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Stazioni Alta Velocità in Italia. L'architettura ecologica al servizio dei viaggi green

Stazioni Alta Velocità in Italia

Da Napoli a Torino, alla scoperta delle stazioni più tecnologiche d'Italia dove la mobilità su rotaia incontra l'efficienza energetica

Invenzione rivoluzionaria che cambiò per sempre il nostro modo di vivere e di visitare il mondo, il treno, con la sua “anima metallica”, nella seconda metà dell’Ottocento ispirò famosi versi a Giosuè Carducci. Per il poeta di Pietrasanta il treno è un mostro pauroso e fantastico, quasi avesse una propria volontà autonoma e indomabile, ma è anche simbolo del progresso e dell’età moderna.

Oggi il treno non è passato di moda: al contrario si è progressivamente rinnovato, diventando il mezzo di trasporto più performante quanto a efficienza e sostenibilità. E se con la pandemia abbiamo dovuto ridurre o ripensare i nostri spostamenti e i mezzi utilizzati, il 2021 potrebbe essere l'occasione per riscoprire il gusto di spostarsi in treno, sempre con la massima attenzione alla sicurezza. 

Sul sito di EcoPassenger, il sistema di calcolo sviluppato dall'Union Internationale des Chemins de fer (UIC) e approvato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (European Environmental Agency) nonché dalla Commissione Europea, è possibile verificare l’impatto ambientale del mezzo di trasporto che scegliamo quando dobbiamo spostarci: viaggiare in treno, invece che in aereo o in auto, è la scelta più sostenibile. Una linea ferroviaria a doppio binario, a parità di tempo, trasporta un numero di passeggeri maggiore di una strada quattro corsie.

Per spostarsi, il treno si serve di energia elettrica, mentre ancora oggi la maggior parte delle auto in circolazione brucia carburante. Senza dimenticare che un’auto può portare al massimo cinque persone, ma il più delle volte viaggia con il solo guidatore; un treno trasporta mediamente anche 500 passeggeri in tempi normali e circa la metà in tempi di contenimento di pandemia. Con l’implementazione della rete ad alta velocità, il treno è diventato la soluzione ideale per raggiungere le grandi città italiane. Le nuove esigenze hanno portato alla costruzione di moderne stazioni che, oltre a solleticare la fantasia degli architetti, hanno cercato di coniugare ambiente ed efficienza energetica.

Torino Porta Susa, come le antiche stazioni

Inaugurata nel 2013, la stazione per l’alta velocità di Torino stupisce per la sua architettura dagli ampi volumi trasparenti. La sua spettacolare galleria in acciaio e vetro - una rivisitazione in chiave moderna delle coperture a volte ottocentesche - è lunga 386 metri e larga trenta.

Questa spettacolare architettura non è solo un ponte tra passato e presente, ma un vero fiore all’occhiello nel campo del risparmio energetico. Le pareti vetrate, pari a 15.000 mq, rappresentano un sofisticato sistema che, grazie alla presenza di celle fotovoltaiche monocristalline posizionate tra i due strati delle lastre di vetro della copertura, produce ogni anno 680.000 KWh, una potenza equivalente a gran parte del fabbisogno elettrico diurno dell’intero edificio. Le stesse celle fungono anche da schermo frangisole di densità variabile crescente e contribuiscono in estate al comfort ambientale della stazione. Per queste caratteristiche, nel dicembre 2013, Torino Porta Susa è stata insignita del Premio Solare Europeo da Eurosolar, associazione no-profit che concentra la sua attenzione sulle potenzialità offerte dalle sperimentazioni nel campo dell’architettura ecologica.

L’onda dinamica di Reggio Emilia

Da un’idea dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava, il design futuristico della stazione Mediopadana è diventato un punto di riferimento per chi viaggia in auto. Unica fermata intermedia sulla linea Alta Velocità Milano – Bologna, la stazione si trova a circa 4 chilometri dal centro di Reggio Emilia e a circa 30 metri di distanza dall’Autostrada A1, che vi corre parallela. Per questo motivo, con i sui complessivi 483 metri è una delle opere architettoniche più viste d'Europa.

L’opera, inaugurata nel 2013, è stata concepita per creare l’effetto visivo di un’onda dinamica, dare cioè l’impressione che l’intera struttura sia in movimento, mentre siamo noi a spostarci. Questo è possibile grazie all’ingegnosa struttura composta una serie di portali in acciaio, diversi tra loro, che si alternano generando una forma che ricorda un’onda. La copertura in prossimità delle banchine laterali, volta a proteggere i passeggeri, prevede un tamponamento tra i portali, distanti tra loro un metro circa, realizzato mediante pannelli di vetro stratificato.

Bologna, kiss&ride

In funzione dal giugno 2013, la stazione è stata pensata per migliorare il traffico nel nodo ferroviario, ricucire il tessuto urbano e collegare il quartiere Bolognina al centro storico. L’avveniristica struttura della stazione è costituita da un “camerone” interrato (640 m di lunghezza, 41 m di larghezza e 23 m di profondità) che si sviluppa su tre livelli collegati da un sistema di scale mobili, fisse e ascensori. L’accesso alla stazione prevede anche una strada sotterranea denominata kiss&ride, una corsia preferenziale per chi accompagna o arriva a prendere il passeggero con l'auto.

Per la realizzazione del progetto sono stati utilizzati materiali ad alta resistenza meccanica e chimica, stabilità e durevolezza, che garantiscono benefici per le attività di manutenzione. Grande attenzione inoltre è stata data alla luce naturale: le pareti interne sono quasi interamente in vetro, per aumentare il comfort ambientale. L’illuminazione, con impianti a tecnologia LED a lunga durata, permette di diminuire i consumi energetici del 50% circa, contribuendo a contenere l’inquinamento atmosferico.

Napoli, un ponte vista Vesuvio

La più giovane delle stazioni ad alta velocità italiane è quella di Napoli Afragola, inaugurata a giugno 2017. La sua sinuosa struttura è stata progettata dall’archistar irachena Zaha Hadid, prematuramente scomparsa nel 2016. Napoli Afragola è una delle principali stazioni di interscambio dell'Italia meridionale e sorprende per la sua architettura che ricorda un moderno treno in corsa. Nella progettazione è stato previsto un sistema solare termico, dedicato alla produzione di acqua sanitaria e al riscaldamento invernale.

Oltre ai vantaggi energetici e il risparmio di svariate tonnellate di CO2, il sistema ha consentito di eliminare la produzione di fluidi mediante caldaie a metano, riducendo l’impatto ambientale. Il corpo centrale della stazione, che scavalca i binari come un grande ponte, si sviluppa su una superficie di 30mila metri quadrati su 4 livelli. L’intera struttura si alza fino a circa 8 metri dal piano del ferro, per poi inclinarsi alle estremità. Attraverso le vetrate che si trovano più in alto, anche chi è a Napoli solo di passaggio, può ammirare il magnifico Vesuvio.

Cristina Cireddu

Febbraio 2021

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