Gli acquisti collettivi di una quarantina di famiglie del quartiere bresciano di San Polo hanno il sapore del biologico e del solidale
Presso la sede del Circolo Acli del quartiere di San Polo, al numero 271 di via Cimabue, a pochi chilometri dal centro della città di Brescia, da qualche anno si incontrano, quasi ogni mese, una quarantina di famiglie (nel 2014 sono state 36 per la precisione). Quale motivo le porta lì? È presto detto: fanno tutte parte di Gaspolo, il Gruppo di acquisto solidale del quartiere, nato nel marzo del 2004, che fin dall’inizio gode dell’ospitalità del circolo.
Dopo circa dieci anni di attività, Gaspolo ha deciso nel 2014 di costituirsi come associazione e, con il versamento di una quota associativa iniziale simbolica, ogni famiglia del quartiere che ne voglia condividere pratiche e filosofia può accedervi. Come nella maggior parte dei Gas, chi vi partecipa viene coinvolto in prima persona nelle varie attività del gruppo, ad esempio come referente per gli ordini presso i produttori, oppure per la ricezione e lo smistamento dei prodotti consegnati. Cosa si acquista? Prodotti biologici e perlopiù, quando possibile, reperibili localmente.
Così nelle famiglie del Gaspolo si mangiano formaggi del Bio Caseificio Tomasoni di Gottolengo, pasta, prodotti da forno e conserve della Cooperativa agricola cremonese Iris Bio, frutta, verdura, uova, carne, tutte provenienti da aziende locali bresciane o di province confinanti; per le arance e l’olio si lascia fare al sole della Sicilia, per mele e noci, ai verdi prati del Trentino, sempre verificandone prima la genuinità e l’eticità della produzione. Il bilancio dettagliato del 2014, che registra una spesa media annuale per socio di circa 867 euro, riporta che, dopo i prodotti alimentari, quelli più richiesti dalle famiglie del Gaspolo sono cosmetici, detersivi e anche calze, tutto rigorosamente bio.
Spesso poi alcuni ordini sconfinano tra un Gruppo d’acquisto solidale e l’altro, affinché la quantità valga il viaggio: è il caso dei capperi che arrivano sotto sale direttamente dall’isola di Pantelleria, delle mandorle della Puglia e delle arance dei campi confiscati alla ‘ndrangheta a Rosarno.
A.G.