feedFacebookTwitterlinkedinGoogle+

infoSOStenibile

Leggere attentamente prima di… indossare!

Leggere attentamente prima di… indossare!

 

Sempre più attenzione alle etichette interne dei capi d’abbigliamento

 

Fino a qualche anno fa, dopo l’acquisto di un capo di abbigliamento, la prima cosa che molti facevano era tagliare la fastidiosa etichetta interna senza quasi leggerla. Oggi la sensibilità dei consumatori riguardo al contenuto dei cartigli sta cambiando e questo è confermato dal fatto che le aziende stanno prestando maggiore attenzione a ciò che scrivono. Per esempio, OVS ha studiato un modo simpatico per indicare le taglie dei suoi capi dedicati alle donne curvy e ha trasformato le sigle S, M e L in Smart, Magic e Lovely, eliminando così le indicazioni che rievocano chili e centimetri. E l’azienda umbra di maglieria Brunello Cucinelli, famosa per la sua ispirazione umanistica (a disposizione dei dipendenti c’è una fornitissima biblioteca), usa lo spazio delle etichette per ospitare citazioni di filosofi e scrittori. Per non parlare di chi invece usa i cartigli provocatoriamente: forse ricorderete la bufera scatenata qualche mese fa dal marchio italiano Shoeshine che, con le indicazioni di lavaggio, aveva posto la scritta sessista “Falla lavare alla mamma, è il suo lavoro”.

Una delle informazioni più lette da chi acquista è il famoso “made in” che ci rivela il luogo di produzione del capo. A questo proposito, l’associazione no profit The Canadian Fair Trade Network ha lanciato una campagna di sensibilizzazione che sta ottenendo risonanza internazionale. Si chiama “The Label Doesn’t Tell the Whole Story” e punta i riflettori sulle condizioni dei lavoratori del settore tessile in Sierra Leone, Cambogia e Bangladesh. Per farlo, sono state presentate maglie con etichette chilometriche nelle quali si racconta la storia dei lavoratori che le hanno confezionate. Sono storie di persone che lavorano in zone nelle quali i diritti umani non sempre sono rispettati, né le condizioni di salute tutelate.

Ogni etichetta realizzata per la campagna di sensibilizzazione riporta in fondo anche un messaggio preciso: «È tempo di cambiare. Un acquisto equo e solidale assicura che i lavoratori siano stati compensati in modo equo e non siano stati esposti a condizioni di lavoro non sicure». Dietro a ogni acquisto c’è una storia, leggere per credere.

Luglio 2015

Articoli Correlati

Incontri, scambi, momenti formativi e ludici hanno arricchito la nuova edizione della...
Dal 21 giugno al 12 luglio torna il festival organizzato da Legambiente Bergamo che...
Il recente libro di Elena Granata evidenzia come le donne abbiano sempre maturato un...
Al Polaresco l’1 e il 2 giugno un fine settimana dedicato ad ambiente, natura e cura del...