenibile è «un’agricoltura che non mira solo a garantire la sicurezza alimentare attraverso una maggiore produzione, ma aiuta gli agricoltori a soddisfare le loro aspirazioni socio-economiche e culturali e a proteggere e conservare le risorse naturali per soddisfare le esigenze future».

A questa definizione rispondono le oltre 2100 aziende che, ai dati del settembre 2016, lavorano sul territorio lombardo nel campo agroalimentare biologico.

Lo scopo delle pratiche agricole orientate verso la green economy è quello di tutelare la fertilità del suolo attraverso i processi biologici che aumentano la biodiversità nel terreno e favoriscono un uso più efficiente della risorsa acqua.

Tra le sfide quella della riduzione e dell’autoproduzione energetica e la conversione alla produzione di specie vegetali e all’allevamento zootecnico locale, affinché sia possibile contenere l’impatto ambientale dell’uomo e vitalizzare il turismo rurale, legato alla salvaguardia del territorio e all’educazione ambientale.

L’economia verde entra in città

Non è un caso che l’agricoltura sia uno dei principali settori nei quali viene applicata e sperimentata l’economia verde.

Molte città del mondo nonché italiane e lombarde, hanno adottato la pratica dell’agricoltura come vero e proprio strumento di comunicazione ed educazione del cittadino. Gli orti comunitari vengono usati per migliorare il benessere sociale, per l’integrazione delle fasce più emarginate (i giardini interculturali), ma anche per contribuire allo sviluppo della biodiversità urbana, per generare un microclima più sano e per assicurare una qualità del cibo migliore.

L’agricoltura nutre l’uomo e salva l’ambiente, avvicinando i cittadini alla realtà rurale e sensibilizzando i più piccoli alla cultura del cibo genuino e locale.

Le realtà agricole, dunque, nelle quali si sviluppa la green economy, sono tra le più varie: l’agricoltura urbana, quella civica, la guerrilla gardening, la permacultura, cause o sintomi, poco importa, di una nuova dimensione produttiva e soprattutto di una nuova richiesta, sostenibile, responsabile e lungimirante nei confronti della nostra società.

Ilaria D’Ambrosi

 
Ottobre 2016

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