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Ressolar: colonnine “smart zones”. 200 stazioni in Lombardia

Ressolar

L’azienda bergamasca in campo per trasformare le stazioni di ricarica in servizi innovativi per i cittadini

Mobilità elettrica non solo come modo di spostarsi sostenibile ed eco-friendly, ma anche come occasione per ripensare i servizi al cittadino e al viaggiatore grazie alle potenzialità offerte dalle nuove infrastrutture della e-mobility, le cosiddette “colonnine di ricarica”: la vera sfida del futuro si muove verso una dimensione sociale e urbana sempre più integrata e il cardine è proprio la mobilità green. Ne è convinto Gianluigi Piccinini di Ressolar, storica azienda bergamasca che fin dalla sua nascita – ormai 60 anni fa – ha scelto di puntare tutto sull'energia pulita e sulla sostenibilità come motore d'impresa, intercettando quell'ampio segmento di mercato che ha voluto dare fiducia fin da tempi non sospetti all'utopia di uno sviluppo sostenibile, che non sfruttasse le risorse e cercasse invece soluzioni ecologiche, innovative, integrate.

L'interesse per la mobilità elettrica è stato la diretta conseguenza di questa sensibilità, e ha portato l'azienda a potenziare negli anni offerte e soluzioni in termini di infrastrutture e applicazioni per i veicoli elettrici: oggi Ressolar, con la sua divisione interna Ress Mobility, vuole fare un passo avanti e costruire un'idea di mobilità del futuro che diventi un servizio di pubblica utilità a tutti gli effetti, per mettere in rete servizi di ricarica e servizi al cittadino.

Infrastrutture di ricarica come smart zones 

«Partiamo dal presupposto che la ricarica di un veicolo elettrico è diversa da quella di un veicolo tradizionale – spiega Gianluigi Piccinini -: a differenza del pieno di benzina, che si fa in cinque minuti, la ricarica elettrica richiede più tempo. Tempo che potrebbe essere utilizzato per altre attività, a patto che il guidatore sappia cosa si può fare nei dintorni della stazione di ricarica. Abbiamo quindi fatto un forte investimento su Wroom, la nostra app dedicata agli e-drivers: vogliamo che non sia semplicemente una mappatura delle colonnine disponibili nei paraggi, ma che fornisca anche all'utilizzatore una panoramica completa di ciò che un dato territorio offre, in termini di servizi ma anche di svaghi».

Ecco allora che, grazie all'app, è possibile sapere locazione e orari di esercizi di pubblica utilità attorno a una certa colonnina di ricarica, come uffici postali, ospedali o ambulatori; ma è possibile anche scoprire se ci sono musei, cinema oppure negozi convenzionati con Wroom dove andare a fare shopping. Le stazioni di ricarica diventerebbero così delle vere e proprie smart zones al servizio non soltanto dei guidatori di veicoli elettrici, ma anche dei cittadini e dei turisti. «È fondamentale ripensare la mobilità con un occhio al futuro – continua Piccinini -: essere contrari all'elettrico, oggi, significa basarsi su considerazioni errate e fuorvianti. Certo, è un'avventura ancora agli inizi: nel 2019 sono state immatricolate poco più di 10.500 auto elettriche, è un mercato che ancora stenta a decollare. Ma il trend è in crescita e, secondo le stime, entro 3 anni serviranno 3 milioni di stazioni di ricarica per rispondere alle esigenze del futuro: ecco perché un grande lavoro di sviluppo sulla colonnina quale infrastruttura smart è assolutamente necessario». 

Informare e innovare 

A fine dicembre 2019, Ressolar aveva installato due stazioni pubbliche di ricarica “fast charge” nella città di Bergamo e 100 stazioni in Lombardia, all'interno di una serie di gare pubbliche per un totale di 150 colonnine entro la prima metà del 2020 e ulteriori 50 entro la fine del 2020: a questi numeri si aggiungono poi quelli nell'ambito privato. Mercato che, secondo Piccinini, deve ancora essere sviluppato nelle sue potenzialità: «ma io, contrariamente al cittadino medio, non sono molto favorevole agli incentivi – spiega -. Preferirei che sia l'aumento della domanda del prodotto “auto elettrica” a far abbassare il prezzo alle case automobilistiche, rendendo così il prodotto abbordabile per i cittadini».

In che modo quindi far aumentare la domanda? Secondo Piccinini, il focus sta tutto nell'informazione: «si parte da una cultura diffusa e facilmente praticabile sulle rinnovabili e sulla sostenibilità. Oggi i cittadini sono favorevoli alla sostenibilità solo fino a quando non si chiede loro di fare uno sforzo, fisico o economico: solo creando infrastrutture, cambiando il paradigma e le abitudini di fruizione della “mobilità”, offrendo alternative praticabili con una informazione corretta e – soprattutto – innovando, si potrà andare nella giusta direzione».  

Aprile 2020

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